INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02601 presentata da GAMBALE GIUSEPPE (PROG.FEDER.) in data 19940727

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Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: il 6 maggio 1993 parlamentari della Rete segnalano, con un'interrogazione, una serie di episodi che hanno come protagonisti negativi esponenti napoletani degli Ordini regionale e nazionale dei giornalisti; in particolare si citano: Giuseppe Calise, conosciuto anche per la vicenda della telefonata con l'ex questore Vito Mattera, durante la quale il giornalista del Mattino concorda tentativi di "salvataggio" dell'allora sindaco di Napoli, Nello Polese; Ermanno Corsi, presidente dell'Ordine campano, che nel corso del TG regionale del 13 febbraio 1993 censura la notizia del primo avviso di garanzia all'ex Ministro Paolo Cirino Pomicino, patron del mensile Itinerario, di cui Corsi e' stato per anni collaboratore; Gianni Ambrosino, consigliere nazionale dell'Ordine, che per evitare lo sfratto esecutivo della suocera, sollecita l'intervento dell'ex questore Mattera presso il commissariato di Posillipo, intervento che e' costato a Mattera il rinvio a giudizio per abuso d'atti d'ufficio, con sentenza prevista per il 12 ottobre davanti alla decima sezione penale del tribunale di Napoli; nella medesima interrogazione si ricorda che l'allora Sostituto procuratore Vincenzo Russo aveva archiviato la richiesta avanzata dalla Procura generale di indagare per interessi in atti d'ufficio nei confronti dei giornalisti del Mattino e Consiglieri dell'ordine regionale Armando Borriello, Gianni Ambrosino e Giuseppe Calise e che lo stesso Russo, insieme ai colleghi della Procura Luigi Frunzio e Armando Cono Lancuba ed al giornalista Calise, aveva beneficiato dei cosiddetti fidi facili del Banco di Napoli sui quali stanno ora indagando i giudici di Salerno che si occupano degli intrecci tra camorra e magistratura; in una seconda interrogazione, il 25 maggio 1993, vengono elencate decisioni scandalose e clientelari dell'ordine della Campania; tra queste il praticantato negato a Carla Di Napoli, per tre anni cronista di giudiziaria del Mattino, decisioni in perfetta sintonia con i desiderata di Pasquale Nonno e con evidente vantaggio patrimoniale dell'azienda Mattino, e i praticantati concessi a numerosi figli d'arte che non hanno i requisiti richiesti dalla legge; tra i figli d'arte citati ci sono Paola Perez, Monica Maisto, figlia del giornalista sportivo Gege' Maisto, Fabrizio Kuhne, rampollo del redattore RAI Italo; questi episodi sono soltanto alcuni esempi dell'affollata casistica di delibere illegali tese ad assegnare ai consiglieri dell'ordine una sorta di diritto d'accesso all'attivita' giornalistica attraverso l'arbitrario riconoscimento dello status professionale; in una interrogazione del 3 luglio 1993, in cui si citano violazioni del codice deontologico ed un appannamento delle regole etiche dell'attivita' giornalistica, si fa particolare riferimento ai numerosi incarichi di Ermanno Corsi, presidente dell'ordine regionale, consulente, tra l'altro, dell'Associazione napoletana costruttori e dell'Unione industriale (con un compenso mensile di lire 1.700.000, incarichi che violano la Carta dei diritti e dei doveri dei giornalisti della RAI, azienda nella quale Corsi lavora con la qualifica di vice redattore capo ed una retribuzione mensile lorda di lire 14.000.000; Corsi si prepara ad una nuova capriola trasformistica e starebbe brigando per ottenere un posto da vice direttore o direttore al Mattino nel caso dovesse risultare vincente l'assalto, da piu' parti condotto, contro Sergio Zavoli, che ha il solo torto di cercare di restituire al quotidiano credibilita' e prestigio dopo gli anni bui della