INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00700 presentata da CICCIOLI CARLO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20091007

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Atto Camera Interrogazione a risposta orale 3-00700 presentata da CARLO CICCIOLI mercoledi' 7 ottobre 2009, seduta n.228 CICCIOLI e CARLUCCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che: nel libro «L'inquinamento d'oro» edito nel maggio 2009 da Le Vespe, l'autore Giuseppe Ayroldi sostiene che il servizio della difesa del mare e' stato per ben venti volte concesso con procedure che suscitano notevoli perplessita' dal punto di vista della loro regolarita' alle societa' Ecolmare e Castalia (gruppo IRI), poi riunite nella societa' consortile Castalia-Ecolmare; secondo quanto riportato nella citata pubblicazione, l'irregolarita' delle dette procedure emergerebbe da alcuni atti di procedimenti svoltisi presso il Tribunale di Roma, la Corte dei Conti, l'Ufficio istruzione del Tribunale di Napoli, il Tribunale civile e la Corte civile d'appello di Roma, nonche' della Guardia di finanza e della Polizia di Stato; in particolare, risulterebbe da testimonianze raccolte dall'Ufficio istruzione del Tribunale di Napoli che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare abbia convenzionato i mezzi Pelican della Ecolmare dopo aver constatato che questi mezzi erano decisamente scadenti (come pote' personalmente vedere il direttore generale dell'ICDM, dott. Felice d'Aniello, nel corso di una «dimostrazione-esibizione» organizzata il giorno 10 aprile 1985 dalla stessa Ecolmare nella darsena (nel posto piu' riparato, cioe', da correnti e moto ondoso) del porto di Fiumicino); la stessa fonte citata segnala la testimonianza dell'Ammiraglio Francesco Vacca Torelli, Capo del Servizio «Procivilmare» del Dipartimento della protezione civile, secondo cui la menzionata esibizione «fu un vero disastro», nonche' quella del Comandante Renato Ferraro, all'epoca dei fatti Capo del Compartimento marittimo di Roma e Vice Capo Gabinetto del Ministro della marina mercantile, in seguito Ammiraglio comandante generale della Guardia costiera, secondo cui «l'esperimento si risolse in un ridicolo e clamoroso insuccesso». Forti dubbi sull'idoneita' dei mezzi furono espressi anche dall'«esperto marinaio Salvatore Aprea» quando vide che il consorzio dei comuni di Capri e Anacapri «s'era ugualmente servito» dei mezzi spazzamare Pelican della Ecolmare; nel libro «L'inquinamento d'oro» si sostiene, altresi', che anche la regione Campania ha acquistato con dubbie procedure venti battelli Pelikan poi mandati ad arrugginire «in uno spiazzo della zona orientale di Salerno, alle spalle del centro di formazione professionale Gallotta, (...) in un deposito-cimitero in zona Torre Angellara, abbastanza lontano da occhi indiscreti» (come si evince anche dalla foto sul Corriere del Mezzogiorno di giovedi' 18 settembre 2003); onde surrettiziamente evitare il certo ripetersi di «incidenti» come quello di Fiumicino, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non avrebbe verificato la capacita' operativa della ferraglia «rastrellata sul mercato» (locuzione che, come riportato nel libro di Ayroldi, e' utilizzata dal colonnello Vincenzo Letterese della Guardia di finanza in un rapporto di polizia giudiziaria 41678/VII/1 o per la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma) dalla societa' Castalia «ad avvenuta stipula della convenzione»; una consulenza tecnica d'ufficio disposta dal Tribunale di Genova ha verificato che, in vigenza della convenzione, la societa' Castalia non ha in alcun modo ridotto l'inquinamento causato dall'esplosione, e conseguente affondamento, della superpetroliera Haven, e che tutto il greggio sversato (134.000 tonnellate, secondo la banca dati M/B, 60.000 secondo altre fonti) e' stato affondato mediante macroirrorazione di solventi chimici sul fondale marino; a seguito e in conseguenza di tale gravissima operazione, enormi quantita' di sostanze cancerogene hanno potuto raggiungere centinaia di migliaia di persone attraverso la catena alimentare; da ultimo una consulenza tecnica d'ufficio disposta dal Tribunale di Genova suffragherebbe il fatto che dalla surrettizia concessione del servizio della difesa del mare alle societa' Ecolmare e Castalia siano derivati anche gravissimi danni per la salute umana, tutelata dall'articolo 32 della Costituzione; per quanto attiene alla situazione finanziaria della Ecolmare, a seguito di una perizia disposta nel 1987, dal Tribunale di Napoli emergerebbe un «buco» di lire 8.000.000.000 nei libri contabili della predetta societa'; nel citato volume «L'inquinamento d'oro» si fa riferimento ad atti giudiziari dai quali risulterebbe che la societa' Castalia abbia pagato una tangente di lire 2.000.000.000 al Ministro Gianni Prandini per ottenere la concessione del servizio della difesa del mare e poi una tangente di lire 2.000.000.000 (o del superiore importo di lire 2.500.000.000, non e' ben chiaro) al Ministro Vizzini per ottenerne il rinnovo -: per quali motivi sia stato per ben venti volte (l'ultima ancora nel 2009) concesso, con procedure che all'interrogante appaiono poco trasparenti, un cosi' importante servizio a delle societa' che si servono di mezzi tanto inefficienti e che paiono prive di qualunque capacita' ed esperienza tecnica; per quali motivi non si sia ancora provveduto a rescindere e dichiarare nulla una cosi' dannosa convenzione, costata alle casse dello Stato, per quanto risulta all'interrogante, poco meno o poco piu' di euro 500.000.000. (3-00700)
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