INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01637 presentata da CASSON FELICE (L'ULIVO) in data 28/03/2007
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Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-01637 presentata da FELICE CASSON mercoledì 28 marzo 2007 nella seduta n.131 CASSON, FILIPPI, BRUTTI Paolo, BARBOLINI, SCARPETTI, ROILO, BELLINI, MELE, DI SIENA, MERCATALI, MAZZARELLO - Ai Ministri del lavoro e della previdenza sociale, delle infrastrutture e dell'economia e delle finanze - Premesso che: la legge 27 marzo 1992, n. 257, ha previsto la cessazione dell'impiego dell'amianto in Italia, anche se in notevole ritardo rispetto a cognizioni scientifiche solide e confermate sulla natura cancerogena di questa fibra- killer (la Corte di cassazione ha individuato nei primi anni '60 l'epoca di questa comune e pubblica consapevolezza); la situazione determinatasi all'epoca per i lavoratori dell'amianto era di vera emergenza, a causa dell'insorgenza di gravissime patologie, spesso letali, nei lavoratori stessi; in particolare, dal Registro nazionale dei mesoteliomi risulta ancora oggi un aumento del 20 per cento annuo di tali affezioni, cosicché le persone colpite da mesotelioma pleurico a causa dell'amianto sono ogni anno circa 1.200; l'amianto causa ogni anno oltre 120.000 decessi nel mondo per malattie tumorali; il picco di queste patologie tumorali è previsto tra il 2020 e il 2025 (alcuni scienziati parlano addirittura del 2040); la chiusura delle attività legate all'amianto e la cessazione del suo impiego in Italia non hanno fatto venir meno l'emergenza, sia perché le patologie asbesto-correlate hanno una latenza lunghissima (superiore anche ai trent'anni), sia perché le bonifiche previste dalla normativa del 1992 sono rimaste spesso lettera morta, sia perché numerosissimi sono i lavoratori che continuano ad avere la necessità di ricorrere alle aziende e agli enti previdenziali per vedere riconosciuto il periodo di esposizione e quindi i correlati benefici (amministrativi, previdenziali e processuali); la mancanza di prove adeguate dei periodi di esposizione e delle mansioni svolte continua a determinare per tutte le categorie di lavoratori gravi e ingiusti danni, perché in mancanza di prova non è loro consentito di pretendere dal giudice o dagli enti previdenziali il giusto riconoscimento ed indennizzo; questa pretesa carenza degli elementi probatori sulla carriera lavorativa è una caratteristica riscontrata spesso (non solo nel passato e anche per altri operai a contatto con sostanze cancerogene, come il CVM-PVC) ai danni dei lavoratori ed ha costituito, per così dire, il "paravento" dietro al quale si sono nascosti e si nascondono, colpevolmente, giudici ed autorità amministrative nel momento in cui sarebbe invece necessario venire incontro alle legittime aspettative dei lavoratori; in particolare, da tutta Italia giungono moltissime segnalazioni di lavoratori e di ex-lavoratori presso le Ferrovie statali, relativamente al fatto che, avendo la necessità di ricostruire la propria carriera lavorativa ed essendosi perciò rivolti a Trenitalia S.p.A. in primis , ma anche all'INAIL e all'INPS (a seconda delle procedure e delle competenze), tali enti e società o non provvedono a rilasciare i curricula vitae , o si limitano a generiche, e quindi del tutto inutili, certificazioni del servizio, con la conseguenza che le richieste dei lavoratori continuano a rimanere inevase ed insoddisfatte anche per anni; tutto ciò, tra l'altro, costituisce assoluta inottemperanza rispetto alle disposizioni di cui alla legge 24 novembre 2003, n. 326, e al decreto interministeriale 27 ottobre 2004, in materia di benefici per i dipendenti lungamente esposti all'amianto e a fibre simili; questi comportamenti rappresentano in ogni modo un inammissibile ostacolo alla piena espressione ed estrinsecazione dei diritti dei lavoratori, si chiede di sapere: se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di questa situazione, persistente e contra legem ; quali iniziative urgenti intendano adottare e se, in particolare, intendano dare indicazioni specifiche agli enti pubblici INAIL e INPS e alla società Trenitalia (a partecipazione pubblica), affinché ai lavoratori istanti venga fornita corretta, completa, tempestiva (perché dovuta) risposta; se, ancora più in particolare, ritengano opportuno specificare agli enti citati, e per le parti di rispettiva competenza, che deve considerarsi valida (a tutti gli effetti e con le ovvie conseguenze anche di responsabilità personale) l'autocertificazione sostitutiva dei lavoratori, qualora l'istanza inoltrata a Trenitalia rimanga, per un tempo lungo ma determinato, priva di considerazione e di risposta. (4-01637)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01637 presentata da CASSON FELICE (L'ULIVO) in data 28/03/2007
Senato della Repubblica
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20070328
20070328
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01637 presentata da CASSON FELICE (L'ULIVO) in data 28/03/2007
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
BELLINI GIOVANNI (L'ULIVO)
FILIPPI MARCO (L'ULIVO)
BARBOLINI GIULIANO (L'ULIVO)
ROILO GIORGIO (L'ULIVO)
BRUTTI PAOLO (L'ULIVO)
DI SIENA PIERO (L'ULIVO)
MELE GIORGIO (L'ULIVO)
SCARPETTI LIDO (L'ULIVO)
MAZZARELLO GRAZIANO (L'ULIVO)
MERCATALI VIDMER (L'ULIVO)
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4/01637
CASSON FELICE (L'ULIVO)