INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01394 presentata da PARENTI TIZIANA (FORZA ITALIA) in data 19970714

http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic3_01394_13 an entity of type: aic

Al Ministro di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: dai fatti successivamente esposti relativi al procedimento iniziato dalla procura della Repubblica di Roma concernente la vicenda Enimont (fatti evidenziati tra l'altro in un articolo pubblicato su Panorama del 12 giugno 1997) puo' evincersi che la provvista per la creazione dei fondi necessari a costituire la "maxi-tangente" Enimont e' stata realizzata grazie alla supervalutazione delle quote Montedison appartenenti al gruppo Gardini-Ferruzzi confluite nella costituenda Enimont; in pratica l'Eni, e quindi, attraverso esso, il ministero del tesoro, ha pagato ben 2.850 miliardi di lire al gruppo privato Montedison per il conferimento azionario in Enimont; quale "corrispettivo" per l'avallo dell'operazione Enimont, la classe politica dell'epoca ha preteso il pagamento di una maxi-tangente; dunque l'intera e gigantesca operazione illecita si fonda su una falsa valutazione della partecipazione Montedison stimata fittiziamente per un valore di gran lunga superiore a quello reale ed effettivo; la procura della Repubblica presso il tribunale di Roma aveva, sin dal gennaio 1992, iniziato un procedimento concernente l'operazione Enimont nel corso del quale era stata sequestrata la documentazione esistente presso l'Eni, la Montedison e la Consob; nell'ulteriore corso del procedimento i pubblici ministeri romani avevano interrogato Raul Gardini, Gabriele Cagliari, Sergio Cragnotti e Sergio Cusani; risulta agli interroganti che dalle dichiarazioni di tali persone e' emerso che il prezzo per la vendita di Montedison era stato effettivamente gonfiato per un importo di 600-800 miliardi di lire; la procura di Roma aveva richiesto ed ottenuto dal giudice per le indagini preliminari, dottor Trivellini, l'esecuzione di una perizia in sede di incidente probatorio avente ad oggetto la verifica dei criteri di valutazione del conferimento Montedison in Enimont; il giudice dottor Trivellini aveva gia' fissato la data dell'udienza in camera di consiglio per la nomina dei periti e per la predisposizione dei quesiti; l'ipotesi di reato oggetto delle indagini della procura di Roma era il peculato, punito ai sensi dell'articolo 314 del codice penale con la pena della reclusione da tre a dieci anni; Franco Bernabe', attuale amministratore delegato dell'Eni, essendo all'epoca consigliere di amministrazione di Enimont ed elemento di spicco del gruppo di valutazione incaricato di stimare il valore della partecipazione Montedison, sarebbe stato quindi, secondo gli interroganti, il principale artefice della supervalutazione della quota Montedison; da quanto sopra esposto, ad avviso degli interroganti si puo' quindi dedurre che il Bernabe' risultava correo essenziale del delitto di peculato, oggetto delle indagini della procura di Roma e della gigantesca truffa ai danni dello Stato; tuttavia, il 15 giugno 1993, dopo un intervento della procura di Milano sulla procura di Roma, con modalita' e tempi mai chiariti e comunque tali da suscitare la vibrata protesta di un nutrito gruppo di pubblici ministeri di Roma, la procura di Roma inviava tutti gli atti del procedimento Enimont alla procura di Milano; la procura di Milano ha omesso di procedere per le ipotesi di reato in relazione alle quali stava gia' procedendo, in avanzato stato di indagini, la procura di Roma; in particolare la procura di Milano ha omesso di procedere in ordine al piu' grave degli episodi che contraddistinguono l'intera vicenda Enimont e cioe' la ricordata supervalutazione della partecipazione Montedison, che e' costata allo Stato migliaia di migliaia di miliardi; Franco Bernabe' non risulta essere mai stato sottoposto neppure ad indagini, avendo addirittura dichiarato in data 25 luglio 1993 al pubblico ministero dottor Colombo (come risulta agli interroganti) di non essersi mai occupato di Enimont; risulta agli interroganti che molti indagati nel procedimento condotto nella procura milanese (Pacini, Pigorini, Santoro, Dell'Orto) hanno dichiarato che tutta l'alta dirigenza Eni ha sempre saputo dell'esistenza di fondi neri; Bernabe', inoltre, quale direttore della programmazione e controllo dell'Eni, ha esaminato i bilanci e le