INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/03425 presentata da TARADASH MARCO (FORZA ITALIA) in data 19990210
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Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: il Corriere della Sera di martedi' 9 febbraio 1999 riporta alcuni stralci dell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Caltanissetta, la dottoressa Gilda Loforti, con la quale viene respinta la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero relativa all'inchiesta sul capitano del Ros Giuseppe De Donno, accusato di calunnia, e dei magistrati Pietro Giammanco (all'epoca procuratore della Repubblica di Palermo), Guido Lo Forte e Giuseppe Pignatone (sostituti). Il quotidiano formula una domanda inquietante: "Nella Procura di Palermo c'e' stato (e magari c'e' ancora) un magistrato (piu' d'un magistrato) che ha maneggiato il disinnesco dell'inchiesta "Mafia & appalti?""; la vicenda si era aperta nel febbraio 1991 quando i carabinieri del Ros, comandati dal generale Mario Mori, a seguito di un'inchiesta sugli appalti in Sicilia, trasmettevano ai magistrati della Procura della Repubblica di Palermo un'informativa nella quale si sottolineava che nell'isola "gli imprenditori e i politici nazionali, come i politici e gli imprenditori siciliani, non subivano la presenza della mafia. Al contrario, consapevolmente ne accettavano la presenza, convinti che quel terzo "socio" avrebbe difeso il sistema e ne avrebbe aumentato i profitti"; la riservatissima analisi investigativa condotta dal Ros cadeva nelle mani delle organizzazioni criminali che operavano in Sicilia, pregiudicandosi cosi' l'efficacia dell'azione istruttoria; nel novembre 1997, un capitano del Ros, Giuseppe de Donno ha rivelato alla Procura di Caltanissetta che Angelo Siino, ritenuto un personaggio di spicco della mafia siciliana, gli aveva confidato che gia' nei primi mesi del 1991 era entrato in possesso dell'informativa sugli appalti e che l'aveva ricevuta da alcuni magistrati della procura, di cui faceva i nomi: il dottor Pietro Giammanco e i due sostituti, il dottor Guido Lo Forte e il dottor Giuseppe Pignatone; a seguito di queste rivelazioni, mentre Angelo Siino decideva di collaborare con la giustizia, il procuratore capo della Repubblica di Palermo, il dottor Giancarlo Caselli, denunciava una manovra contro la Procura "gravemente sospetta per i tempi e i modi degli obiettivi" nonostante il generale Mario Mori difendesse il capitano De Donno; il procedimento penale aperto dalla procura di Caltanissetta si concludeva con la richiesta di archiviazione sia delle accuse per calunnia nei confronti del De Donno, sia di quelle per corruzione contro i procuratori di Palermo, Giammanco, Pignatone e Lo Forte che pero' chiedeva che l'inchiesta potesse continuare al fine di essere liberato completamente dal sospetto di collusione; successivamente, i pubblici ministeri della Procura nissena, in una memoria, precisavano che "agli atti vi e' la prova che Siino non interpreto' mai le asserite pressioni del capitano come un tentativo di fargli dire cose false" e che "vi erano per converso numerosi elementi che potevano ingenerare nell'animo del capitano il convincimento, se non proprio di una corruzione, quantomeno di una collusione di Lo Forte con esponenti politici", concludendo che la Procura di Palermo, a fronte dell'informativa del Ros del 1991, senza "alcuna curiosita' investigativa sui rapporti mafia-politica-imprenditoria" aveva minimizzato gli elementi in essa contenuti tanto che "quando i carabinieri si stavano preparando a riferire sui politici e sui pubblici amministratori, la Procura chiede(va) l'archiviazione per gli imprenditori"; il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Caltanissetta, la dottoressa Gilda Loforti, ha ordinato una nuova inchiesta relativa alla Procura di Palermo specificando che "l'esame degli atti evidenzia l'incompletezza delle indagini e la necessita' di approfondimenti investigativi", elencando una serie di atti di indagine ritenuti a tale scopo necessari; se non ritenga opportuno avviare un inchiesta ministeriale presso la procura della Repubblica di Palermo al fine di verificare se l'operato dei magistrati sia stato conforme ai principi dell'ordinamento costituzionale ed alle disposizioni di legge, considerando non solo le conclusioni cui e' pervenuto il gip di Caltanissetta, ma anche i contenuti della memoria dei pubblici ministeri nisseni che ha evidenziato come i magistrati palermitani non avessero dimostrato "alcuna curiosita' investigativa" in relazione ai contenuti dell'informativa del Ros del febbraio 1991. (3-03425)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/03425 presentata da TARADASH MARCO (FORZA ITALIA) in data 19990210
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3/03425
TARADASH MARCO (FORZA ITALIA)