INTERPELLANZA 2/01127 presentata da BORGHEZIO MARIO (LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA) in data 19980515

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Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che: a pochi giorni dai tragici avvenimenti della Campania, insieme con le attivita' di soccorso e di ricostruzione sono apparsi - con sinistra puntualita' - i primi chiari ed inequivocabili indizi che la camorra ha gia' iniziato a mettere le mani sul business della ricostruzione; secondo quanto riportato da il manifesto del 14 maggio 1998 e dal Corriere della Sera del 15 maggio 1998 in particolare a Sarno sono stati segnalati comportamenti indirizzati ad impedire alle imprese presentatesi per collaborare ai lavori di soccorso e di ricostruzione di operare autonomamente, forzandole ad aderire a consorzi gia' predisposti da imprese locali facenti capo secondo i citati quotidiani a tali Angelo e Pasquale Iovino, Pappacena e Mario Buonaiuto; un'altra impresa, la "Socob", di un certo Antonio Rainone, che sta lavorando ad Episcopio, ha visto rilevare il proprio impianto di calcestruzzo di Castel San Giorgio dalla gia' citata impresa Iovino; la presenza di imprese (quali quelle Iovino e Buonaiuto, secondo le fonti citate, notoriamente in odore di camorra, negli appalti pubblici, avverrebbe attraverso la sottoscrizione dei cosiddetti "contratti di noleggio a freddo" con cui ditte insospettabili rilevano pale e camion da quelle camorriste, assumendone temporaneamente i dipendenti; e' significativo, a tal proposito, l'esempio della ditta Pontello, riportato dai citati giornali, intervenuta con mezzi propri ma anche con decine di mezzi della ditta Iovino, facendoli convergere da un cantiere dell'alta velocita' dal cantiere di Striano, sospendendo i lavori dell'appalto del lotto C dell'alta velocita', in cui la stessa ditta Pontello ha subappaltato determinati lavori alla ditta Iovino, che risulta avvalersi, in luogo del certificato antimafia, di una semplice autocertificazione; altri comportamenti anomali e probabilmente da porsi in rapporto con finalita' illegali, sarebbero riconducibili al fatto che a Sarno alcuni dei "capi settori" responsabili dei lavori non firmano, a fine giornata, i fogli riassuntivi dei lavori svolti, quasi a predisporre per tempi successivi la possibilita' di far risultare come svolti lavori diversi da quelli effettivamente eseguiti; l'allarme di presenze camorristiche e' confermato dalle dichiarazioni rilasciate al Corriere del Mezzogiorno dal dottor Franco Roberti, pubblico ministero della procura antimafia di Napoli -: quali concrete e puntuali misure il Governo intenda porre in essere per effettuare un rigoroso controllo di prevenzione che impedisca, dopo tante esperienze negative nelle ricostruzioni del dopo terremoto, alle ditte collegate ai boss della camorra di continuare ad esercitare impunemente, attraverso minacce di gravi ritorsioni, il loro indisturbato potere su amministrazioni ed imprese in comuni, come quello di Sarno ed altri interessati da queste vicende, che da troppo tempo la stessa camorra e' abituata a considerare come propri feudi intoccabili sottratti alla legalita'. (2-01127)
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