INTERPELLANZA 2/01717 presentata da LULLI ANDREA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20121029

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Atto Camera Interpellanza 2-01717 presentata da ANDREA LULLI lunedi' 29 ottobre 2012, seduta n.710 Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che: la Commissione europea ha deciso di ritirare la proposta di regolamento sul «made in», dopo che nel 2010 il Parlamento europeo, in seduta plenaria, aveva approvato a larga maggioranza il rapporto bipartisan dei tre relatori italiani, Cristiana Muscardini, Gianluca Susta e Niccolo' Rinaldi; la decisione e' stata presa dal Collegio dei Commissari su indicazione del responsabile europeo per il commercio, il liberale belga Karel De Gucht; il provvedimento, atteso da anni dall'industria italiana, aveva il sostegno oltre che dell'Italia, di Francia, Polonia e Spagna ma dopo l'approvazione da parte del Parlamento si e' bloccato nel Consiglio europeo per l'opposizione, tra gli altri, di Germania, Gran Bretagna e di una serie di Paesi del nord Europa; il regolamento intendeva introdurre - per i tessili, l'abbigliamento, il legno, le ceramiche, il valvolame e l'oreficeria - l'obbligo di specificare il luogo di produzione sui prodotti proveniente da Paesi non appartenenti all'Unione europea, in modo da fornire al consumatore una chiara indicazione; tale indicazione sarebbe risultata premiante per i produttori europei che, nonostante la crisi, hanno deciso di non delocalizzare e, in tutti i casi, veritiera in tema di origine del prodotto; la decisione della Commissione europea di ritirare la proposta di Regolamento sul «made in», mostra non solo la lontananza dell'Unione europea dagli interessi dei cittadini e delle imprese, ma una grave presa di posizione a favore di Paesi che, fino ad oggi, hanno costruito le proprie fortune anche grazie alla maggiore tutela che l'Unione europea gli ha riservato; la lobby della grande distribuzione sostenuta dai Paesi del nord europa e' riuscita ad avere il sopravvento sui Paesi manifatturieri che costituiscono la vera ricchezza e specificita' dell'economia comunitaria rispetto al resto del mondo; le analisi secondo cui la ripresa economica deve necessariamente basarsi sul rilancio del comparto manifatturiero, non sono state tenute in alcuna considerazione dal Consiglio europeo, che in tal modo conferma il minore peso dell'Europa produttiva nelle proprie decisioni, al punto che il Consiglio ha preferito mettersi in rotta di collisione con il Parlamento, unico organo democraticamente eletto, piuttosto che con i paesi del Nord Europa; a fare le spese di questa decisione assurda ed avventata saranno soprattutto le piccole e medie imprese e i distretti produttivi, profondamente colpiti dalla contraffazione e sempre piu' esposti alla concorrenza sleale dei paesi asiatici ed extra comunitari, che continueranno a introdurre, nei nostri territori, merci low-cost e di bassa qualita' prive dell'indicazione d'origine; grave anche l'idea che il Consiglio europeo possa negare ai cittadini europei il diritto di avere informazioni trasparenti sulla provenienza delle merci -: quali iniziative intenda assumere il Governo: a) per scongiurare il ritiro della proposta di regolamento sul «made in» e per difendere gli interessi delle nostro Paese di fronte agli altri Paesi europei; b) per comunicare, nelle sedi opportune, l'enorme disagio delle imprese e dei cittadini italiani rispetto a una decisione che rischia di allontanarli ulteriormente dall'Europa; c) affinche' la Commissione europea riprenda in mano il dossier «made in», imponendo al Consiglio di riaprire il confronto e la discussione sul relativo regolamento. (2-01717) «Lulli».
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