INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02536 presentata da DE BENETTI LINO (PROG.FEDER.) in data 19940726
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Ai Ministri del tesoro, di grazia e giustizia e del lavoro e previdenza sociale. - Per sapere - premesso che: nell'anno 1985, la Fratelli Masselli Marmi, operante in Apricena (Foggia) nel settore del marmo, per espandere la propria attivita', e far fronte alla forte domanda proveniente dai mercati esteri (soprattutto Germania e Stati Uniti) richiedeva un mutuo di 4,5 miliardi di lire; la Fratelli Masselli Marmi, una delle societa' leader nel settore dell'estrazione e della lavorazione del famoso "marmo di Apricena", impiegava - sempre nel 1985 - circa 130 operai; in data 23 dicembre 1985, giusto atto del notaio Lorenzo Cassano, veniva stipulato un contratto di finanziamento a medio termine, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601, da una parte dalla Fratelli Masselli, dall'altra dal dottor Bonanno Angelo Raffaele quale presidente e rappresentante legale della Banca popolare di Apricena quale mandatario del Mediocredito Regionale della Puglia; "la Fratelli Masselli - si legge nel contratto di mutuo - tramite la Banca popolare di Apricena ha chiesto all'istituto un finanziamento destinato a sopperire al fabbisogno finanziario relativo all'espletamento di un programma di investimento per il riequilibrio dell'assetto aziendale e che l'utilizzo del finanziamento potra' avvenire entro il 28 febbraio 1988..."; nonostante il perfezionamento degli atti richiesti, la somma di 4,5 miliardi, seppur erogati dal Mediocredito, non risulterebbero mai stati accreditati nelle disponibilita' dei Fratelli Masselli, ragion per cui il rappresentante legale della ditta, Michele Masselli, e' stato costretto ad iniziare cosi' un lungo e tortuoso iter giudiziario (anche perche', soprattutto nei piccoli centri, le istituzioni creditizie fanno il bello e cattivo tempo) dopo aver tentato, invano, di avere i giusti ragguagli dalla Banca popolare di Apricena; nel 1988 la Banca popolare di Apricena ha avviato le procedure giudiziarie, pignoramento immobiliare ed esecuzione forzosa di tutti i beni rientranti nelle garanzie della banca stessa che ha portato al fallimento, in data 7 novembre 1990 della Fratelli Masselli; nel 1989 la Banca popolare di Apricena e' stata incorporata dalla Banca popolare di Milano ed a nulla sono serviti gli incontri tra l'imprenditore Michele Masselli ed i rappresentanti della Banca popolare di Milano per avere i richiesti chiarimenti sul "mutuo fantasma" di 4,5 miliardi mai erogati diventati 11,7 miliardi con gli interessi e spese e per evitare il licenziamento di 130 operai; in data 3 maggio 1994, nonostante le opposizioni dei legali, sono stati messi all'asta tutti i beni della Fratelli Masselli: tre stabilimenti, otto appartamenti, un negozio, sei appezzamenti di terreni; nel maggio 1994 viene presentato, da parte dell'imprenditore, un esposto al Consiglio superiore della magistratura; il 10 giugno 1994 il gip del tribunale di Lucera, su richiesta del pubblico ministero, spicca ordinanza di custodia cautelare immediatamente eseguita dalle forze dell'ordine, nei confronti dell'ex direttore generale della Banca popolare di Apricena, Vincenzo Cardella ed Angelo Bonanno, presidente e rappresentante legale della Banca popolare di Apricena con l'accusa di bancarotta fraudolenta, false comunicazioni sociali ed utilizzazione di fatture per operazioni in parte inesistenti -: per quale ragione la Banca popolare di Apricena, pur avendo ricevuto un finanziamento di 4,5 miliardi di lire dal Mediocredito della Puglia da girare alla Fratelli Masselli, pare non lo abbia mai erogato sul conto corrente nella piena disponibilita' della ditta; per quale arcano marchingegno, nonostante la mancata erogazione, la Banca abbia richiesto ed ottenuto istanze di fallimento per un importo di 11,7 miliardi; se i rapporti tra banche ed imprese siano improntati alla chiarezza e trasparenza o non siano viziati da patti leonini dove i piu' deboli sono destinati a soccombere; per quale motivo la Banca d'Italia, pur informata da un esposto inviato in data 8 novembre 1993 dai legali dei fratelli Masselli, si sia disinteressata pilatescamente della vicenda; se trovino giusto, serio e responsabile che per mera negligenza degli istituti di credito, molte imprese debbano soccombere mettendo sulla strada centinaia di famiglie ed aumentando drammaticamente la disoccupazione in aree del paese depresse e gia' drammaticamente provate da tale gravissimo fenomeno; quale ruolo abbia svolto nella vicenda la Banca popolare di Milano i cui ex dirigenti risulterebbero indagati dalla procura di Milano per l'acquisto della B.p.A. oltre che per la vicenda del crack, dell'Istituto Finanziario Milanese (I.F.M.); quali misure urgenti si intendano adottare per fare in modo che fatti di tale inaudita gravita', come quelli accaduti alla Fratelli Masselli di Apricena, non abbiano piu' a ripetersi. (4-02536)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02536 presentata da DE BENETTI LINO (PROG.FEDER.) in data 19940726
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19940726-19950616
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02536 presentata da DE BENETTI LINO (PROG.FEDER.) in data 19940726
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
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DE BENETTI LINO (PROG.FEDER.)
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SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DEL TESORO
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