INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01534 presentata da DONADI MASSIMO (ITALIA DEI VALORI) in data 20110323

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic3_01534_16 an entity of type: aic

Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01534 presentata da MASSIMO DONADI mercoledi' 23 marzo 2011, seduta n.451 DONADI, PIFFARI, CIMADORO, EVANGELISTI, BORGHESI e CAMBURSANO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che: il nostro Paese, a seguito del referendum del 7 e dell'8 novembre 1987, esprimeva la propria contrarieta' rispetto all'uso di energia proveniente da fonte nucleare. Pur tuttavia, in palese contrasto con quanto deciso dalla maggioranza degli italiani in tale occasione, l'attuale Governo ha pervicacemente voluto riprendere la scelta energetica nucleare; nelle stesse ore in cui il Giappone - ma non solo - vive una vera e propria catastrofe nucleare e molti leader europei, a cominciare da quello tedesco e da quello francese, stanno con coraggio ripensando l'avventura nucleare, il Governo italiano non ha alcuna decisione da prendere, nessuna proposta da presentare ai nostri partner europei, ma dichiara che si mettera' a disposizione e si uniformera' alle decisioni che l'Unione europea potrebbe prendere in materia di produzione nucleare di energia; lo stesso Commissario europeo all'energia, Günther Öttinger, ha dichiarato nei giorni scorsi che: «Tutto cio' che si riteneva impensabile, in qualche giorno e' avvenuto (...) Se prendiamo la cosa sul serio e diciamo che l'incidente ha cambiato il mondo - ed e' in discussione il modo in cui noi, come societa' industriale, abbiamo guardato alla sicurezza e alla gestibilita' (...) allora non possiamo escludere nulla»; membri del Governo italiano hanno dichiarato, ad avviso degli interroganti in maniera ambigua, di dovere prendere una pausa di riflessione; il Ministro interrogato ha precisato che «e' irreversibile la scelta di capire dal punto di vista della sicurezza se siamo nella condizione di massima sicurezza in base ai requisiti e standard che abbiamo immaginato e che vengono resi operativi da un organismo europeo». «Una volta che saremo sicuri che tutto questo e' stato risolto nella direzione auspicata, a quel punto la scelta nucleare del Governo potra' proseguire», ha assicurato; il Governo italiano, dunque, non ha fatto marcia indietro sul programma nucleare, ma si e' preso una «pausa responsabile di riflessione come molti altri Paesi europei che gia' avevano fatto la scelta nucleare»; in data 16 marzo 2011, lo stesso Sottosegretario Saglia dichiarava: «Se l'Unione europea decidesse di bloccare la costruzione di nuovi centrali nucleari sul territorio comunitario l'Italia non si opporrebbe (...) Avremo i primi impianti intorno al 2020. C'e' molto tempo per cambiare idea prima del 2020»; nel corso della medesima giornata del 16 marzo 2011 anche il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, l'onorevole Stefania Prestigiacomo, ribadiva come «il Governo intenda affrontare la questione della sicurezza nucleare in ambito europeo, uniformando le proprie scelte a quelle che verranno assunte in sede di Unione europea»; in Germania gli impianti nucleari piu' vecchi, che attualmente sono rimasti aperti solo in seguito alla decisione di prolungare la vita di tutte le centrali, chiuderanno subito. La Germania, inoltre, sospendera' per tre mesi la decisione del previsto prolungamento della vita dei 17 impianti nucleari tedeschi; la Germania e' decisa ad accelerare l'addio al nucleare. Lo ha detto alla FrankfurterAllgemeine Sonntagszeitung il Ministro dell'ambiente Norbert Roettgen, sottolineando che i «rischi residui dell'atomo» sono troppi. E secondo anticipazioni del quotidiano Die Welt, nel mese di maggio 2011, seppur per revisioni, verifiche e controlli provvisori, si creera' una situazione in cui dei 17 reattori nucleari tedeschi solo 4 saranno in servizio; il che vorra' dire che temporaneamente, come in una simulazione di emergenza decisa per abituarsi al futuro, la piu' grossa e competitiva economia dell'Unione europea e quarta economia mondiale spegnera' il 75 per cento della capacita' nucleare. «Possiamo dire addio all'atomo piu' velocemente di quanto previsto finora, la situazione dopo il dramma giapponese e' una cesura, una svolta senza ritorno», ha affermato Roettgen; la Svizzera ha annunciato, invece, la sospensione delle procedure relative alle domande di autorizzazione per le nuove centrali nucleari. Il Ministro dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni Doris Leuthard - afferma un comunicato - «ha deciso di sospendere le tre procedure relative alle domande di autorizzazione di massima per le nuove centrali nucleari finche' non sara' stata fatta un'analisi approfondita degli standard di sicurezza e non si sara' proceduto a un loro eventuale adeguamento»; gli altri Paesi si possono permettere una pausa di riflessione, visto che il nucleare lo hanno scelto e stanno ora valutando di abbandonarlo. L'Italia no, perche' il nostro Paese sta scegliendo ora, controcorrente e fuori tempo massimo, se adottare o meno il nucleare. Per questo, la pausa di riflessione annunciata dal Ministro interrogato e' solo uno stratagemma per neutralizzare il referendum; appare di tutta evidenza che quanto e' accaduto in Giappone rappresenti la drammatica dimostrazione del fatto che il nucleare sicuro in Italia e nel mondo non esiste; a favore del nucleare non depone neanche l'analisi dei costi: il kilowattora prodotto dall'atomo non e' affatto meno costoso di quello prodotto da altre fonti, perche' non si considerano mai i costi aggiuntivi, quelli per stoccare le scorie e i costi sociali ed economici in caso di incidenti. Tutti oneri che ricadranno sui cittadini -: se non ritenga il Governo italiano di dover revocare in maniera netta e chiara la propria scelta a favore del nucleare in luogo di una semplice moratoria o pausa di riflessione, che appare incompatibile con la perentorieta' della scadenza referendaria, e di privilegiare gli investimenti nelle energie rinnovabili, facendo una scelta coraggiosa adottando la linea della Germania, che ha deciso di produrre l'80 per cento dell'energia da eolico e fotovoltaico. (3-01534)
xsd:string INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01534 presentata da DONADI MASSIMO (ITALIA DEI VALORI) in data 20110323 
xsd:integer
20110323-20110323 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01534 presentata da DONADI MASSIMO (ITALIA DEI VALORI) in data 20110323 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 
BORGHESI ANTONIO (ITALIA DEI VALORI) 
EVANGELISTI FABIO (ITALIA DEI VALORI) 
CAMBURSANO RENATO (ITALIA DEI VALORI) 
CIMADORO GABRIELE (ITALIA DEI VALORI) 
PIFFARI SERGIO MICHELE (ITALIA DEI VALORI) 
xsd:dateTime 2014-05-14T23:40:21Z 
3/01534 
DONADI MASSIMO (ITALIA DEI VALORI) 

blank nodes

data from the linked data cloud