INTERPELLANZA 2/02002 presentata da CHIARELLI GIANFRANCO GIOVANNI (MISTO-DIREZIONE ITALIA) in data 08/11/2017
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Atto Camera Interpellanza 2-02002 presentato da CHIARELLI Gianfranco Giovanni testo di Mercoledì 8 novembre 2017, seduta n. 883 Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali , per sapere – premesso che: il mercato del lavoro in Italia evidenzia da tempo, oltre ad una complessiva netta flessione, una chiara tendenza al ricorso a forme contrattuali a tempo determinato, ciò nonostante, o probabilmente anche a causa di una riforma che ha di fatto favorito il precariato; l'insieme di una oggettiva crisi del sistema economico, e di una conseguente riduzione dell'offerta occupazionale, e, ancora, gli effetti nel tempo di riforme in tema di pensioni, ha determinato situazioni di grave disagio per migliaia di lavoratori; l'introduzione dell'anticipo pensionistico (Ape) in varie formulazioni, ancorché molto discutibile, rappresenta in ogni caso una via di uscita per situazioni in cui i lavoratori si ritrovano nel limbo di chi non ha più reddito, perché fuoriuscito dal mercato del lavoro e contestualmente non ha raggiunto i requisiti per la quiescenza; in questa ottica, in particolare, l'Ape Social , rappresenta uno strumento oggettivamente in grado di risolvere alcune situazioni incertezza; a seguito di forti pressioni da parte delle varie rappresentanze sociali, il Governo si è determinato ad ipotizzare l'inclusione tra i potenziali beneficiari dell'Ape Social anche i lavoratori con contratto a tempo determinato, allo stato esclusi; le condizioni per l'accesso in caso di lavoratori a tempo indeterminato è il raggiungimento di 30/36 anni di contributi versati (a seconda dei casi) per andare in pensione 3 anni e 7 mesi prima della soglia d'età pensionabile fissata dalla cosiddetta «legge Fornero»; nell'ipotesi di formulazione delle condizioni di accesso per i contratti a tempo determinato, invece, si indicano alcune condizioni più restrittive; in particolare, il lavoratore disoccupato dovrebbe aver lavorato almeno 18 mesi negli ultimi tre anni, per poter accedere alla procedura; è di tutta evidenza che tale clausola, in considerazione della platea a cui si riferisce, rappresenta una vera e propria contraddizione in termini, e di fatto esclude molti lavoratori dal beneficio –: se il Governo ritenga di assumere iniziative volte a sanare ogni forma di attuale discriminazione, causa di gravi disagi per tantissime famiglie di italiani, eliminando qualunque forma di distinzione in riferimento alle forme contrattuali, garantendo quindi l'accesso all’«Ape Social », ed in generale ad ogni altro strumento di salvaguardia, a tutti i lavoratori, sulla base di una uniforme disciplina dei requisiti. (2-02002) « Chiarelli ».
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INTERPELLANZA 2/02002 presentata da CHIARELLI GIANFRANCO GIOVANNI (MISTO-DIREZIONE ITALIA) in data 08/11/2017
Camera dei Deputati
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INTERPELLANZA
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