gestione di Pasquale Nonno; e' trascorso oltre un anno dall'ultima interrogazione presentata dalla Rete, ma ai tanti episodi denunciati il Ministro di grazia e giustizia, che pure, per l'articolo 24 della legge istitutiva dell'Ordine dei giornalisti, esercita "l'alta vigilanza sui consigli dell'Ordine", non ha finora fornito alcuna risposta; mentre il Minstro tace, nel maggio 1993 oltre 80 giornalisti campani chiedono le dimissioni dell'intero consiglio dell'Ordine per "le sconcertanti negligenze, le omissioni e le discutibili iniziative adottate"; il 6 maggio 1993, il giorno in cui La Rete presenta l'interrogazione per denunciare gli abusi dell'ordine campano, viene arrestato Lucio Cirino Pomicino, consigliere nazionale per la Campania dell'Ordine dei giornalisti; nei primi giorni del giugno 1993, nel corso di un'assemblea alla RAI, Corsi annuncia numerose querele aventi come primo destinatario l'interrogante, per le affermazioni fatte sull'ordine; delle querele annunciate a giugno non s'e' piu' avuta notizia; negli stessi giorni il Circolo della stampa di Napoli, viene messo, chissa' perche' gratis, a disposizione dell'avvocato Alfredo Bargi, legale di Corsi, accusato dai giudici di Salerno di concorso in associazione camorristica; in quella occasione Bargi attacca violentemente giornali e giornalisti, in particolare i cronisti dell'ANSA, colpevoli di dar spazio a "notizie del tutto infondate"; il 17 settembre 1993 nel corso di un'audizione davanti alla Commissione antimafia il pentito della camorra Pasquale Galasso racconta, tra l'altro, che il redattore capo del Mattino e consigliere dell'Ordine campano Giuseppe Calise si sarebbe rivolto al boss della camorra Carmine Alfieri per far assumere il figlio al quotidiano Roma; soltanto dopo l'audizione di Galasso a fine settembre, il presidente dell'Ordine nazionale Gianni Faustini decide l'apertura di un'inchiesta sull'Ordine campano affidandola all'Ordine del Lazio allora presieduto da Guido Paglia; negli stessi giorni Giuseppe Calise presenta finalmente le dimissioni da consigliere regionale dell'Ordine; dall'apertura dell'inchiesta sono trascorsi dieci mesi; Paglia aveva individuato come primo passo delle sue indagini un incontro con i parlamentari della Rete che avevano denunciato la scandalosa gestione dell'ordine napoletano; questo incontro, nonostante la disponibilita' piu' volte dichiarata dai parlamentari, non e' stato ancora fissato ne' da Paglia, ne' da Gino Falleri che dallo scorso marzo lo ha sostituito alla guida dell'Ordine del Lazio; nello scorso febbraio e' stato distribuito al circolo della stampa un foglio pomposamente intitolato "Giornalismo meridionale" che replica con insulti alle documentate denunce della Rete raccolte nello scorso ottobre in un numero monografico di Iustitia, il mensile regionale del Movimento, dedicato alle questioni dell'informazione in Campania; "Giornalismo meridionale" con polemiche di infimo livello (bastano brevissime citazioni: "Giuseppe Gambale un deputato sbagliato" che presenta "interrogazioni al vomito"; e ancora: "vuoi una copia di Iustitia del deputato Gambale? No, perche' la carta igienica a casa gia' ce l'ho") ripete senza virgolette, ma con estrema precisione, le dichiarazioni piu' volte rese da Ermanno Corsi; l'interrogante, contro gli autori anonimi dei servizi del "Giornalismo meridionale", ha presentato querela alla Procura della Repubblica di Napoli; anche chi tra i consiglieri napoletani sembrava meno contagiato da una gestione disinvolta di un organismo delicatissimo come l'Ordine dei giornalisti; il riferimento e' al consigliere Claudio Azzolini, e' protagonista di episodi discutibili; Azzolini, candidato poi eletto al Parlamento europeo nelle liste di forza Italia ha utilizzato i fascettari