INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00979 presentata da FEDRIGA MASSIMILIANO (LEGA NORD E AUTONOMIE) in data 05/08/2014
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Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00979 presentato da FEDRIGA Massimiliano testo presentato Martedì 5 agosto 2014 modificato Mercoledì 6 agosto 2014, seduta n. 280 FEDRIGA , RONDINI , ALLASIA , ATTAGUILE , BORGHESI , BOSSI , MATTEO BRAGANTINI , BUSIN , CAON , CAPARINI , GIANCARLO GIORGETTI , GRIMOLDI , GUIDESI , INVERNIZZI , MARCOLIN , MOLTENI , GIANLUCA PINI , PRATAVIERA e SIMONETTI . — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che: la malattia da virus ebola è una febbre emorragica grave e spesso fatale per l'uomo e i primati. Il nome «ebola» deriva da un fiume della Repubblica democratica del Congo (ex Zaire), presso il quale nel 1976 si verificò uno dei primi due focolai epidemici. L'altro si sviluppò praticamente in simultanea nel Sudan.Entrambi furono caratterizzati da un elevato tasso di mortalità (90 per cento e 50 per cento rispettivamente). Successivamente, e fino a oggi, sono state segnalate in Africa numerose nuove epidemie e casi sporadici, con tasso di mortalità variabile; l'infezione si trasmette per contagio interumano attraverso il contatto con sangue e altri fluidi biologici infetti; il contagio è più frequente tra familiari e conviventi, per l'elevata probabilità di contatti. Tuttavia avviene anche per contatto con oggetti contaminati. In Africa, dove si sono verificate le epidemie più gravi, le cerimonie di sepoltura e il diretto contatto con il cadavere dei defunti hanno probabilmente avuto un ruolo non trascurabile nella diffusione della malattia; durante i focolai epidemici si sono verificati numerosi casi in seguito a trasmissione correlata all'assistenza sanitaria, in regime di ricovero o ambulatoriale. L'utilizzo di adeguate misure di protezione individuale (maschera, camice e guanti) per prestare cure ai pazienti e per maneggiare il materiale biologico è essenziale per evitare il contagio. La contaminazione da aghi infetti ha un particolare rilievo per il rischio professionale degli operatori sanitari; l'infezione ha un esordio improvviso e un decorso acuto e non è descritto lo stato di portatore. L'incubazione può andare dai 2 ai 21 giorni (in media una settimana), a cui fanno seguito manifestazioni cliniche come febbre, astenia profonda, cefalea, artralgie e mialgie, iniezione congiuntivale, faringite, vomito e diarrea, a volte esantema maculo-papuloso; la diagnosi clinica è difficile nei primissimi giorni, a causa dell'aspecificità dei sintomi iniziali. Può essere facilitata dal contesto in cui si verifica il caso (area geografica di insorgenza o di contagio) e dal carattere epidemico della malattia. Anche in caso di semplice sospetto, è opportuno l'isolamento del paziente e la notifica alle autorità sanitarie. Gli esami emato-chimici di laboratorio mostrano un'iniziale linfopenia, a cui si aggiungono neutrofilia e piastrinopenia grave. Si può osservare un aumento degli enzimi epatici; non esistono test commerciali disponibili per la diagnosi. Nei primi giorni la conferma del caso si ottiene con l'isolamento del virus (la viremia persiste per 2-3 settimane) attraverso l'inoculazione in colture cellulari di un campione di sangue. Accanto al prelievo di sangue, che comporta un rischio biologico elevato per l'operatore, l'esame può essere condotto anche su altri liquidi corporei (saliva e urine), con invasività minore e probabilità inferiore di esposizione al contagio; non è possibile intervenire sul serbatoio naturale della malattia, che non è stato identificato con certezza. La prevenzione si affida, quindi, al rispetto delle misure igienico-sanitarie, alla capacità di una diagnosi clinica e di laboratorio precoci e all'isolamento dei pazienti. I pazienti devono essere, infatti, isolati fino al termine della fase viremica (circa 3 