INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03388 presentata da MALAVENDA ASSUNTA (MISTO) in data 19960919

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Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri del lavoro e previdenza sociale, dell'industria, commercio e artigianato e dell'ambiente. - Per sapere - premesso che: il capitale della Ilva ha visto una partecipazione dello Stato fino al 31 dicembre 1992, con una produzione annua di ghisa da parte dello stabilimento di Piombino di 1.500.000 tonnellate e nel 1992 aveva circa 3.200 dipendenti; nel 1989/1990 questo grande complesso siderurgico pubblico, aveva i conti in attivo e godeva di buona salute. Fu poi dato l'incarico di amministrarlo al signor Giovanni Gambardella (oggi indagato dalla magistratura) che riusci' a raddoppiare i debiti (da 3.400 a 8.300 miliardi) e ad accumulare un passivo di 2.309 miliardi. Si sono cosi' create le condizioni per la privatizzazione; gli impianti di Piombino in Toscana e Condove in Piemonte sono stati ceduti a Giuseppe Lucchini per una joint-venture che non porto' una lira nelle casse dello Stato, ma fece guadagnare all'industriale privato trecento miliardi, mentre crea disoccupazione con continue diminuzioni di personale; il capitale sociale delle acciaierie e ferriere di Piombino era stato ufficialmente calcolato in 368 miliardi. Giovanni Gambardella concordo' la cessione alla Lusid spa, societa' del gruppo Lucchini, senza alcun beneficio per lo Stato; infatti l'amministratore delegato dell'Ilva acquisto' la partecipazione del 40 per cento nella Lusid per un importo di 325 miliardi, contestualmente versando alla Lusid un contributo a fondo perduto di ottanta miliardi; il volume di produzione annua dell'Ilva di Piombino e' oggi di circa 1.700.000 tonnellate, mentre i dipendenti sono scesi a 2.400, nel frattempo al signor Lucchini sono stati concessi fior di miliardi di denaro pubblico per ristrutturare questo stabilimento; dal quotidiano il Sole-24 Ore del 12 luglio 1996, si e' appreso che il Lucchini ha vinto il ricorso intentato dall'Iri per la ricapitalizzazione della Lucchini siderurgica. Ad oggi, nella Lucchini siderurgica (Lusid) il signor Giuseppe Lucchini detiene il 60 per cento e l'Iri il 40 per cento. nel 1993 il Governo praticamente "regala" le Afp (acciaierie e ferriere di Piombino) al signor Giuseppe Lucchini, il quale installa un vero e proprio monopolio economico, rafforzando la sua posizione ed inserendo ditte da lui controllate tramite prestanomi ed eliminando quindi quelle locali. Ditte, le sue, che vengono chiuse per riassumere i lavoratori che intanto vengono messi in mobilita' con contratti inferiori sia dal punto di vista economico che normativo. Il suo monopolio economico si e' rafforzato con la partecipazione minoritaria alla discarica comprensoriale di prossima costruzione. Sta intanto impiantando un day hospital, forte del fatto che la sanita' locale e' ridotta allo sfascio, e, insieme alla regione Toscana, porta avanti un progetto di formazione compatibile con le sue aziende; si chiamera' infatti Centro studi per la siderurgia e ogni anno "formera'" il personale che verra' assunto per rendere possibile il turn over. La giunta comunale, inoltre, ha approvato molte modifiche al piano regolatore per permettere al signor Lucchini di costruire impianti in riva al mare, tipo una trafileria su un territorio destinato a parco, oltre a una colata di cemento continua dentro la citta'; tra l'altro questi impianti, oltre a deteriorare il territorio, non hanno neppur creato nuova occupazione. Il suo impero si estende fino al porto, dove ha acquistato la maggioranza della quota azionaria della ditta che opera sui pontili mercantili, con la benedizione delle forze politiche locali; il cavalier Lucchini nel 1993 ha realizzato utili netti per 170 miliardi con un fatturato di 3.200 miliardi; il signor Lucchini inoltre, ogni qual volta viene proclamato uno sciopero inferiore alle otto ore, mette d'ufficio il personale in ferie per le restanti ore della giornata lavorativa per le quali lo sciopero non e' stato dichiarato, mettendo quindi in atto una vera e propria serrata; i lavoratori continuano a percepire stipendi da fame, non rivalutati dal 1992, mentre le condizioni di lavoro nel gruppo sono disumane, tant'e' che a Servola (Trieste) otto operai sono rimasti ustionati per la cronica mancanza di manutenzione sugli impianti; ancora oggi il Lucchini dichiara che il processo di ristrutturazione e terziarizzazione nelle Afp non e' ancora concluso e continuano le dismissioni delle ditte di appalto e la messa in mobilita' dei lavoratori costretti ad accettare condizioni di lavoro e salari peggiori in altre ditte da lui stesso controllate -: come intendano intervenire i Ministri in indirizzo, ciascuno secondo le proprie competenze, al fine di verificare se i termini della vendita della Afp siano stati mantenuti e quali siano stati i passaggi di questa operazione, rendendo pubblici il contratto di vendita, le modalita' della privatizzazione ed i flussi sia di denaro che di azioni intercorsi nella vendita; se si ritenga alla luce dei fatti descritti che l'Iri non diminuisca la sua quota azionaria (dal 40 per cento al 20 per cento, nella Lucchini siderurgica (Lusid), invece di ricapitalizzarla, in quanto nelle decisioni prese dalla societa', l'Iri, nonostante la sua partecipazione al 40 per cento non ha influito e non ha prodotto benefici ne' per i lavoratori, ne' per la collettivita'; se il Ministro del lavoro non ritenga di informare l'Ispettorato del lavoro locale al fine di attivare un'ispezione negli stabilimenti del gruppo per verificare le condizioni di lavoro e il rispetto dei diritti sindacali dei lavoratori oltre ai fatti elencati in premessa; se il Ministro dell'ambiente intenda verificare l'impatto ambientale di questa industria sul territorio, sui cittadini e sui lavoratori; quale strategia industriale il Governo intenda perseguire in un settore strategico qual e' quello dell'acciaio, garantendo l'occupazione e un miglior impatto ambientale, senza che lo Stato, e quindi la collettivita', si accollino fortissime spese intervenendo a sovvenzionare con denaro pubblico aziende che un padrone privato ha dissestato; se il Governo intenda perseguire nella logica della privatizzazione piu' sfrenata, che in questi anni in quasi tutti i casi ha voluto dire "gestione di aziende private con utilizzo di danaro pubblico", "utili ai privati e rischi demandati allo Stato con soldi della collettivita'". (4-03388)
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MALAVENDA ASSUNTA (MISTO) 

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