INTERPELLANZA 2/01265 presentata da PECORARO SCANIO ALFONSO (MISTO-VERDI-L'ULIVO) in data 29/07/2004
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Interpellanza Atto Camera Interpellanza 2-01265 presentata da ALFONSO PECORARO SCANIO giovedì 29 luglio 2004 nella seduta n. 501 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere - premesso che: nel territorio di Pellaro, sito nel Comune di Reggio Calabria, opera il «Comitato Senzacemento», nato al fine di promuovere il recupero ambientale e la vivibilità del quartiere, in opposizione agli interessi di ben individuate lobby cementizie; il «Comitato Senzacemento» nel mese di luglio 2003 ha ottenuto in comodato gratuito temporaneo dall'ENAV (Ente Nazionale Assistenza al Volo) di Reggio Calabria un'area ubicata nella località costiera di Punta Pellaro, ove è installato un radiofaro, per provvedere alla sua bonifica e valorizzazione ambientale; non appena avviata la bonifica della predetta area, nei mesi di luglio ed agosto del 2003 la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria è intervenuta ripetutamente con controlli nei confronti del «Comitato Senzacemento» - senza che mai siano stati redatti verbali ufficiali identificando i volontari presenti e intimando verbalmente loro di lasciare l'area perché appartenente al demanio marittimo, nonostante l'esistenza del permesso rilasciato dall'Enav; tale accanimento persecutorio da parte della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria è apparso del tutto privo di motivazioni e dunque con profili di illegittimità, in ragione sia del suo comportamento omissivo dinanzi all'enorme cementificazione abusiva esistente sul demanio marittimo di Pellaro, ma anche perché la stessa Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, con una nota - prot. 3229 del 26 giugno 2003 - in risposta ad un esposto dell'associazione LIPU (aderente al Comitato Senzacemento) in cui sono stati denunciati comportamenti illeciti ricorrenti posti in essere nella medesima zona di Punta Pellaro - ha affermato che «la mancanza di fondi dovuti alle ristrettezze di bilancio non permettono a questa amministrazione una più incisiva e costante azione di vigilanza»; nel corso dei richiamati interventi, i militari della Capitaneria di Porto hanno sempre omesso di sanzionare i comportamenti illegittimi o illeciti riscontrati sulla spiaggia: ad esempio l'uso di canne da posta in area di balneazione, l'utilizzo di reti a strascico vietate o il transito sull'arenile di autoveicoli fuoristrada. In un solo caso, su precisa rimostranza dei membri del «Comitato Senzacemento», i militari hanno ordinato ai proprietari delle canne di rimuoverle, senza tuttavia che sia stata elevata alcuna contravvenzione; a giudizio degli interpellanti, appare logico supporre che se i controlli riservati al «Comitato Senzacemento» fossero stati estesi a tutti gli speculatori che hanno impunemente edificato sulla costa, precludendo quasi totalmente l'accesso alle spiagge del litorale pellarese, probabilmente tutto ciò non si sarebbe verificato e non si sarebbe realizzata la devastazione di un litorale di incomparabile bellezza; tali fatti sono stati denunciati dal «Comitato Senzacemento», in data 8 ottobre 2003, con un esposto alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, inviato per competenza anche al Comandante Generale della Capitaneria di Porto e al Ministro delle infrastrutture e trasporti; il comportamento, secondo gli interpellanti, evidentemente persecutorio della Capitaneria di Porto nei confronti degli esponenti del Comitato Senzacemento è giunto sino a dar luogo all'avvio di un procedimento amministrativo a carico dell'ENAV S.P.A. e conseguentemente ad un'ingiunzione di sgombero, per occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo, da parte del responsabile del Demanio Marittimo; in ragione del procedimento amministrativo avviato, l'ENAV ha revocato al Comitato Senzacemento l'affidamento temporaneo dell'area; l'area concessa in comodato dall'Enav è da tempo oggetto delle mire speculative del confinante Villaggio Turistico Punta Pellaro; tale villaggio turistico - in realtà un residence privato di 47 ville a schiera - è stato realizzato a meno di venti metri dalla linea di battigia, in area sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi del Decreto Ministeriale 10 febbraio 1976, in presenza della formale esistenza di tutte le autorizzazioni prescritte, compresa quella ex articolo 55 Codice Navigazione; nonostante l'apparente regolarità di tutte le opere, il villaggio turistico è stato sottoposto nel 2000, su denuncia della LIPU, a sequestro dell'Autorità Giudiziaria per i reati, tra l'altro, di distruzione di bellezze naturali, lottizzazione abusiva e occupazione a fini di profitto di aree demaniali, sequestro ancora in atto; come accertato dall'inchiesta svolta dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria rilasciò il nulla-osta ex articolo 55 Codice Navigazione «senza tenere in alcun conto la prescrizione della fascia di 39 metri imposta dal Genio Civile di Reggio Calabria con provvedimento del 2 luglio 1997»; con il suddetto nulla-osta della Capitaneria di Porto n. 7/97, le ditte costruttrici del villaggio furono autorizzate a realizzare due passi carrabili, che costituiscono gli accessi principali del villaggio turistico su strada abusivamente realizzata sull'arenile, con grave pregiudizio del demanio marittimo e dell'ambiente; non risulta agli interpellanti che la Capitaneria di Porto abbia emesso, a tutt'oggi, alcuna ordinanza di sgombero delle aree occupate dai costruttori del suddetto villaggio e che, pertanto, la strada abusivamente realizzata sull'arenile continua ad essere utilizzata, così come i parcheggi realizzati su area portuale -: se non ritengano che si sia in presenza di comportamenti gravissimi, fortemente lesivi della legalità e se non ritengano pertanto di dover disporre, per le rispettive competenze, controlli ed ispezioni: sull'operato della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria ed in particolare, sui nulla-osta rilasciati per la realizzazione di parte del villaggio turistico in area demaniale e di due passi carrabili sull'arenile, come già chiesto dagli Onorevoli Procacci e Scalia allo con interrogazione 4-30850/2000; sulla gestione del demanio marittimo nel territorio di competenza della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria e nel territorio di Pellaro; sul mancato esercizio, da parte della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, delle azioni di tutela del Demanio Marittimo e Portuale in relazione alle condotte illecite e pregiudizievoli poste in essere dai costruttori del Villaggio Turistico Punta Pellaro. (2-01265) «Pecoraro Scanio, Lion».
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INTERPELLANZA 2/01265 presentata da PECORARO SCANIO ALFONSO (MISTO-VERDI-L'ULIVO) in data 29/07/2004
INTERPELLANZA
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