INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/03438 presentata da TARADASH MARCO (FORZA ITALIA) in data 19990215
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic3_03438_13 an entity of type: aic
Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: il 10 febbraio 1999, nel corso del processo per l'omicidio di Marta Russo, con una dichiarazione spontanea resa davanti alla I Corte d'Assise, il signor Francesco Liparota, imputato per concorso nell'uccisione di Marta Russo, ha confermato e motivato la ritrattazione delle accuse nei confronti dei signori Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, imputati per l'omicidio della studentessa. In un primo momento infatti il Liparota aveva avvalorato la testimonianza della "super-teste" Gabriella Alletto, che ha dichiarato che il giorno dell'omicidio della studentessa aveva visto i due imputati nell'aula dell'istituto di filosofia del diritto, da cui secondo le tesi della pubblica accusa sarebbe partito lo sparo, i due imputati; nel corso dell'udienza del 10 febbraio 1999 il signor Liparota, usciere dell'istituto di filosofia del diritto, ha dichiarato: "Non ho mai vissuto la scena raccontata da Gabriella Alletto e non sono mai stato nella stanza 6 assieme a lei, a Giovanni Scattone, a Salvatore Ferraro ne' tantomeno a Maria Chiara Lipari. Lo affermo con sicurezza", affermando che "da parte della pubblica accusa sono state formulate su questa vicenda ipotesi fantasiose e certamente errate. Nella mente dei pubblici ministeri ci sono solo illazioni che non rispondono al vero"; il signor Liparota ha inoltre riferito che alcuni funzionari della questura di Roma, a suo dire, lo avrebbero maltrattato ed umiliato a piu' riprese, e, rivolgendosi al presidente della Corte, ha affermato: "io mi ero sentito privato della mia liberta' non tanto quando sono andato in carcere, ma prima: ho subito interrogatori pressanti ero sorvegliato durante le pause, non ero libero di andare a mangiare. In questo clima crescevano le mie angosce e le mie preoccupazioni. Psicologicamente ero a pezzi"; l'imputato ha anche raccontato che "la sera del 14 giugno del 1997 il pubblico ministero Lasperanza mi raggiunse in questura e mi disse: 'Guardi, i giochi sono fatti, l'Alletto ha parlato, sappiamo che lei non ha sparato, ma deve confermarci tutto altrimenti va in galera" e egli gli replico' dicendo che la scena riferita dalla Alletto non apparteneva ai suoi ricordi; in seguito, al Liparota fu notificato l'ordine di custodia cautelare per il reato di concorso in omicidio volontario, riguardo al quale egli ha rivelato nel corso dell'udienza: "in quel momento stavo impazzendo. Alcuni poliziotti ridevano. Io ero in crisi e leggendo l'ordinanza fui preso da non pochi dubbi circa le mie psicofacolta' di quel momento. In quei giorni stavo male e mi curavo prendendo dei farmaci e pensai forse che avevo assistito alla scena (del delitto, si intende) senza essermene accorto. Un poliziotto mi descrisse il carcere e disse quello che mi sarebbe toccato da detenuto. Mi dissero che sarei finito in carcere con altri due detenuti che avrebbero usato violenza contro di me. Provai del panico e decisi di confermare quanto raccontato dalla Alletto variando qualche piccolo particolare per essere piu' attendibile. Inventai di sana pianta la storia delle minacce fatte da Ferraro. Un poliziotto mi consiglio' di segnare su un foglietto queste accuse che poi avrei dovuto riferire al gip. Il foglio mi fu sequestrato a Regina Coeli"; il signor Liparota ha poi aggiunto che "la mattina del 15 giugno, quando ero gia' in carcere, fui assalito dai rimorsi e la notte fu la piu' brutta della mia vita. Decisi che al gip non avrei piu' ripetuto quelle falsita' ma quando una guardia penitenziaria mi disse che sarei stato trasferito in cella con altri detenuti ebbi di nuovo paura e mi baleno' l'idea di compiere un gesto disperato. Davanti al gip, il giorno dopo, in presenza dei miei avvocati tentai piu' volte di dire la verita', ma il giudice non mi stava a sentire. Il 16 giugno uscii dal carcere, a casa confessai ai miei che aveva raccontato solo falsita' e che avrei ritrattato tutto il giorno successivo andando in procura". Davanti al procuratore aggiunto