INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02436 presentata da GRIBAUDO CHIARA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 07/11/2013

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-02436 presentato da GRIBAUDO Chiara testo di Giovedì 7 novembre 2013, seduta n. 113 GRIBAUDO , MADIA e PARIS . — Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che: il numero di detenuti è in costante aumento nelle carceri italiane ed è ormai arrivato a 65.891 unità, a fronte di circa 47.040 posti disponibili secondo i dati ufficiali (tuttavia corretti al ribasso dall'Osservatorio indipendente dell'associazione Antigone, secondo la quale i posti realmente disponibili sarebbero 37 mila, con un rapporto di 100 ogni 180 detenuti). Una sproporzione più volte denunciata dal Capo dello Stato, che è stata recentemente oggetto di sanzione da parte dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, con sentenza depositata in data «8 gennaio 2013, per la riconosciuta incompatibilità dell'attuale sistema carcerario italiano con l'articolo 3 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, in riferimento alla proibizione di trattamenti inumani e degradanti. Sempre secondo la Corte l'Italia si collocherebbe infatti al terzo posto in questa classifica negativa, dopo Serbia e Grecia. Al confronto di questi numeri, l'esiguo numero di psicologi esperti ai sensi dell'articolo 80 della legge n.354 del 1975, circa 380 a livello nazionale, che prestano servizio nelle carceri con una presenza media di 30 ore mensili, progressivamente ridottasi nel tempo e oramai insufficiente a fronte: a) delle esigenze di osservazione (legge n.354 del 1975); b) del trattamento inteso come «riabilitazione e sostegno» (circolare del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria – DAP n.0181045-2007 sull'accoglienza); c) della valutazione sulla pericolosità (articoli 4- bis e 14- bis della legge n.354 del 1975 – circolare DAP 3619/6069 del 2009). Secondi dati riferiti dal Garante dei diritti del Lazio, il 50 per cento dei detenuti assume psicofarmaci e solo il 10 per cento può contare su un sostegno psicologico. Il numero di detenuti morti intra moenia arrivato a 2.212 unità dal 2000 al 2013, di cui 792 per suicidio, 40 dall'inizio del corrente anno (fonte: Centro Studi Ristretti Orizzonti – aggiornamento al 14 ottobre 2013). Un dato che si mantiene costantemente alto come emerge anche dalla serie storica degli «Eventi critici negli istituti penitenziari, anni 1992-2012» del Ministero della giustizia (aggiornamento al 31 dicembre 2012). Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1 o aprile 2008 con cui il personale medico della amministrazione penitenziaria è transitato sotto il Servizio sanitario nazionale e che, sopprimendo i relativi ruoli tra i quali quello dello psicologo, non ha tuttavia permesso il passaggio al Servizio sanitario nazionale degli esperti ma solo dei pochissimi psicologi che erano dipendenti in base alle tipologie di contratto e non alle funzioni effettivamente svolte. Sono nate da ciò varie questioni di «incompatibilità», per effetto dal trasferimento al Servizio sanitario nazionale di alcune funzioni svolte dagli esperti psicologi (visita nuovo ingresso, prevenzione del suicidio e disagio) senza che al contempo fosse riconosciuto a questi ultimi il detto passaggio al Servizio sanitario nazionale. In tal modo, infatti, si è spesso determinata una sovrapposizione di interventi per la quale il detenuto è costretto a relazionarsi in vari momenti con uno psicologo del Servizio sanitario nazionale per la visita di primo ingresso, con un diverso psicologo del SerT qualora tossicodipendente, con un terzo psicologo dell'amministrazione se «definitivo», per l'osservazione e l'eventuale ammissione alle misure alternative. Tutto ciò ad evidente discapito della continuità e della coerenza dell'assistenza psicologica, di osservazione e di trattamento ai sensi del detto articolo 80 della legge n.354 del 1975. Le «prime osservazioni» sulla circolare 3645/6095 dell'11 giugno 2013 rese dalla Società italiana psicologia penitenziaria il 24 giugno 2013 sottolineano da parte degli psicologi penitenziari in particolare le esigenze relative: a) alla creazione di un’«area funzionale» di psicologia penitenziaria che migliori gli interventi e riconosca l'esperienza trentennale di queste figure; b) ad una stabilizzazione e continuità contrattuale; c) ad un aumento significativo del monte ore «per offrire un servizio dignitoso ed eticamente accettabile sia per i detenuti sia per gli operatori». Nel protocollo d'intesa siglato il 5 dicembre 2005 tra Ministero della giustizia – DAP, CNP e AUPI si era concordato: a) il riconoscimento del ruolo, con il superamento di fatto delle 64 ore mensili; b) un impegno per la rideterminazione degli organici e per un monte ore più adeguato; c) la previsione di un servizio o presidio per una migliore organizzazione dell'intervento, anche attraverso proposte normative; d) un impegno a rivedere i compensi orari, pur nella considerazione delle risorse disponibili; e) un impegno a non disperdere la professionalità, a «non vanificare le legittime aspettative di futura stabilizzazione» a tempo indeterminato e a favorire la stabilità delle convenzioni annuali. Nelle dette «prime osservazioni sulla circolare 3645/6095» si richiedeva anche la costituzione di «un gruppo di lavoro con tempi ristretti e definiti per trovare le soluzioni più opportune e coerenti tra il protocollo d'intesa del 2005 con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1 o aprile 2008, sospendendo la circolare stessa in attesa degli esiti del gruppo di lavoro. A tale specifica richiesta non risulta ad oggi giunta esplicita risposta. Nella risposta del Capo dipartimento amministrazione penitenziaria è possibile leggere «l'auspicabile necessità di un consistente aumento di budget a disposizione facendo leva sul significativo sovraffollamento delle nostre strutture», ma tuttavia che «le aspettative di transito al Servizio sanitario nazionale non possono allo stato essere soddisfatte» l'ufficio legislativo del Ministero della giustizia ha già espresso un iniziale parere negativo relativamente alla possibilità di procedere all'assunzione dei professionisti già in organico fino ad esaurimento in deroga a concorsi pubblici, ipotesi che pure era emersa in occasione dell'incontro fra il vice capo dipartimento vicario e una delegazione dei detti professionisti–: quali misure intenda intraprendere per affrontare il potenziamento del personale civile nelle carceri, ed in particolare degli psicologi esperti ai sensi della legge n.354 del 1975, specie alla luce del rilevante sovraffollamento; quali misure si intendano assumere per la stabilizzazione del rapporto lavorativo degli esperti psicologi e per un significativo aumento dell'esiguo monte ore; quale sia l'orientamento nei confronti della creazione di un gruppo di lavoro per l'armonizzazione del protocollo d'intesa 2005 con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1 o aprile 2008, anche con riferimento alla possibile creazione di una specifica «area funzionale» di psicologia penitenziaria atta ad evitare la parcellizzazione degli interventi (colloqui di primo ingresso, prevenzione del suicidio, sostegno agli imputati, prevenzione del disagio, interventi negli «eventi critici», osservazione della personalità) e i problemi di «incompatibilità». (4-02436)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02436 presentata da GRIBAUDO CHIARA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 07/11/2013 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
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MADIA MARIA ANNA (PARTITO DEMOCRATICO) 
PARIS VALENTINA (PARTITO DEMOCRATICO) 
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