INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00506 presentata da BIANCOFIORE MICHAELA (FORZA ITALIA) in data 10/07/2006

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Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-00506 presentata da MICHAELA BIANCOFIORE lunedì 10 luglio 2006 nella seduta n.022 BIANCOFIORE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: il 24 giugno la popolazione di lingua tedesca dell'Alto Adige ha festeggiato - come ogni anno, la ricorrenza cristiana del «voto al Sacro Cuore» compiutosi - per la prima volta, nel 1796. In quell'anno, infatti, le truppe francesi che dilagavano in tutta Europa, capeggiate da Napoleone I intendevano invadere la regione da sud dopo aver conquistato Milano, per ricongiungersi sull'Inn con il generale Moreau e marciare su Vienna. Viste le intenzioni dei francesi, i rappresentanti della Dieta del Tirolo si riunirono a Bolzano (nell'attuale Alto Adige) per cercare di far fronte al nemico. Messi alle strette dallo strapotere delle truppe francesi, fecero la proposta di affidare la regione alla protezione del «Sacro Cuore di Gesù» attraverso un voto e di confidare così nell'appoggio del Signore. I rappresentanti della regione giurarono in nome del popolo di santificare ogni anno la ricorrenza del Sacro Cuore di Gesù attraverso dei fuochi sacri che si accendono sulle montagne e quale giornata del Sacro Cuore fu scelto il secondo venerdì dopo il Corpus Domini. Accadde però che il 5 settembre Napoleone, incalzando le truppe austriache, entrò in Trento. Ma qui avvenne il prodigio che i tirolesi appunto ascrivono al voto del Sacro Cuore. Anzichè proseguire lungo l'Adige verso Bolzano per ricongiungersi con Moreau sull'Inn, come era nei piani, Napoleone si diresse verso est, prese la strada per la Valsugana puntando su Vienna attraverso il Friuli. Il Tirolo fu così risparmiato. Il Sacro Cuore aveva fatto il miracolo e la Heimat (la Patria) si ritenne salvaguardata dall'invasore straniero; i fatti storici sopra esposti sono stati strumentalmente e irresponsabilmente enfatizzati negli anni contro la presenza italiana in Alto Adige da alcuni partiti politici di lingua tedesca e da sedicenti gruppi folcloristici a tal punto da sfociare, nel 1961, in quella triste pagina di storia altoatesina che si ricorda come «notte dei fuochi» e che diede inizio con ben 37 deflagrazioni di tritolo e dozzine e dozzine di tralicci dell'alta tensione abbattuti, mettendo al buio la città di Bolzano e soprattutto la sua zona industriale «italiana», alla stagione delle bombe altoatesine. Stagione proseguita con la morte di civili e militari italiani ed assalti contro i «simboli dello Stato» che in molti, ancora oggi, vogliono sminuire facendola passare come «guerra di liberazione», giustificando o meglio volutamente dimenticando, che in quella stagione si sparò su carabinieri, alpini e finanzieri, si fecero saltare le camionette e le caserme e il sangue di nostri concittadini scorse a fiumi; tale atteggiamento pericoloso e irresponsabile è con scadenza annuale reiterato e che quest'anno, ricorrenza del 45 o anniversario della su citata notte dei fuochi, ha visto sostenitori dell'idea della «patria da liberare» attraverso il comunicato stampa allegato, i giovani del partito di estrema destra tedesco, Union für Südtirol , già protagonista di atti quali il fascio littorio e il tricolore italiano impressi sulla carta igienica, o manifesti che rappresentavano lo Stato italiano come un water nel quale espletare i propri bisogni fisiologici; nel suddetto comunicato i giovani dell' Union für Südtirol parlano deliberatamente di attualità del voto del Sacro Cuore come «richiamo alla libertà, che ad oggi manca in Alto Adige che dopo 200 anni è sotto l'occupazione dell'Italia»; nello stesso comunicato si inneggia alla notte dei fuochi citando esplicitamente gli attentati ai tralicci giustificati come «un forte segnale contro l'oppressione del popolo e per la libertà della Patria»; nello stesso comunicato si allude alla bandiera tirolese, che si chiede di issare innanzi a tutte le case sudtirolesi quale bandiera della «Patria Tirolese» rifiutando di conseguenza l'appartenenza all'Italia e di riconoscersi nel tricolore italiano, così come chiese esplicitamente il Presidente della Repubblica Ciampi nel corso dei festeggiamenti del 4 novembre 2001; nello stesso comunicato si lascia intendere che la libertà o meglio l'autonomia si è conquistata grazie all'uso delle «armi che nel 2006 non servono più per esprimere il desiderio di libertà»; a giudizio dell'interrogante, tali comportamenti integrano gli estremi di reati gravi quali l'istigazione al terrorismo, il vilipendio della Repubblica e della bandiera, nonché l'attentato contro l'unità dello Stato. Essi costituiscono, inoltre, una palese violazione anche della cosiddetta legge Mancino in materia di razzismo (recentemente modificata dalla legge di integrazione al codice penale in materia di reati d'opinione) che prevede la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenze o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi -: se e quali iniziative intenda intraprendere per porre fine a questi comportamenti che costituiscono atti simbolici contro lo Stato italiano e di conseguenza contro i suoi cittadini di lingua italiana residenti in Alto Adige; se intenda adottare iniziative normative volte a porre fuori legge, come già accaduto in passato in altri Stati europei (leggasi la Spagna), partiti e sedicenti gruppi folcloristici che continuino a macchiarsi deliberatamente e senza motivi di tali reati. (4-00506)
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