INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01042 presentata da MARINACCI NICANDRO (MISTO) in data 19970430

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Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri e della difesa. - Per conoscere - premesso che: il cittadino albanese Arian Bedini e' rimasto ucciso a Valona nel corso di una sparatoria con una banda di estorsori, mentre difendeva la fabbrica del cognato, l'imprenditore Francesco Luciani; il cittadino italiano, a seguito delle minacce ricevute, aveva richiesto l'aiuto del nostro contingente militare, il quale interveniva prelevandolo dalla fabbrica e disponendo il suo immediato rimpatrio, soluzione questa inizialmente rifiutata dal nostro imprenditore, in quanto cio' avrebbe rappresentato il cedimento al ricatto, l'aumento delle possibilita' di esporre la fabbrica al saccheggio e la conseguente disoccupazione delle maestranze; l'atto criminale appare inscrivibile, cosi' come quello accaduto la notte successiva all'azienda Vlora confezioni dell'imprenditore Vittorio Giannetta, nel clima di insicurezza per le persone ed i beni alimentato dall'attivita' di bande armate che, sfuggendo a qualsiasi controllo, non esitano a condurre vere e proprie azioni belliche con l'impiego di armi da guerra; sinora l'attaccamento al lavoro e all'impresa da parte dei soli dipendenti e di loro congiunti con il sacrificio estremo della vita, sono valsi armi alla mano a preservare gli impianti dal furto e dal saccheggio, proteggendo cosi' la speranza in una futura ripresa delle attivita' e di riscatto materiale e morale da una situazione di caos in cui pochi disonesti hanno precipitato la zona di Valona -: se non ritengano grave la situazione esistente nell'estremo sud dell'Albania, alla luce delle possibilita' di giungere ad un ristabilimento delle condizioni minime di legalita' in cui la preservazione delle strutture produttive rappresenta condizione essenziale e determinante come ci ha insegnato anche la nostra storia con la difesa delle fabbriche attuata durante la Resistenza; quali siano i motivi in base ai quali il contingente multinazionale, nonostante la richiesta di soccorso, non abbia ritenuto di intervenire per tutelare la vita dei cittadini albanesi asserragliati nella fabbrica sottoposta al fuoco delle armi, minando in tal modo la stessa credibilita' dell'intervento umanitario deciso dal Governo; se non ritengano, nel caso di non sufficientemente chiara interpretazione delle regole di ingaggio, di impartire in modo esaustivo al comandante della forza di intervento una specifica direttiva che indichi come la protezione di persone da gravi atti criminosi, cosi' come prescritto, posti in essere da bande di criminali contro cittadini albanesi, rientri a pieno titolo in tale ipotesi; se, infine, condividano l'opinione degli interroganti secondo cui tale episodio possa costituire un increscioso precedente nei confronti delle speranze riposte dalla popolazione albanese nell'intervento internazionale affinche' siano ristabilite condizioni minime di sicurezza, incentivando, all'opposto, sia la detenzione di armi da parte della popolazione, principale causa dell'insicurezza esistente, sia a cercare una via scampo all'estero, in primo luogo nel nostro Paese, ipotesi questa che sta trovando conferma nella nuova ondata di profughi arrivati in questi giorni nei nostri porti. (3-01042)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 
VOLONTE' LUCA GIUSEPPE (MISTO) 
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3/01042 
MARINACCI NICANDRO (MISTO) 

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