settimane dall'esordio della malattia). Vanno sottoposti a sorveglianza sanitaria presso strutture ospedaliere anche i contatti ad alto rischio, cioè tutti coloro potenzialmente infettati dal materiale biologico di un caso; per il personale sanitario che ha in cura i casi accertati o sospetti è fondamentale evitare il contatto con il sangue e le secrezioni corporee, utilizzando adeguate attrezzature per la protezione individuale (maschera, guanti, camice, occhiali). A oggi non è disponibile un vaccino efficace, per questo la letalità del virus è molto elevata, raggiungendo anche picchi del 90 per cento di mortalità; le ultime notizie di stampa riportano come si aggravi l'epidemia di ebola in Africa occidentale, sino a raggiungere cifre allarmanti per numero di casi ed estensione territoriale con centinaia di decessi tra Guinea, dove l'epidemia ha avuto inizio nel mese di febbraio 2014, Liberia, Sierra Leone, oltre che un secondo probabile caso in Nigeria; è di almeno 1.201 casi accertati e 672 decessi il bilancio globale delle vittime dell'epidemia di ebola scoppiata all'inizio del 2014 in Guinea e poi estesasi a Liberia e Sierra Leone; il virus dell'ebola «è una minaccia per il Regno Unito», ha detto alla Bbc il Ministro degli esteri britannico Philip Hammond, annunciando che nelle prossime ore l'Esecutivo di David Cameron terrà un Cobra meeting – riunioni interministeriali in caso di questioni di urgente priorità – proprio sulla minaccia globale che, nelle ultime ore, viene sempre più prospettata; l'epidemia di ebola comincia comunque a preoccupare anche gli americani. Il presidente Barack Obama si tiene «costantemente informato» e i Centers for diseases control ( Cdc) hanno deciso di alzare il livello di allerta, preparandosi all'eventualità di un arrivo del virus su suolo statunitense; a far crescere la preoccupazione è anche la vicenda di Kent Brantly, giovane medico statunitense che ha contratto il virus in Liberia. Secondo gli ultimi aggiornamenti sul dottore missionario è stato testato un siero sperimentale segreto per combattere il virus dell'ebola ed è in «miglioramento»–: se il Ministro interrogato, essendo a conoscenza della situazione, non intenda predisporre misure di quarantena sia per i migranti che arrivano in Italia attraverso l'operazione Mare Nostrum sia per i viaggiatori che giungono da zone che sono considerate a rischio, coordinandosi con le autorità sanitarie dei Paesi occidentali che già si sono organizzati, chiedendo la condivisione del siero sperimentale alle autorità statunitensi, essendo il nostro Paese a rischio vista la mole di ingressi di persone provenienti dal continente africano. (3-00979)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00979 presentata da FEDRIGA MASSIMILIANO (LEGA NORD E AUTONOMIE) in data 05/08/2014
Camera dei Deputati
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00979 presentata da FEDRIGA MASSIMILIANO (LEGA NORD E AUTONOMIE) in data 05/08/2014
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
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ALLASIA STEFANO (LEGA NORD E AUTONOMIE)
ATTAGUILE ANGELO (LEGA NORD E AUTONOMIE)
BORGHESI STEFANO (LEGA NORD E AUTONOMIE)
BOSSI UMBERTO (LEGA NORD E AUTONOMIE)
BRAGANTINI MATTEO (LEGA NORD E AUTONOMIE)
BUSIN FILIPPO (LEGA NORD E AUTONOMIE)
CAON ROBERTO (LEGA NORD E AUTONOMIE)
CAPARINI DAVIDE (LEGA NORD E AUTONOMIE)
GIORGETTI GIANCARLO (LEGA NORD E AUTONOMIE)
GRIMOLDI PAOLO (LEGA NORD E AUTONOMIE)
GUIDESI GUIDO (LEGA NORD E AUTONOMIE)
INVERNIZZI CRISTIAN (LEGA NORD E AUTONOMIE)
MARCOLIN MARCO (LEGA NORD E AUTONOMIE)
MOLTENI NICOLA (LEGA NORD E AUTONOMIE)
PINI GIANLUCA (LEGA NORD E AUTONOMIE)
PRATAVIERA EMANUELE (LEGA NORD E AUTONOMIE)
RONDINI MARCO (LEGA NORD E AUTONOMIE)
SIMONETTI ROBERTO (LEGA NORD E AUTONOMIE)
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3/00979
FEDRIGA MASSIMILIANO (LEGA NORD E AUTONOMIE)
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