INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01661 presentata da ZANELLA LUANA (MISTO-VERDI-L'ULIVO) in data 13/12/2001

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Interrogazione a risposta scritta Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-01661 presentata da LUANA ZANELLA giovedì 13 dicembre 2001 nella seduta n. 075 ZANELLA, BULGARELLI, CENTO, CIMA e GROTTO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: nel 1994 la procura della Repubblica di Trento avviava un indagine relativa all'utilizzo di plasma infetto di provenienza illecita o non certificata utilizzato per la produzione di emoderivati, con conseguente diffusione tra numerose persone di epidemia per virus HIV, HBV e HCV. In tale indagine venivano inizialmente coinvolti il titolare del Centro Trasfusionale locale, Michele Rubertelli e personale delle aziende Sclavo (gruppo Marcucci) e Padmore, società offshore britannica con sede nelle Isole Vergini, controllata dalla stessa Marcucci; il 1 o luglio 2000 la procura della Repubblica di Trento presentava richiesta di rinvio a giudizio per ventisette imputati, coinvolti a vario titolo nella vicenda, tra i quali: Guelfo e Paolo Marcucci, titolari dell'omonima ditta avente al tempo l'esclusiva in Italia per la lavorazione degli emoderivati, Duilio Poggiolini, ex direttore generale del Ministero della Sanità e Alessandro Corallo, titolare della Copla di Santa Marinella (Roma), oltre a numerosi dipendenti e funzionari pubblici; il 12 dicembre 2000, all'udienza preliminare del processo penale, alla quale si erano presentati come parte civile 1340 soggetti emofiliaci, vittime delle trasfusioni effettuate con sangue infetto, e che doveva tenersi per i reati di cui agli articoli 81 comma 1, 2, 110, 113, 438 comma 1 e 2 codice penale, 81 comma 1, 2, 56, 452 codice penale, 624, 625 n. 7, con le aggravanti di cui all'articolo 61 n. 3, 7, 9, 11, il Giudice Giorgio Flaim rinviava gli atti alla Procura di Trento in seguito ad un'eccezione procedurale sollevata dagli avvocati del gruppo farmaceutico Marcucci, imputato al processo per aver commercializzato prodotti di cui conosceva l'inaffidabilità, essendo essi derivati da sangue non testato (proveniente anche da paesi dell'Est Europeo, soprattutto Polonia e Romania) e suscettibile dunque di infezione, come effettivamente risultò dalle analisi effettuate all'avvio delle indagini sulla quantità rimanente della stessa partita; tali prodotti, inizialmente custoditi presso i magazzini Cariplo di Pavia, furono quindi lasciati a bordo di un autocarro refrigerato per circa tre mesi, in attesa di trovare altre celle frigorifere in affitto, in seguito reperite, parte presso la ditta milanese Farmarecord srl e, per la maggior quantità, presso i Magazzini Generali di Padova, dove il plasma fu stoccato in bidoni e occultato tra contenitori contenenti interiora animali e ortaggi; nella sola Italia, in base alle richieste di indennizzo presentate al Ministero della sanità, sono noti i seguenti dati relativi alle persone che hanno subito danni dall'utilizzo dei prodotti in oggetto: 409 deceduti per Aids, ma portatori anche di epatite cronica; 924 infettati da virus Hiv su una popolazione iscritta al registro dei coagulopatici cronici di 8046 persone, pari ad una percentuale dell'11,483 per cento; 2142 infettati per Hcv, sulla popolazione degli iscritti, pari a 26,621 per cento; 86 partners dei coagulopatici cronici deceduti; 443 infettati per Hbv dal 1 o luglio 1985 al 30 settembre 1999; si apprende dalla stampa che il Giudice del Tribunale di Trento, Giorgio Flaim, ha chiarito nel corso dell'udienza preliminare che il Ministero della salute non si costituirà parte civile al processo ripreso in questi giorni non avendone fatta richiesta nei tempi utili, con la conseguenza di non poter prendere posizione in relazione alle prove presentate a supporto delle accuse -: se non ritenga fatto di inaudita gravità la mancata costituzione come parte civile del Ministero della salute, soprattutto in considerazione del tormentatissimo iter giudiziario che le vittime, in gran parte decedute, hanno dovuto sopportare in questi anni, come ricordato da Angelo Magrini, presidente dell'Associazione Politrasfusi, che ha portato in giudizio il dicastero citandolo in qualità di «responsabile civile»; se non ritenga la latitanza del Ministero della salute un'offesa intollerabile portata ai familiari delle vittime, costrette ad affrontare in questi anni sofferenze e ingenti spese economiche per assistere i propri cari senza che nessun risarcimento sia stato a tutt'oggi erogato a loro favore; quali misure intenda intraprendere per appurare i motivi che hanno determinato la gravissima decisione del Ministero e, nel caso in cui essa derivi da colpevole negligenza nel rispettare i termini prescritti per la presentazione dell'istanza di costituzione di parte civile, se ritenga di dover sanzionare adeguatamente eventuali responsabilità personali che dovessero emergere.(4-01661)
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Camera dei Deputati 
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 
BULGARELLI MAURO (MISTO-VERDI-L'ULIVO) 
CENTO PIER PAOLO (MISTO-VERDI-L'ULIVO) 
CIMA LAURA (MISTO-VERDI-L'ULIVO) 
GROTTO FRANCO (MISTO-SOCIALISTI DEMOCRATICI ITALIANI) 
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ZANELLA LUANA (MISTO-VERDI-L'ULIVO) 

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