scritture contabili delle societa' dell'Eni che, come anche riportato dalla stampa, sotto la voce "oneri diversi" riportavano i pagamenti in nero a partiti politici o mediatori di vario genere; in un'ordinanza in data 14 settembre 1996 del giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di La Spezia si osserva che funzionari dell'Eni indiziati di corruzione sono stati "salvati nel contesto di pregresse vicende giudiziarie"; in un'altra ordinanza in data 17 settembre 1996 del giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di La Spezia si fa riferimento allo sviamento o all'archiviazione di indagini condotte dalla procura di Milano attraverso la verosimile utilizzazione di "magistrati corrotti"; nel corso di una conversazione telefonica intercettata per ordine della procura della Repubblica del tribunale di La Spezia, riportata da articolo di quotidiani e da servizi giornalistici televisivi sullo scandalo relativo agli appalti delle Ferrovie dello Stato, il finanziere Pacini Battaglia ha detto testualmente: "Io sono uscito da mani pulite solo perche' si e' pagato..., quelli piu' bravi di noi non ci sono nemmeno entrati, forse se avessi studiato la strada prima non sarei nemmeno entrato in mani pulite..." (conversazione con Enrico Minemi del 10 gennaio 1996); Pacini Battaglia nell'interrogatorio del 4 novembre 1996 al gip e al pubblico ministero della procura di La Spezia afferma di aver ricevuto in forma anonima un verbale della guardia di finanza che incriminava Bernabe', verbale di cui non vi sarebbe piu' traccia e al quale non avrebbe fatto seguito neanche un avviso di garanzia; da quanto sopra esposto si evidenzia che il riferimento a persone "piu' brave" che non sono mai entrate in "mani pulite", riguarda verosimilmente il Bernabe' che, nonostante il chiaro ed evidente coinvolgimento nella vicenda Enimont, non e' stato neppure sottoposto ad indagini; risulta agli interroganti che fin dal settembre 1995 la procura della Repubblica di Milano avrebbe inviato avviso di garanzia a quaranta persone, tutti dirigenti o ex dirigenti dell'Eni, per un procedimento di falso in bilancio per il quale e' stata gia' chiesta la proroga delle indagini; fra i nominativi che hanno ricevuto l'avviso di garanzia figurano anche tutti i piu' autorevoli dirigenti dell'ente, attualmente in carica, ad eccezione dell'amministratore delegato -: se ritenga di intervenire attivando i suoi poteri ispettivi perche' si accerti: a) quali siano le ragioni della condotta omissiva di magistrati della procura di Milano che non hanno proceduto nei confronti di Franco Bernabe', attuale amministratore delegato dell'Eni; b) in base a quali modalita' la procura di Milano abbia ottenuto, in violazione delle norme processuali sulla competenza, l'assegnazione del processo Enimont; c) quali siano le ragioni dell'inerzia assoluta da parte di magistrati della procura di Milano nel procedere relativamente alla fittizia valutazione della quota Montedison che ha determinato per lo Stato un danno rilevantissimo di migliaia di miliardi; d) quali siano i criteri che hanno determinato la procura della Repubblica di Milano a procedere in un'indagine cosi' riservata nei confronti di tutti, meno uno, i massimi dirigenti dell'Eni, proprio nel momento in cui l'ente compie importanti operazioni di borsa nei confronti della generalita' dei risparmiatori; se, in base all'esito delle indagini ispettive evidenziate, intenda eventualmente promuovere l'accertamento delle responsabilita' disciplinari di coloro che secondo gli interessati, violando i propri doveri d'ufficio, hanno impedito l'accertamento di reati gravissimi, dando luogo a forme indebite di immunita' penale, anche per possibili fini di utilita' personale, come ad esempio l'attribuzione di vantaggi illeciti di natura corruttiva. (3-01394)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01394 presentata da PARENTI TIZIANA (FORZA ITALIA) in data 19970714 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 
SAPONARA MICHELE (FORZA ITALIA) 
VITO ELIO (FORZA ITALIA) 
BRUNO DONATO (FORZA ITALIA) 
FRAU AVENTINO (FORZA ITALIA) 
LEONE ANTONIO (FORZA ITALIA) 
MANZIONE ROBERTO (CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO) 
RUSSO PAOLO (FORZA ITALIA) 
VITALI LUIGI (FORZA ITALIA) 
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3/01394 
PARENTI TIZIANA (FORZA ITALIA) 

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