INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03931 presentata da FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20090914

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-03931 presentata da MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI lunedi' 14 settembre 2009, seduta n.213 FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BERNARDINI, BELTRANDI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro per le pari opportunita'. - Per sapere - premesso che: il settimanale Famiglia Cristiana ha pubblicato una dettagliata inchiesta del giornalista Alberto Bobbio dal significativo titolo: «Diversamente abili. Figli di un lavoro minore»; nella citata inchiesta si riferisce che la legge, da almeno dieci anni, impone alle aziende italiane di assumere una «quota» di lavoratori disabili, ma la legge in questione viene sistematicamente e massicciamente disattesa; la legge prevede che in un'azienda che abbia tra 15 e 35 dipendenti ci sia un disabile, due fino a 50 dipendenti e per le aziende piu' grandi sia riservato a loro il 7 per cento dei posti di lavoro. Ma questo accade poche volte: «È sufficiente», si legge nell'articolo gia' citato, «che l'azienda versi un contributo al Fondo regionale per l'occupazione dei disabili per essere esonerata dall'assumerli. Puo' anche decidere di non rispettarla affatto, la legge, tanto la sanzione e' di 51,65 euro al giorno, troppo bassa, al punto da essere conveniente. E spesso si confida su controlli carenti, che permettono di farla franca per anni e anni»; un sondaggio del sito www.superabile.it, uno dei piu' cliccati portali italiani sui problemi dell'incontro tra lavoro e disabilita', denuncia come, secondo rilevazioni dell'ISTAT, il tasso di occupazione delle persone con disabilita' in Italia e' del 19,3 per cento contro il 55,8 per cento di quelle senza disabilita'; ma e' un dato che risale ad alcuni anni fa, quando la crisi economica non aveva fatto sentire i suoi effetti. Il risultato concreto e' che migliaia di posti riservati a lavoratori disabili non sono coperti, e centinaia di migliaia di lavoratori disabili iscritti perennemente alle liste di collocamento speciali; tutto cio' oggi e' tra l'altro favorito dalla crisi che ha investito il paese, e dalla possibilita' per le aziende di accedere alla cassa integrazione, alla mobilita', alle procedure di riduzione dell'orario di lavoro che sospendono l'obbligo di assunzione per chi non e' abile come gli altri. «L'ultimo premio», si legge su Famiglia Cristiana, «agli imprenditori e l'ultimo danno ai disabili, che si consuma nel silenzio. Aggrava una situazione gia' precaria, perche' quella legge del 1999 non ha mantenuto le sue promesse, tra controlli poco incisivi e tantissime possibilita' pratiche di aggirarla. Invece, per la maggior parte dei disabili il lavoro e' vita, argine e trincea contro la depressione, e non semplicemente uno stipendio alla fine del mese»; in buona sostanza, appare fallito l'accompagnamento da parte degli uffici di collocamento e delle reti pubbliche di protezione del lavoro dei disabili nelle aziende e negli enti pubblici. Inoltre poco lavoro e' stato affidato alle cooperative sociali che si occupano dell'inserimento occupazionale delle persone disabili; secondo l'ultima indagine dell'«Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori» solo il 13 per cento dei disabili ha trovato un impiego attraverso gli uffici di collocamento. Da cio' si puo' amaramente affermare che lo Stato fa poco per i disabili e non aiuta le imprese, soprattutto nei primi tempi di inserimento, con le figure dei tutor previste dalla legge; non a caso molte associazioni che si occupano di handicap, come l'Anffas, rilevano che senza il sostegno delle cooperative sociali o delle agenzie per il lavoro «i disabili faticano a trovare un'occupazione», nonostante una legge molto avanzata; una situazione confermata del resto dall'ultima relazione al Parlamento sulla sua applicazione: a dieci anni dalla sua entrata in vigore, gli avviamenti al lavoro nel 2007 sono circa 31 mila a fronte di circa 700 mila persone iscritte al collocamento; accade inoltre che spesso le assunzioni siano fatte, ma i disabili, come denuncia l'Ufficio per le politiche della disabilita' della Cgil (al quale arrivano circa 15 casi al giorno di discriminazione sul posto di lavoro), siano poi lasciati senza far niente, emarginati; la non soddisfacente applicazione della legge, e la necessita' di un suo «tagliando» ed aggiornamento sono riconosciute ed evidenziate anche dal rapporto Il lavoratore disabile: una risorsa per la comunita', una ricerca affidata alla fondazione Laboratorio per le politiche sociali (Labos) e all'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl) dal ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali; come ha opportunamente osservato il consigliere del Cnel Silvano Miniati «e' sufficiente che venga rintracciato un disabile finto e tutta l'attenzione si sposta sui falsi invalidi, che esistono ma non rappresentano il problema, perche' il problema sono i veri invalidi e il ruolo che devono ricoprire nelle aziende»; altrettanto opportunamente il direttore della fondazione Labos Claudio Calvaruso ha sottolineato come «l'inserimento lavorativo di un disabile e' una questione che riguarda non soltanto le aziende, ma anche l'intera comunita'. La legge approvata dieci anni fa e' perfetta e validissima per quanto riguarda l'inserimento lavorativo, ma non lo e' altrettanto se allarghiamo il campo all'inserimento sociale»; l'inaccettabile e la grave discriminazione ai danni dei disabili che si vedono negato il lavoro che come sopra ricordato per tantissimi di loro costituisce letteralmente vita, argine e trincea contro la depressione, e non semplicemente uno stipendio alla fine del mese -: quali provvedimenti e iniziative si intendono promuovere, adottare e sollecitare, a fronte della grave situazione sopra descritta; se in parallelo al giusto impegno per l'individuazione e la denuncia dei cosiddetti «falsi invalidi», non si ritenga di doversi impegnare per l'individuazione e la rimozione di tutte le cause e gli impedimenti al pieno inserimento dei disabili nel mondo del lavoro e di conseguenza nella societa'; se al Governo risulti quanto certificato dall'Isfol, cioe' che solo il 13 per cento dei disabili ha trovato un impiego attraverso gli uffici del collocamento, e se dunque non ritenga che possa dirsi fallito l'accompagnamento da parte degli uffici di collocamento e delle reti pubbliche di protezione del lavoro dei disabili nelle aziende e negli enti pubblici; se non si ritenga necessario, doveroso e utile avviare con urgenza un'indagine conoscitiva che accerti l'applicazione della legge che impone l'assunzione dei disabili; se e come essa venga aggirata e quanti effettivamente siano i disabili in attesa nelle liste di collocamento speciale. (4-03931)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03931 presentata da FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20090914 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO) 
BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO) 
TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
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FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 

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