INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02457 presentata da ZANELLA LUANA (MISTO-VERDI-L'ULIVO) in data 13/03/2002

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Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-02457 presentata da LUANA ZANELLA mercoledì 13 marzo 2002 nella seduta n. 115 ZANELLA. - Al Ministro della difesa, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: il poligono militare interforze di Salto di Quirra, in Sardegna, occupa una superficie di circa 12 mila ettari, estendendosi su tutta la zona del Salto di Quirra e arrivando quasi ai margini della baia di Capo San Lorenzo. Costruito nella seconda metà degli anni '50 su richiesta dei vertici dell'aeronautica militare italiana, che reclamavano un poligono di tiro per la sperimentazione di nuove armi, esso nacque essenzialmente per scopi scientifici, per le ricerche meteorologiche spaziali sperimentali e per l'esecuzione di prove in volo di vari prototipi di missili aerobersagli e addestrativi, attività mai cessata tanto che in tale poligono è in corso da alcuni mesi, nella massima riservatezza, la sperimentazione del primo vettore antimissile europeo; da molti anni la popolazione del luogo, forze politiche di vario orientamento, associazioni e organi di stampa hanno denunciato l'uso di materiali radioattivi all'interno del poligono, circostanza smentita a più riprese dal Ministero della difesa nonostante sulla rete metallica posta a protezione delle carcasse di carri-bersaglio impiegati nelle esercitazioni chiunque potesse leggere la scritta «Pericolo-Residui radioattivi sparsi sul terreno»; tale attività ha da sempre destato forti timori nella popolazione, preoccupazione accresciutasi a dismisura negli ultimi anni in relazione alla crescita esponenziale, e apparentemente ingiustificabile, di casi di tumori al sistema emolinfatico (lo stesso tipo di patologia che ha colpito numerosi nostri militari in missione in Bosnia) nel piccolo villaggio di Quirra, nelle immediate vicinanze della base militare, dove su una popolazione di 150 persone si sono registrati 13 casi mortali di linfoma nel corso degli ultimi 5 anni, percentuale assolutamente anomala e non riscontrabile in nessuna altra zona d'Italia; già nel corso degli anni ottanta, inoltre, nella zona tra Quirra e Villaputzu, si erano registrate numerose nascite con gravi malformazioni e anche alcuni militari in servizio presso la base erano stati colpiti da tumore. In particolare, la Corte di cassazione ha recentemente riconosciuto un rapporto diretto di causa-effetto per la morte, avvenuta nel 1977, di Lorenzo Michelini, soldato di leva in servizio presso il poligono, ai familiari del quale è stato assegnato un indennizzo per causa di servizio; in seguito alla denuncia del sindaco di Quirra e ad alcune interrogazioni parlamentari veniva avviata dalla procura di Cagliari un'inchiesta volta ad accertare l'effettiva esistenza di un nesso causale tra le morti e l'attività del poligono, l'Azienda sanitaria locale effettuava analisi sul suolo e dava notizia della volontà di effettuare prossimamente uno studio epidemiologico sulla popolazione residente in prossimità della base e i carabinieri della compagnia San Vito prelevavano campioni di terreno da inviare all'istituto superiore della sanità allo scopo di accertare la presenza di residui radioattivi, in particolare uranio impoverito. Nello scorso mese di febbraio, infine, il sottosegretario alla difesa annunciava un'«inchiesta dettagliata che sarà resa pubblica nei prossimi mesi»; a fronte di tale allarmante vicenda destano sconcerto e indignazione gli avvenimenti succedutisi negli ultimi giorni e, in particolare, che le autorità militari della base, oltre a continuare a negare l'uso di materiali radioattivi, abbiano rimosso o goffamente «ritoccato» i cartelli posti sulle recinzioni ora riportanti la scritta «residui attivi sul terreno»; in data 5 marzo 2002 le agenzie di stampa battevano la notizia dell'imminente creazione di un secondo punto di comando e controllo, dotato di sofisticatissime tecnologie, a Capo San Lorenzo, da affiancare a quello già esistente all'interno del poligono; in data 8 marzo 2002l'Azienda sanitaria locale rendeva noti i risultati delle analisi sul terreno richieste dalla procura militare, annunciando che non era stata trovata traccia di uranio impoverito o di altri materiali radioattivi bensì una quantità di arsenico - 1402 milligrammi per chilo di terra - 700 volte superiore a quella consentita dalla legge. Sulla scorta di tali risultati il presidente della giunta regionale si affrettava a dichiarare che le responsabilità dei militari erano definitivamente escluse e che si sarebbe proceduto al più presto a una bonifica della zona, che sarebbe stata per intanto recintata; sempre negli stessi giorni si apprendeva che, contrariamente a quanto affermato ai giornali dal sottosegretario alla difesa, non era stata istituita alcuna commissione d'inchiesta ma semplicemente affidato ad un singolo esperto, il dottor Francesco Riccobono, docente di geochimica ambientale all'università di Siena, il compito di effettuare prelievi nella zona che si presumeva contaminata. Quest'ultimo, nel corso di una sorta di «manifestazione pubblica» organizzata dal sottosegretario alla difesa e alla presenza di telecamere e giornalisti, prelevava tre piccoli campioni di terreno - all'interno della base missilistica di San Lorenzo, sulla spiaggia dove vengono lanciati missili hawks contro radiobersagli, e nelle zone di montagna dove i vecchi carri armati vengono colpiti da proiettili speciali («penetratori cinetici») durante le esercitazioni - riservandosi di far conoscere in un non meglio precisato «futuro» i risultati delle analisi -: perché non sia stata aperta un'inchiesta del Ministero della difesa in seguito alla rimozione o all'occultamento della segnaletica indicante la presenza di residui radioattivi posta sulla rete di recinzione della base militare; perché non sia stata costituita una commissione ministeriale, dotata di mezzi e strumenti adeguati, e non siano stati convocati e ascoltati anche esperti indipendenti e della comunità scientifica internazionale; se non ritenga che la pur gravissima scoperta di percentuali di arsenico nel terreno della zona di Quirra non abbia alcun attinenza con i casi di tumore riscontrati negli ultimi anni, considerato che in sede scientifica non è stato fino ad oggi provato un legame tra gli effetti nocivi dell'arsenico e l'insorgenza di patologie del sistema emolinfatico, al contrario di quanto la letteratura in materia ha rilevato per l'esposizione ad uranio impoverito; se risponda al vero la notizia della prossima costruzione di una nuova base militare nella stessa zona del poligono di Salto di Quirra e se non ritenga che ciò, qualora rispondesse a verità, costituirebbe un vero e proprio oltraggio alla popolazione di quei luoghi, oltre a costituire una decisione del tutto immotivata, almeno fino a quando non sia stata fatta piena luce sulle ripercussioni nocive sull'ambiente delle attività poste in essere nel poligono di Salto di Quirra. (4-02457)
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