INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01542 presentata da PECORARO SCANIO ALFONSO (PROG.FEDER.) in data 19940620
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Ai Ministri delle risorse agricole, alimentari e forestali e dell'ambiente. - Per sapere - premesso che: secondo notizie diffuse dal ministro delle risorse agricole, alimentari e forestali, onorevole Poli Bortone, la delegazione italiana presso il Consiglio dell'Unione europea sosterra' lo slittamento del bando delle reti pelagiche derivanti (cosiddette "spadare") dal 1997 al 2004; sempre in quella sede, verra' difesa la possibilita' di utilizzare reti da posta derivante lunghe 9 chilometri "cio' al fine di assicurare una redditivita' alle imprese di pesca interessate, tenuto conto delle specificita' del Mediterraneo e della salvaguardia delle specie protette"; in data 6 agosto 1991 il Ministero della marina mercantile emanava un decreto ministeriale nel quale stabiliva una lunghezza massima di 2500 metri per le reti abilitate alla pesca ravvicinata anticipando il regolamento Cee; l'Italia ha recepito il regolamento della Cee n. 345/92, modificativo del regolamento n. 3094/18 e la successiva risoluzione Onu n. 46/215 che prevede la moratoria all'uso delle reti derivanti d'altura a partire dal 31 dicembre 1993; nell'Assemblea generale del 1994 dell'Unione internazionale per la conservazione della natura e delle risorse naturali (U.I.C.N.) veniva posto in evidenza come l'Italia impieghi ancora oggi una flotta di ben 720 pescherecci d'alto mare, tutti utilizzanti reti derivanti dalla lunghezza media di 12,5 chilometri (come stimato da uno studio scientifico commissionato dal ministero stesso). L'assemblea richiedeva, pertanto, da parte dell'Italia il rispetto integrale della risoluzione n. 46/215; il mancato rispetto della risoluzione causerebbe danni incalcolabili al patrimonio faunistico marino del Mediterraneo a causa della non selettivita' delle "spadare" con le quali vengono catturate anche specie animali particolarmente protette, come i delfini, inseriti nell'allegato II della "Convenzione della fauna e degli habitat naturali d'Europa" (Convenzione di Berna) ratificata dall'Italia con legge 503/81 nonche' dal decreto ministeriale 21 maggio 1980 che vieta la cattura e la pesca di delfini, capodogli e tartarughe marine; secondo uno studio promosso dal Ministero della marina mercantile, risulta che solo il 18 per cento del pescato e' costituito dalla specie ricercata, ossia il pescespada, mentre animali di altre specie quali delfini, capodogli e tartarughe marine rimangono impigliati in tali reti e vengono uccisi; allo stato attuale, e quindi con le limitazioni anzidette, sono numerosi i casi di violazioni dei regolamenti e, secondo dati forniti dal Ministero della marina mercantile, la lunghezza media delle reti utilizzate e' di 12,5 chilometri; il Parlamento europeo esaminera' nel mese di giugno la proposta di regolamento per interdire definitivamente l'uso delle spadare entro il 1997 -: se non ritengano che le posizioni siano compatibili con gli impegni assunti dall'Italia nell'Unione europea; se non ritengano che lo Stato italiano abbia l'obbligo di intervenire per evitare la violazione di tali obblighi derivanti da norme interne e internazionali, onde evitare responsabilita' penali ai sensi dell'articolo 40 del codice penale; se rispondano a verita' le dichiarazioni riportate dalla stampa riguardo alla presunta circolare inviata alle Capitanerie di porto nella quale il ministro chiederebbe di non elevare verbali ai pescatori che contravvengano alle disposizioni riguardo alla lunghezza consentita dalle reti pelagiche derivanti, in attesa delle decisioni che saranno assunte in sede internazionale. (4-01542)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01542 presentata da PECORARO SCANIO ALFONSO (PROG.FEDER.) in data 19940620
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
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PECORARO SCANIO ALFONSO (PROG.FEDER.)