INTERPELLANZA URGENTE 2/01013 presentata da VICO LUDOVICO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20110323

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Atto Camera Interpellanza urgente 2-01013 presentata da LUDOVICO VICO mercoledi' 23 marzo 2011, seduta n.451 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che: la scalata ai marchi italiani non e' un fatto nuovo, dopo le cessioni di Gucci, di Bnl a Bnp Paribas e di Sma ad Auchan, la vendita del gruppo Lucchini al gruppo siderurgico russo Severstal e le notizie di una possibile acquisizione di Alitalia da parte di Air France; nei giorni scorsi l'allarme e' cresciuto con il riassesto di Edison, che stava per finire nelle mani del socio statale Edf, l'evitato ingresso di Groupama nel capitale Premafin, finanziaria del gruppo Ligresti, l'offerta pubblica di acquisto su Bulgari da parte di Lvmh e l'acquisto a sorpresa dell'11,4 per cento di Parmalat per conto del primo marchio mondiale alimentare Lactalis; su Parmalat si concentrano una serie di interessi dell'industria agricola italiana e delle grandi cooperative del latte, che temono di perdere un grande cliente nazionale, e ci si preoccupa delle sorti di un'azienda rinata da uno dei peggiori fallimenti della storia; dopo la recente cessione di Gianfranco Ferre' al Paris group di Dubai, con la cessione di Bulgari a Lvmh (Louis Vuitton Moet Hennessy) e' stata segnata una nuova tappa dell'esodo dei marchi storici del lusso italiano; lo sfaldamento del made in Italy nel campo della moda e' cominciato gia' da anni; sono diversi i brand italiani acquisti soprattutto da gruppi francesi, come il marchio Fendi, venduto anch'esso al Lvmh, che controlla anche la maison Emilio Pucci, Valentino e' passato qualche anno fa dal gruppo Marzotto al fondo di private equity Permira Holdings Limited (Phl), mentre Gucci e Bottega Veneta fanno parte entrambi del gruppo francese Ppr (Pinault - Printemps - Redout); preoccupa fortemente l'intenzione di diversi fondi di private equity di mettere sul mercato altri marchi noti, come Coin, Rinascente, Giochi Preziosi, Blu vacanze, Metroweb; il passaggio in mani straniere di tanti marchi italiani puo' provocare pesanti ripercussioni sull'economia del nostro Paese e, quindi, introdurre norme che scoraggino scalate di investitori esteri sulla base della mancanza di reciprocita' da parte di altri Paesi e' utile; tuttavia, la quota di aziende a controllo estero (fonte «The global operations of European firms. The second efige policy report»), definite come quelle con almeno il 50 per cento del capitale posseduto da azionisti stranieri, in Italia e' bassa (4,1 per cento), meno della meta' di quella francese (10,3 per cento) e un terzo di quella del Regno Unito (12,2 per cento); il confronto internazionale indica che il sistema di imprese italiano e' piu' chiuso sia in entrata che in uscita, le imprese italiane sono anche meno frequentemente parte di un gruppo, molto raramente hanno un venture capitalist nella compagine azionaria e hanno una quota di finanziamento bancario superiore a quello degli altri Paesi; e' necessario, dunque, occuparsi in primo luogo delle condizioni in cui le imprese operano e dei problemi di competitivita' di sistema: il controllo delle imprese italiane soffre di problemi antichi e mai risolti, come la sottocapitalizzazione e la struttura proprietaria incentrata sulla famiglia, generalmente contraria all'apertura del capitale per timore di perdere il controllo; e', altresi', necessario accrescere la capitalizzazione delle imprese, favorendo l'afflusso del risparmio delle famiglie verso forme di investimento azionario, sviluppando il mercato borsistico, facendo crescere il settore del venture capital e del private equity, predisponendo una strategia di politica industriale che manca all'economia italiana; e' contestualmente utile varare, sulla base del criterio della reciprocita' ed evitando di incorrere