dell'Ordine campano per una diffusione mirata della sua propaganda elettorale; una scorrettezza grave, oggetto anche di una protesta dei portavoce dei giornalisti del Gruppo di Fiesole (Giorgio Bonelli delle ACLI), Paolo Butturini della Gazzetta dello Sport e Carlo Verna della RAI) che di recente hanno incontrato nella sede dell'Ordine nazionale il presidente Gianni Faustini; ai portavoce di Fiesole che sollecitavano un immediato intervento nei confronti dell'Ordine campano presieduto da Ermanno Corsi, Faustini non ha saputo fare di meglio che replicare con un imbarazzato e generico: "Provvederemo"; del resto Azzolini non si sottrae alle regole di un gruppo di potere che si autopromuove ed autoperpetua e per il Natale '92 ha regalato ai giornalisti un migliaio di copie de "L'Ultima Napoli", una pubblicazione che raccoglie gli articoli di Ermanno Corsi sul Nuovo Osservatore, il foglio della corrente ex dorotea, diretto da Antonio Gava, Luciano Radi e Vincenzo Scotti, a cui Corsi sarebbe legato anche per l'interessamento dell'ex Ministro per fargli ottenere la promozione a vice redattore capo; se Azzolini avesse regalato la raccolta di articoli con soldi suoi si sarebbe trattato, tutt'al piu', di una scelta opinabile; visto che invece ha utilizzato soldi pubblici (Azzolini e' direttorte centrale della Finanziaria Spi ed Amministratore Delegato del Cisi Napoli Spa, entrambe aziende del gruppo IRI), il suo comportamento forse non e' penalmente rilevante, ma e' certo molto rilevante da un punto di vista deontologico; le ripetute denunce presentate dalla Rete sulle decisioni illegittime adottate dal Consiglio campano riguardano questioni deontologiche (che in piu' di un caso presentano risvolti penali), ma mirano anche a segnalare i pesanti effetti inquinanti che una gestione di tipo clientelare produce nel delicato mondo dell'informazione; tra i praticantati fasulli la Rete ha segnalato quello di Paola Perez, amministrativa del Roma in cassa integrazione, figlia di Enzo Perez, vecchio e stimato cronista di nera del Mattino; Perez, pochi anni fa, aveva avuto il coraggio di dimettersi da Consigliere dell'Ordine campano, per non sottoscrivere la scandalosa decisione di negare il praticantato all'abusiva dal Mattino Carla Di Napoli; per chi governa l'Ordine, Perez andava recuperato, perche' il suo gesto coraggioso rischiava di mettere in crisi il meccanismo di un Ordine che spesso accelera, ritarda o - e' il caso di Carla Di Napoli - addirittura nega l'iscrizione agli albi professionali; due anni dopo la figlia di Perez, impiegata al Roma, ha ottenuto il praticantato e, quindi, il tesserino di giornalista professionista; grazie ad una medievale eredita' del posto di lavoro, dal 1^ luglio e' stata assunta al Mattino scavalcando gli oltre novanta professionisti iscritti in Campania all'elenco dei disoccupati e cassintegrati -: se il Ministro Biondi, che da meno di tre mesi e' il responsabile del Dicastero di via Arenula, intenda dare piena applicazione alla legge che gli assegna compiti di "alta vigilanza" sugli Ordini dei giornalisti; se intenda quindi sollecitare il presidente nazionale Gianni Faustini ad avviare un'indagine sull'Ordine campano che arrivi ad una conclusione in tempi certi, rispettando quanti, parlamentari e giornalisti, ancora credono che il Consiglio dell'Ordine sia qualcosa di diverso da un gruppo concentrato su una gestione privatistica e clientelare delle questioni riguardanti la categoria; se, constatata l'assenza di un'azione efficace e rigorosa, non ritenga di intervenire direttamente, come la legge consente, giungendo, se necessario, fino allo scioglimento del Consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Campania. (4-02601)
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