INTERPELLANZA URGENTE 2/01782 presentata da BOCCIA FRANCESCO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20121211

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Atto Camera Interpellanza urgente 2-01782 presentata da FRANCESCO BOCCIA martedi' 11 dicembre 2012, seduta n.732 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della salute, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che: la grave crisi finanziaria e gestionale degli istituti ospedalieri «Opera Don Uva» (con sedi a Bisceglie, Foggia e Potenza), di proprieta' della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza, e' da tempo all'attenzione delle istituzioni regionali della Puglia e della Basilicata e delle amministrazioni locali interessate e sta destando viva preoccupazione tra i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali, nonche' tra i pazienti che beneficiano dei servizi erogati da tali strutture e, piu' in generale, tra la popolazione tutta di detti territori; solo per avere un'idea della dimensione dell'Opera Don Uva e della problematica trattata, si evidenzia che, al 31 dicembre 2011, nelle tre sedi citate, si contavano complessivamente 1966 dipendenti e 2054 posti letto (cosi' ripartiti: 1019 dipendenti e 950 posti letto nella struttura di Bisceglie; 530 dipendenti e 631 posti letto nella struttura di Foggia; 417 dipendenti e 473 posti letto nella struttura di Potenza). A fronte di questi dati, tuttavia, nel corso degli ultimi anni si sono accumulati un debito che ammonta a oltre 400 milioni di euro - quasi totalmente nei confronti dello Stato - e perdite di esercizio nell'ordine di 30 milioni annui; tali preoccupanti indicatori sono il frutto di scelte gestionali che ad avviso degli interpellanti si sono caratterizzate per imperizia, opacita' e incoerenza, tra cui si segnalano investimenti immobiliari intempestivi o affidamenti esterni di servizi e attivita' che hanno moltiplicato i costi e ridotto l'efficienza dell'organizzazione aziendale; confermano il precitato giudizio poco lusinghiero, le numerose inchieste avviate nei confronti dell'opera Don Uva dalla procura della Repubblica di Trani e da quella di Foggia, nonche' l'istanza di fallimento proposta dalla stessa procura della Repubblica di Trani nei confronti della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza (sulla quale, nei prossimi giorni, si pronuncera' il Tribunale di Trani); in tale contesto, i primi a pagare le conseguenze degli errori gestionali sono stati i dipendenti che operano presso tali strutture che gia' (qualche anno fa) hanno dovuto subire gli effetti della messa in cassa integrazione in deroga per 664 unita' lavorative e che ora, a decorrere dal 3 ottobre 2012, hanno appreso la decisione dell'azienda di avviare una procedura di licenziamento collettivo per ulteriori 587 unita', numero che, secondo alcune anticipazioni, potrebbe addirittura essere ulteriormente incrementato; appare di tutta evidenza che se tali decisioni dovessero concretizzarsi, verrebbe meno gran parte della stessa capacita' operativa delle strutture ospedaliere, mettendo cosi' in crisi un intero territorio per le ricadute occupazionali che si determinerebbero e che pregiudicherebbero l'assistenza e la cura delle popolazioni dell'area, soprattutto per patologie che richiedono alta specializzazione e attrezzature dedicate quali quelle che ancora si possono rinvenire in tali ospedali; si tratta di una situazione di particolare difficolta' che non puo' certo dirsi affrontata con misure credibili e realistiche dalla dirigenza dell'Opera Don Uva, la quale ha elaborato un «cosiddetto» piano di risanamento che propone esclusivamente il taglio occupazionale di quasi un quarto della forza lavoro, di fatto determinando la compromissione della capacita' operativa di intere funzioni; stante la rilevanza e la natura dei problemi sommariamente evidenziati, da piu' parti si e' auspicato il ricorso all'amministrazione straordinaria prevista per le grandi imprese che, a tutt'oggi, anche a parere degli interpellanti si ritiene essere la soluzione piu' ragionevole e appropriata per assicurare continuita' operativa e le migliori garanzie nei confronti degli assistiti, dei lavoratori e dei creditori; tuttavia, manifestando una volonta' secondo gli interpellanti non pienamente orientata alla leale collaborazione tra tutte le parti interessate, prime fra tutte le organizzazioni sindacali e le istituzioni regionali e locali interessate, la Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza ha preferito rivolgersi al tribunale di Trani per chiedere l'ammissione al concordato preventivo (secondo una proposta che, invero, tarderebbe ancora a maturare), assumendo esclusivamente tagli del personale; a tal riguardo, come piu' volte formalmente segnalato dalle organizzazioni sindacali, anche in questa sede si lamenta la mancata ottemperanza delle disposizioni di cui all'articolo 4, comma 3, della legge 23 luglio 1991, n. 223, relative all'obbligo di fornire le piu' complete informazioni che possano consentire all'interlocutore sindacale di esercitare in maniera trasparente e consapevole un effettivo controllo sulla programmata riduzione del personale, valutando anche la possibilita' di misure alternative al programma di esubero; l'insieme delle richiamate scelte aziendali ha determinato un irrigidimento delle amministrazioni regionali nei confronti della dirigenza dell'istituto -: quali sianole stime del Governo circa i rischi occupazionali che si possono determinare in un'area gia' gravemente segnata da alti tassi di disoccupazione e le conseguenze sul diritto alla salute delle popolazioni di detti territori e sui livelli essenziali di assistenza, soprattutto per alcune patologie in cui sono specializzate le strutture dell'Opera Don Uva; quali iniziative urgenti si intendano assumere al fine di acquisire tutti gli elementi necessari per la gestione degli indicati esuberi occupazionali e per assicurare il pieno rispetto delle prerogative sindacali previste dalla citata legge n. 223 del 1991; quali iniziative di competenza intendano adottare al fine di creare le condizioni per la gestione della crisi (anche a tutela dell'ingente credito dello Stato), prevedendo il pieno e fattivo coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali interessati e delle parti sociali, attraverso l'istituzione di un apposito tavolo di confronto, anche verificando la fattibilita' del ricorso all'amministrazione straordinaria. (2-01782) «Boccia, Ventura, Bellanova, Bordo, Capano, Concia, D'alema, Ginefra, Grassi, Losacco, Luongo, Margiotta, Mastromauro, Servodio, Vico».
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INTERPELLANZA 
BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BORDO MICHELE (PARTITO DEMOCRATICO) 
CAPANO CINZIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
CONCIA ANNA PAOLA (PARTITO DEMOCRATICO) 
GINEFRA DARIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
GRASSI GERO (PARTITO DEMOCRATICO) 
LOSACCO ALBERTO (PARTITO DEMOCRATICO) 
LUONGO ANTONIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MARGIOTTA SALVATORE (PARTITO DEMOCRATICO) 
SERVODIO GIUSEPPINA (PARTITO DEMOCRATICO) 
VENTURA MICHELE (PARTITO DEMOCRATICO) 
VICO LUDOVICO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MASTROMAURO MARGHERITA ANGELA (PARTITO DEMOCRATICO) 
D'ALEMA MASSIMO (PARTITO DEMOCRATICO) 
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