INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02734 presentata da MOLTENI LAURA (LEGA NORD PADANIA) in data 20090402
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_02734_16 an entity of type: aic
Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-02734 presentata da LAURA MOLTENI giovedi' 2 aprile 2009, seduta n.158 LAURA MOLTENI e STUCCHI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per le pari opportunita'. - Per sapere - premesso che: ai nostri giorni i mezzi di comunicazione, includendo la stampa, la televisione e internet, ricoprono un importante ruolo non solo informativo ma anche formativo e di conseguenza la pubblicita', nella sua realta' virtuale e mediatica, veicola messaggi e modelli di grande rilevanza sociale; l'abuso dei messaggi pubblicitari puo' provocare rischi, sui soggetti piu' vulnerabili, quali l'effetto omologante nei modelli di identificazione, la globalizzazione culturale, la spinta all'emulazione, l'inibizione della scelta critica e dello sviluppo creativo; il parlamento europeo, approvando il mese scorso a larga maggioranza la relazione di Eva-Britt SVENSSON (GUE/NGL, SE), ha sottolineato anzitutto l'importanza di dare alle donne e agli uomini «le stesse possibilita' di svilupparsi come individui a prescindere dal sesso di appartenenza», osservando che gli stereotipi di genere esistono ancora «in ampia misura»; in quella sede, il parlamento europeo ha rilevato come la discriminazione di genere nei media sia tuttora diffusa, considerando come parti di tale fenomeno la pubblicita' e i media che presentano stereotipi e auspicando che la pubblicita' sia disciplinata da norme etiche e/o giuridiche vincolanti e/o dai codici condotta esistenti che proibiscono la pubblicita' che trasmette messaggi discriminatori o degradanti basati sugli stereotipi di genere; il parlamento europeo ha osservato peraltro che la rappresentazione dell'ideale corporeo nella pubblicita' e nel marketing «puo' influire negativamente sull'autostima delle donne e degli uomini», in particolare delle adolescenti e di quante sono esposte al rischio di disordini alimentari; secondo un comunicato stampa del 3 settembre 2008, del parlamento europeo, la presenza di stereotipi negli spot pubblicitari trasmessi durante i programmi per bambini "costituisce un vero problema a causa delle sue potenziali ripercussioni sulla socializzazione di genere e, di conseguenza, sul modo in cui i bambini vedono se stessi, i propri familiari e il mondo esterno»; l'autodisciplina pubblicitaria in Italia, integrandosi con la disciplina che regola la stessa materia nell'ordinamento statale, garantisce una regolamentazione nell'interesse collettivo dei consumatori, degli operatori e della stessa pubblicita'; all'articolo 9 del codice di autodisciplina pubblicitaria del 2007, si legge che la pubblicita' non deve contenere affermazioni o rappresentazioni di violenza fisica o morale o tali che, secondo il gusto e la sensibilita' dei consumatori, debbano ritenersi indecenti, volgari o ripugnanti; l'articolo 10 dello stesso codice recita che la pubblicita' deve rispettare la dignita' della persona umana in tutte le sue forme ed espressioni; il parlamento europeo ha espresso la convinzione secondo cui la pubblicita' deve tenere nella giusta considerazione la dignita' della persona e ha definito intollerabile la violazione di tale dignita' e la discriminazione di un sesso per incrementare le vendite di un prodotto; la risoluzione A4-0258/1997 del parlamento europeo invita il settore della pubblicita' a rinunciare in concreto e interamente a sminuire la donna ad oggetto sessuale dell'uomo attraverso espedienti tecnici e raffigurazioni immaginistiche come ridurre il ruolo femminile alla bellezza fisica e alla disponibilita' sessuale; la medesima risoluzione ha sottolineato che lo sfruttamento ingiustificato del corpo femminile a fini commerciali puo' offendere in modo particolarmente grave la dignita' della donna; nonostante il codice di autodisciplina pubblicitaria e le denunce da parte del parlamento europeo, in Italia sono migliaia le pubblicita' poco rispettose della dignita' delle donne, che ne ritagliano parti del corpo, ne ritoccano i contorni con sofisticate tecnologie digitali, ne eliminano le imperfezioni e ne risaltano la seduttivita' per incentivare l'acquisto di un prodotto; in occasione della V Conferenza mondiale dell'Onu sulle donne del 2005, il Comitato per l'eliminazione della discriminazione contro le donne ha espresso forti preoccupazioni per la condizione delle donne italiane che vengono percepite come madri e come oggetti sessuali soprattutto attraverso i messaggi veicolati dalla pubblicita' e dalla televisione -: se il Ministro dello sviluppo economico non ritenga opportuno invitare gli operatori del settore delle comunicazioni ad intraprendere i lavori per la stesura di un codice di autoregolamentazione per la tutela della donna nella pubblicita', riconoscendo il principio della necessita' e convenienza del rispetto e dell'applicazione di alcune regole da parte dell'intera categoria, al fine di combattere il problema degli stereotipi di genere, denunciato sia dal parlamento europeo che dalla conferenza mondiale delle donne dell'Onu; se non ritenga opportuno varare nuove norme sulla pubblicita', per limitare lo sfruttamento ingiustificato del corpo femminile a fini commerciali e per favorire la produzione e la messa in onda di fiction, film e programmi contenenti modelli comportamentali aderenti alla realta' che viviamo, per dare un'immagine positiva delle donne, degli uomini e del rapporto fra i due sessi, evitando di ridurre il ruolo femminile alla bellezza fisica e alla disponibilita' sessuale. (4-02734)
xsd:string
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02734 presentata da MOLTENI LAURA (LEGA NORD PADANIA) in data 20090402
xsd:integer
1
20090402-20111117
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02734 presentata da MOLTENI LAURA (LEGA NORD PADANIA) in data 20090402
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
STUCCHI GIACOMO (LEGA NORD PADANIA)
xsd:dateTime
2014-05-15T00:04:41Z
4/02734
MOLTENI LAURA (LEGA NORD PADANIA)