INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03080 presentata da SCILIPOTI DOMENICO (ITALIA DEI VALORI) in data 20090520

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-03080 presentata da DOMENICO SCILIPOTI mercoledi' 20 maggio 2009, seduta n.180 SCILIPOTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: nel comune di Acquedolci (Messina) in data 27 aprile 2009 il consigliere comunale, signor Benedetto Crivillaro rassegnava le dimissioni dalla carica elettiva per esigenze di natura strettamente personale; come certificato dall'ufficio protocollo, trascorsi 15 minuti circa dalle predette dimissioni, ulteriori sette consiglieri comunali, ovvero i signori Spitaleri Benedetto, Fontana Giovanni, Zingale Daniela, Carcione Calogero, Natoli Salatore, Re Giovanna, Pintuaudi Graziella, ritenevano opportuno rassegnare le dimissioni dal mandato elettivo per ragioni di carattere squisitamente politico; l'assenza di contestualita' tra dette dimissioni e la prima, che, per l'appunto si consumava in un lasso temporale precedente, veniva immediatamente rilevata e contestata dai consiglieri non dimissionari, consapevoli della finalita' ultima della manovra in atto: addivenire alla formale decadenza di organi elettivi dell'Ente; al fine di evitale cospicui danni all'Ente, i consiglieri non dimissionari si attivavano, celermente, con richiesta di convocazione urgente del consiglio comunale inoltrata alle autorita' competenti; successivamente la Regione Sicilia, per tramite l'Assessorato Enti Locali, faceva pervenire, in data 30 aprile 2009, una nota con la quale inibiva formalmente ed a tutti gli effetti di legge il consiglio comunale di Acquedolci dall'intraprendere ulteriori adempimenti; la nota del 30 aprile 2009 veniva ritualmente contestata dai consiglieri comunali non dimissionari con tanto di missiva, inviata per conoscenza anche all'autorita' prefettizia; a seguito di cio' il Presidente del Consiglio comunale di Acquedolci procedeva alla convocazione dell'organo consiliare per il giorno 2 e 3 maggio 2009; l'iter amministrativo riguardante la convocazione del Consiglio comunale subiva dei rallentamenti dovuti al fatto che, nel periodo previsto per la celebrazione dello stesso, la competente segretaria comunale sarebbe rimasta assente per ferie, tant'e' che veniva inoltrata susseguente richiesta di assistenza al Prefetto di Messina; lo stesso Presidente riteneva doveroso recarsi in Prefettura per esporre i fatti accaduti e chiedere l'intervento dell'autorita' prefettizia, riscontrando peraltro la presenza in loco del vicesindaco e di un assessore dell'amministrazione comunale di Acquedolci; nelle more, l'Assessorato regionale riceveva copiosa documentazione dalla quale emergerebbe con estrema chiarezza «la non contestualita' temporale delle dimissioni e la carenza delle formalita' prescritte dalla Circ. Num. 15 del 24 settembre 2007»; in data 2 maggio 2009 il Presidente del consiglio comunale veniva contattato, per disposizione della Questura di Messina, dal commissariato di pubblica sicurezza di sant'Agata di Militello che gli notificava «verbale di diffida a tenere riunione in luogo pubblico ai sensi dell'articolo 18 del TULPS per i giorni 2 e 3 maggio 2009 per non avere dato il dovuto avviso almeno tre giorni prima al signor Questore della Provincia di Messina. In difetto sara' deferito alla competente Autorita' Giudiziaria»; in base al provvedimento emesso dalla Questura di Messina, il Presidente del Consiglio comunale di Acquedolci, era dunque impossibilitato a prender parte alla data di prima convocazione del consiglio comunale ed anche alla seconda; il civico consesso, nonostante regolarmente convocato, tramite avvisi notificati, al fine di procedere alla surroga dei consiglieri dimissionari, non si svolgeva per causa esterna ed indipendente dalla volonta' dei consiglieri non dimissionari: la totale ed ingiustificata chiusura dei locali municipali; in ordine all'accaduto veniva presentata formale denuncia querela alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti, con la quale si chiedeva alla magistratura competente di far luce sull'accaduto, tenuto conto che nelle condotte di alcuni pubblici funzionari del Comune di Acquedolci poteva riscontrarsi la fattispecie di abuso d'ufficio e falso ideologico, condotte tutte sanzionabili a norma di legge; successivamente, in data 6 maggio 2009, il consiglio comunale riusciva a riunirsi per operare la surroga, riportando la composizione dell'organo al numero di 10 consiglieri in carica, ma le deliberazioni del consiglio comunale non risulterebbero ancora pubblicate nell'Albo Pretorio del Comune; il Sindaco del comune di Acquedolci, nonostante a tutt'oggi non vi sia alcun provvedimento di decadenza del Consiglio comunale da perte del Presidente della Regione siciliana, ne' tanto meno alcun provvedimento di sospensione per iniziativa prefettizia o assessoriale, ha, piu' volte pubblicamente dichiarato di disconoscere il consiglio comunale in carica, con cio' stesso avvalorando le voci correnti ipotizzanti un coinvolgimento diretto dell'Amministrazione comunale nella delicata vicenda; paradossalmente in data 18 maggio 2009 il Sindaco stesso ed il segretario comunale riunivano la Commissione elettorale, alla quale prendevano parte due consiglieri di maggioranza, componenti della Commissione elettorale comunale, ma gia' decaduti in seguito alle dimissioni predette dalla carica di consigliere comunale e dunque automaticamente anche da quella di membri stessi della Commissione elettorale, non potendo nel caso di specie trovare applicazione il principio della prorogatio dell'organo come da consolidata giurisprudenza (vds. Consiglio di Stato, sezione V, 28 gennaio 1972 n. 51); tutto quanto accaduto, in particolare l'innaturale e forzato scioglimento del consiglio comunale rappresenta un episodio inusitato che impone dettagliati ed approfonditi accertamenti, anche attraverso specifiche attivita' ispettive; i fatti, se riscontrati, rappresenterebbero ad avviso dell'interrogante, un tentativo di sovversione dei principi di diritto e delle prerogative democratiche delle istituzioni locali, con gravissimo danno all'immagine ed alla rilevanza sostanziale delle medesime istituzioni della Regione -: se il Governo e il Ministro interrogato siano a conoscenza dei fatti aventi ad oggetto il commissariamento e la contestuale decadenza del consiglio comunale di Acquedolci (Messina); quali siano le iniziative adottate dalla Prefettura di Messina, dalla Questura di Messina e dal Commissariato di Sant'Agata di Militello con riferimento alle dimissioni dei consiglieri comunali di Acquedolci. (4-03080)
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