INTERPELLANZA 2/01984 presentata da DI VITA GIULIA (MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO) in data 23/10/2017

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Atto Camera Interpellanza 2-01984 presentato da DI VITA Giulia testo di Lunedì 23 ottobre 2017, seduta n. 876 Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione , per sapere – premesso che: i sindacati Uil-Fpl e Anaao-Assomed a più riprese si sono rivolti alla regione siciliana, al Ministro della salute Lorenzin, all'Anac, alla Corte dei conti ed alle procure di Messina e Palermo, chiedendo che si faccia chiarezza sui requisiti dell'ex direttore generale del Papardo di Messina, ora commissario straordinario del policlinico della città dello Stretto, Michele Vullo; in sintesi, secondo le sigle sindacali, il manager non avrebbe mai posseduto i titoli previsti dalla legge per ricoprire l'incarico; a insospettire le organizzazioni sindacali è stato, in prima battuta, il fatto che il manager nel 2011 partecipò al bando della regione Calabria per individuare i direttori generali delle Asp e delle aziende ospedaliere, ma risultò non ammesso per carenza di requisiti. Nel 2010 però lo stesso Vullo era stato inserito nell'elenco dei direttori amministrativi delle Asp della regione siciliana e nel 2012 in quello dei direttori generali, tanto che dall'estate 2014 viene nominato direttore generale del Papardo di Messina. A entrambe le selezioni (che richiedevano analoghi requisiti e sono state bandite ad un anno di distanza l'una dall'altra) sia quella calabrese che quella siciliana, Vullo ha presentato lo stesso curriculum ; le sigle sindacali riferiscono inoltre che Vullo non avesse maturato i requisiti, poiché nel periodo compreso fra il 2002 e il 2006, contrariamente a quanto dichiarato nel curriculum e nell'istanza di partecipazione alla selezione per direttori generali, non sembra abbia mai ricoperto in precedenza il ruolo dirigente di struttura complessa, bensì e molto più semplicemente, quello di incarico con contratto di collaborazione continuativa (co.co.co.) conferito con procedure di cui all'articolo 7, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001; in altri termini, quando partecipò al bando della regione siciliana per l'accesso all'elenco dei candidati alle direzioni sanitarie e ospedaliere, Vullo non aveva ancora maturato i requisiti richiesti. Il bando della regione siciliana (così come quello della regione Calabria) richiedeva almeno 5 anni di attività direzionale in qualità di dirigente di strutture complesse; per tali motivi le sigle avanzavano la richiesta di revoca immediata dell'incarico dirigenziale del dottor Vullo, la sua cancellazione dall'albo regionale dei direttori amministrativi e direttori generali, nonché intervento dell'autorità giudiziaria; in seguito a tali segnalazioni ed esposti da gennaio 2017 il caso Vullo diviene oggetto di un'istruttoria della Commissione antimafia dell'Assemblea regionale siciliana, il cui raggio d'indagine è poi stato esteso, da marzo 2017, in seguito alla disamina di un dettagliato documento di denuncia redatto da ben nove sigle sindacali (tra cui CIMO, Anaao Assomed, Cgil Medici Fp), le quali, in sintesi, contestavano, più in generale, i criteri adottati e le procedure relative alle nomine dei manager siciliani della sanità; in altri termini, il caso-Vullo avrebbe spinto i commissari ad accendere i riflettori sui titoli degli altri manager della sanità siciliana; si fa presente che, a seguito di un incontro tenutosi il 13 aprile 2017, appositamente concordato per l'approfondimento del tema, l'interrogante ha altresì interessato della questione l'Autorità nazionale anticorruzione, richiedendo alla stessa un parere in merito ai contestati criteri adottati e le procedure relative alle nomine dei manager siciliani della sanità; il 30 giugno 2017 scadeva il mandato di ben nove direttori generali di Asp e ospedali siciliani. Per tali ragioni l'assessorato siciliano della salute avviava apposita procedura di nomina a commissario straordinario; da fonti di stampa si apprende che a precedere questa fase è stata una lunga battaglia di norme approvate all'Assemblea regionale siciliana per bloccare eventuali «colpi di mano» del Governo Crocetta a ridosso del voto regionale del prossimo 5 novembre, con leggi poi «bocciate» dalla Corte costituzionale e pareri e contropareri legali; il 27 giugno 2017, dunque, la giunta regionale ha nominato i commissari straordinari. Dei nove manager in scadenza di contratto, Michele Vullo è l'unico a non essere confermato dal governo regionale siciliano, poiché sostituito da Maria Letizia Di Liberti, dirigente al servizio 1 «Personale dipendente S.S.R.» dell'assessorato alla salute; lungi dal venir cancellato dall'albo regionale dei direttori amministrativi e direttori generali, con deliberazione n. 332 del 24 agosto 2017 della giunta regionale «legge regionale 1° marzo 2017, n. 4 – Articolo 3 – nomina commissario dell'azienda ospedaliera universitaria G. Martino di Messina – Dott. Vullo Michele», Vullo viene invece nominato commissario del policlinico della città dello Stretto; contro tale designazione le già citate sigle sindacali hanno da poco presentato un nuovo esposto-denuncia alle procure di Messina e Palermo; ad essere disatteso da parte del manager – si legge nell'esposto – sarebbe in particolare il disposto dell'articolo 3- bis , comma 3, della legge n. 502 del 1992, stante che lo stesso, anteriormente alla sua iscrizione all'albo regionale non risultava aver precedentemente, per almeno 5 anni, incarichi dirigenziali di tipo tecnico-amministrativo, in enti, aziende, strutture pubbliche o private, con autonomia gestionale e diretta responsabilità delle risorse umane, tecniche o finanziarie; i sindacati, ribadendo ancora una volta che Michele Vullo ad oggi non sarebbe assolutamente legittimato a rivestire incarico di commissario straordinario, chiedono, infine, di procedere ai sensi dell'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000, alla conseguente revoca dei benefici ottenuti da Vullo sulla base delle proprie dichiarazioni mendaci; occorrerebbe chiarire come si spieghi la citata circostanza che, con analoghi bandi e curricula, mentre nel 2011 secondo la commissione selezionatrice calabrese il dottor Vullo non aveva esperienza di direzione, appena un anno dopo la regione siciliana abbia assunto una decisione di segno opposto; sarebbe altresì opportuno verificare con precisione se siano stati rispettati i criteri di legge relativamente ai ruoli ricoperti dal dottor Vullo, ovvero dapprima la qualifica di direttore amministrativo presso l'AOU Policlinico «G.Martino» di Messina dal 2011 al 2014, successivamente quella di direttore generale dell'AOOR Papardo-Piemonte e oggi quella di commissario straordinario presso l'AOU Policlinico G. Martino di Messina –: di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa, se non intenda assumere iniziative normative volte a rendere più stringente la disciplina dei requisiti per il conferimento degli incarichi di direttore amministrativo e di direttore generale delle strutture sanitarie pubbliche, e quali ulteriori iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere. (2-01984) « Di Vita ».
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