Italo Ormanni infatti, il giorno successivo, ritratto' quanto dichiarato in quei giorni: "Il magistrato - ha concluso Liparota - mi tratto' in modo molto freddo e mi manco' anche di rispetto perche' disse: 'Portatelo via, cosi' la stanza si purifica"'; il 16 settembre 1998, nell'aula della Camera dei deputati, il Presidente del consiglio dei ministri pro tempore, l'onorevole Romano Prodi, rispondendo ad un'interrogazione (Taradash-3-02841), relativa alle procedure seguite nell'interrogatorio della signora Gabriella Alletto dell'11 giugno 1997, ha dichiarato che "il ministro ed il Governo sono consapevoli del turbamento creato dall'episodio nell'opinione pubblica, anche per quanto si riferisce ai dubbi sulla correttezza formale e sostanziale delle condotte degli organi inquirenti. Posso assicurare che il ministro di grazia e giustizia valutera' le informazioni e la documentazione trasmesse con la massima attenzione ed assumera' con rapidita' le sue determinazioni"; in quella stessa circostanza, il Presidente del Consiglio dei ministri ha affermato: "La Costituzione prima ed il codice di procedura penale poi chiariscono che le dichiarazioni rilasciate da persone informate sui fatti - testimoni e imputati - devono essere frutto di una scelta libera, cosciente e volontaria del soggetto. Agli organi inquirenti e' fatto divieto di usare metodi e tecniche suscettibili di condizionare sotto il profilo psicologico le condotte processuali, alterando le capacita' mnemoniche e valutative, neutralizzando i meccanismi inibitori e comunque incidendo sotto il profilo della genuinita', della veridicita' e della completezza sulle esperienze conoscitive del dichiarante. La Costituzione ed il codice di procedura penale contengono gia' l'esclusione di sistemi esaminatori che si rivelino tali da giungere a pregiudicare di fatto la possibilita' di rendere dichiarazioni veramente libere, coscienti e volontarie: in linea con questi criteri si muovera' il Ministro di grazia e giustizia, curando peraltro di non interferire con l'esercizio della giurisdizione in atto e nell'ambito esclusivo delle sue attribuzioni costituzionali"; nell'interrogazione Taradash numero 3-02864, presentata il 18 settembre 1998, si chiedeva di accertare se nel corso dell'interrogatorio del signor Liparota, data la rilevanza delle dichiarazioni in esso contenute, gli inquirenti avessero agito in conformita' con le disposizioni costituzionali e con le norme processuali vigenti, verificando altresi' i motivi per i quali non fosse stata prodotta agli atti processuali la video-registrazione che era stata effettuata nel corso dell'interrogatorio; molteplici elementi emersi nel processo, come le dichiarazioni rese il 10 febbraio 1999 dal signor Liparota, dimostrano come gli inquirenti nel corso delle indagini siano ripetutamente ricorsi a metodi di condizionamento della liberta' e della volonta' dei soggetti coinvolti, violando le norme costituzionali e procedurali vigenti, tanto da indurre i testimoni e gli indagati a rivelare fatti non corrispondenti al vero sulla base dei quali hanno arrestato i due imputati ancora oggi inammissibilmente privati della loro liberta'; le reiterate violazioni delle norme vigenti perpetrate dagli inquirenti, emerse nel corso del processo, hanno gravemente leso e tuttora ledono i diritti fondamentali dei soggetti coinvolti e hanno ritardato il regolare corso della giustizia -: quali provvedimenti per quanto di sua competenza, intenda adottare al fine di verificare le violazioni contro la liberta' e la dignita' umana dei testimoni e degli imputati e di perseguire i responsabili di esse; quali siano i motivi per i quali non abbia adottato alcun provvedimento al fine di pervenire all'accertamento di quelle violazioni, considerando gli elementi emersi a piu' riprese nel corso del processo.
xsd:string
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/03438 presentata da TARADASH MARCO (FORZA ITALIA) in data 19990215
xsd:integer
0
19990215-
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/03438 presentata da TARADASH MARCO (FORZA ITALIA) in data 19990215
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
xsd:dateTime
2014-05-15T09:58:47Z
3/03438
TARADASH MARCO (FORZA ITALIA)