in procedure di infrazione da parte della Commissione europea, norme contro le scalate ostili sulla falsariga della «norma anti-opa» annunciata dal Governo francese nel luglio del 2005, dopo il tentativo di scalata del gigante americano Pepsi-Cola alla Danone, seguito, un mese dopo, dall'interesse del gruppo siderurgico Vale do Rio per la Erame; da allora il Governo francese e' in grado di dire si' o no a una societa' che intende acquisire una partecipazione o il controllo di un gruppo francese «strategico», dettando nel caso le condizioni per ottenere il nullaosta: sono stati, infatti, definiti 11 settori strategici ed e' stata prevista una distinzione tra aziende predatrici dell'Unione europea ed extra Unione europea per evitare interventi da parte dell'Unione europea; tra le norme piu' forti previste dalla normativa francese e' rilevante quella che da' all'Amf (la Consob francese) il potere di chiedere al presunto scalatore, anche solo in base a notizie che anticipano l'effettiva scalata, un piano dettagliato entro 48 ore, in caso di mancata risposta e' previsto un blocco di sei mesi, come e' accaduto all'Enel quando nel 2006 tento' di scalare Suez, nel caso della progettata fusione fra la spagnola Abertis e Autostrade e con il tentativo da parte di Ferrovie dello Stato di entrare nelle ferrovie francesi; anche il Canada ha promulgato fin dal 1985 una legge federale che prevede l'obbligo di notifica per gli stranieri che prendono il controllo di una impresa canadese: l'Investment Canada act da' al Governo la facolta' di vietare investimenti stranieri cospicui se non portano un beneficio al Paese; il Ministro interpellato, con una mossa tardiva, ha lanciato nei giorni scorsi l'allarme per l'escalation verificatasi nelle ultime settimane -: quali iniziative intenda assumere per accelerare l'adozione di misure a tutela delle imprese strategiche italiane, basate sulla reciprocita', nel rispetto delle regole europee, anche rifacendosi al modello della normativa esistente in Francia e in Canada, contro le scalate ostili. (2-01013) «Vico, Amici, Bellanova, Bernardini, Berretta, Bonavitacola, Bressa, Burtone, Capodicasa, Cavallaro, Ceccuzzi, Ciriello, Dal Moro, D'Antona, De Pasquale, D'Incecco, Ghizzoni, Ginefra, Ginoble, Grassi, Pierdomenico Martino, Mastromauro, Mecacci, Miglioli, Miotto, Peluffo, Piccolo, Pistelli, Quartiani, Tullo, Maurizio Turco».
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INTERPELLANZA 
AMICI SESA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BERRETTA GIUSEPPE (PARTITO DEMOCRATICO) 
BONAVITACOLA FULVIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
BRESSA GIANCLAUDIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CAPODICASA ANGELO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CAVALLARO MARIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CECCUZZI FRANCO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CIRIELLO PASQUALE (PARTITO DEMOCRATICO) 
D'ANTONA OLGA (PARTITO DEMOCRATICO) 
D'INCECCO VITTORIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
DAL MORO GIAN PIETRO (PARTITO DEMOCRATICO) 
DE PASQUALE ROSA (PARTITO DEMOCRATICO) 
GHIZZONI MANUELA (PARTITO DEMOCRATICO) 
GINEFRA DARIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
GINOBLE TOMMASO (PARTITO DEMOCRATICO) 
GRASSI GERO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MARTINO PIERDOMENICO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MIGLIOLI IVANO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MIOTTO ANNA MARGHERITA (PARTITO DEMOCRATICO) 
PICCOLO SALVATORE (PARTITO DEMOCRATICO) 
PISTELLI LAPO (PARTITO DEMOCRATICO) 
QUARTIANI ERMINIO ANGELO (PARTITO DEMOCRATICO) 
TULLO MARIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MASTROMAURO MARGHERITA ANGELA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO (PARTITO DEMOCRATICO) 
PELUFFO VINICIO GIUSEPPE GUIDO (PARTITO DEMOCRATICO) 
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