INTERPELLANZA 2/01800 presentata da BINETTI PAOLA (MISTO-UDC) in data 15/05/2017

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Atto Camera Interpellanza 2-01800 presentato da BINETTI Paola testo di Lunedì 15 maggio 2017, seduta n. 796 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro della giustizia , per sapere – premesso che: il 21 gennaio 2016, Giancarlo Ricci, psicologo e psicoterapeuta, ha partecipato alla trasmissione «Dalla vostra parte», condotta da Paolo Del Debbio su Rete 4. Il titolo della puntata era «Mentre il Parlamento discute la legge sulle unioni civili, il paese si riscopre omofobo?». In tale contesto, il dottor Ricci veniva presentato come psicologo e si definiva come psicanalista. Nella trasmissione Ricci affrontava tematiche relative al ruolo dei genitori e alla convenienza per i bambini di avere un padre ed una madre; l'aver fatto presente la sua qualifica professionale è bastato a far dedurre ad alcuni colleghi che la sua presenza nella trasmissione non avvenisse a titolo personale, come un qualunque professionista, ma che di fatto rappresentasse l'intera categoria degli psicologi. Cosa che non solo non era affatto nelle intenzioni del Ricci, che parlava a titolo puramente personale esprimendo il proprio punto di vista in merito a questioni, che ben sapeva essere complesse e controverse; la seconda accusa che gli viene rivolta riguarda alcune cose dette in trasmissione, a proposito del ruolo che madre e padre hanno nello sviluppo psicologico dei figli; la terza accusa infine è quella di superficialità, per essere intervenuto in un format televisivo, i cui tempi sono notoriamente troppo brevi per consentire di approfondire le diverse questioni; per queste tre ragioni l'Ordine degli psicologi della Lombardia decide di avviare un procedimento disciplinare a carico di Ricci, accusandolo di non avere ammesso esplicitamente i limiti della propria competenza e quindi di non aver mostrato un livello adeguato di preparazione professionale. Il suo comportamento viene quindi definito come contrario al decoro, alla dignità e al corretto esercizio della professione, anche per avere distinto i soggetti in base al loro orientamento sessuale; appare piuttosto evidente, a giudizio degli interpellanti, l'artificiosità delle accuse che gli vengono mosse: in trasmissione il Ricci rappresentava solo se stesso e le proprie opinioni, altrimenti è come se ogni volta che un avvocato, un medico, un critico d'arte, intervengono in una trasmissione, ipso facto , rappresentassero le intere categorie corrispondenti ai rispettivi profili professionali; in quanto alle dinamiche televisive, ai ritmi e ai tempi con cui vengono condotte, secondo gli interpellanti queste in parte vanno attribuite al mezzo nella sua specificità e in parte al conduttore nella sua libertà e nella sua autonomia professionale. Riguardo alla terza accusa invece, in merito ai contenuti e alle idee espresse dal Ricci, evidentemente queste attendono alla libertà di pensiero e di espressione con cui ogni cittadino affronta le questioni che gli vengono poste; se Ricci si dichiara contrario all'ideologia gender e sostiene il ruolo dell'eterosessualità nella procreazione ed educazione dei figli, ad avviso degli interpellanti, questo fa parte del suo bagaglio culturale e probabilmente è il motivo stesso per cui è stato invitato nella trasmissione per esprimere una posizione diversa da quella di chi sostiene la teoria del gender con tutte le relative implicazioni; a meno che non si voglia optare per un sistema televisivo con un pensiero a senso unico, il pluralismo culturale resta ad oggi ancora una delle manifestazioni più concrete della democrazia e della libertà di opinione e di espressione, più profondamente tutelate dalla Costituzione–: quali iniziative di competenza intendano assumere, anche di carattere normativo, per assicurare che a tutte le persone iscritte ad un ordine professionale si riconosca il diritto costituzionale di libertà di pensiero e di espressione, che include anche la possibilità di intervenire nelle trasmissioni televisive, se invitati, a titolo personale, senza essere discriminate se il loro pensiero non coincide con alcuni orientamenti del direttivo dell'Ordine e quindi senza correre il rischio che su di loro ricada un procedimento disciplinare. (2-01800) « Binetti , Buttiglione , Cera , De Mita ».
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BUTTIGLIONE ROCCO (MISTO-UDC) 
DE MITA GIUSEPPE (MISTO-UDC) 
CERA ANGELO (MISTO-UDC) 
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