INTERPELLANZA 2/00939 presentata da SORIAL GIRGIS GIORGIO (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 17/04/2015

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Atto Camera Interpellanza 2-00939 presentato da SORIAL Girgis Giorgio testo presentato Venerdì 17 aprile 2015 modificato Martedì 21 aprile 2015, seduta n. 412 I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico , per sapere – premesso che: il 12 marzo 2015, a pochi giorni dalla dead line del 31 marzo, l'Italia, insieme a Gran Bretagna, Francia e Germania, è entrata come membro fondatore nell’ Asian infrastructure investment bank (Aiib), la banca di sviluppo asiatica lanciata e guidata dalla Cina, come riportato da molteplici fonti di stampa; secondo i dati pubblicati dal sito cinese di informazione finanziaria Caixin, l'Aiib, lanciata a ottobre 2013 dal presidente cinese Xi Jinping, avrebbe sede a Pechino e un capitale di 50 miliardi di dollari che presto arriveranno a 100 miliardi (l’ Asian development bank ha 165 miliardi), ed il suo obiettivo sarebbe quello di essere una banca di sviluppo multinazionale che dà supporto ai progetti infrastrutturali nei paesi emergenti dell'Asia; i progetti presi in considerazione dall'Aiib dovrebbero essere ferrovie, strade, aeroporti, porti, infrastrutture di telecomunicazione, edilizia sostenibile, gestione sostenibile delle risorse idriche, e per questo l'Aiib sembrerebbe avere una missione simile a istituti come la Banca mondiale, la Banca di sviluppo asiatica Adb, la Banca africana di sviluppo, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, la Banca interamericana di sviluppo; per quanto riguarda le adesioni: a ottobre 2014 avevano fatto domanda di ingresso nell'Aiib 21 Paesi, tutti asiatici: oltre alla Cina, India, Bangladesh, Brunei, Cambogia, Kazakhstan, Kuwait, Laos, Malesia, Mongolia, Myanmar, Nepal, Oman, Pakistan, Filippine, Qatar, Singapore, Qatar, Singapore, Sri Lanka, Tailandia, Uzbekistan, Vietnam; a gennaio 2015 si sono uniti Nuova Zelanda, Indonesia, Maldive, Tajikistan, Arabia Saudita; a febbraio 2015 sono arrivati nel gruppo anche la Giordania e Hong Kong ha annunciato la partecipazione; dopo Uk, Germania, Francia e Italia, le richieste di ingresso si sono moltiplicate, con nomi di Paesi come il Brasile, la Russia, l'Australia e la Corea del Sud, che, nonostante le pressioni americane, hanno alla fine deciso di far parte di quella che molti considerano una potenziale potente rivale della Banca mondiale; il Ministro malese delle finanze Ahmad Husni Handadzlah ha chiarito, in nome dell’ Association of Southeast Asian Nations (Asean), che il gruppo è ancora in attesa che la Cina presenti informazioni sulla «struttura e modello» dell'Aiib; gli Stati Uniti hanno più volte ammonito i loro alleati a guardarsi dall'entrare in un istituto, l'Aiib, che non ha ancora fornito garanzie su come sarà strutturato e sugli standard in base ai quali opererà; il segretario americano al Tesoro Jacob Lew avrebbe messo in dubbio la Governance del nuovo istituto: «Quello che ci preoccupa è se aderirà agli alti standard che gli istituti finanziari internazionali hanno sviluppato. Proteggerà i diritti dei lavoratori e l'ambiente, affronterà in modo adeguato il problema della corruzione? Spero che prima che venga ratificato l'impegno finale, chiunque voglia legare il proprio nome a questa organizzazione si assicuri che questi temi siano adeguatamente affrontati»; il Giappone si è inizialmente allineato alla posizione americana esprimendo forti dubbi sulla credibilità della banca di sviluppo che la Cina sta creando e che minaccia di ridurre l'influenza dell’ Asian Development Bank , infatti il Capo segretario di gabinetto giapponese Yoshihide Suga avrebbe avanzato molti dubbi: «Sarà in grado questa banca di assicurare una equa Governance ? Terrà conto della sostenibilità dei prestiti o finirà per infliggere perdite ad altri creditori?»; anche se qualche giorno dopo il Ministro delle finanze cinese Lou Jiwei e il presidente della Adb Takehiko Nakao hanno rivelato di essersi già incontrati per discutere una possibile cooperazione, il ministro delle Finanze Taro Aso ha tuttavia ribadito che «l'Aiib non ha ancora garantito trasparenza e niente è deciso su chi sia coinvolto, quale sia il consiglio esecutivo e chi valuterà i prestiti per ciascun progetto»; il Giappone continua a nutrire dubbi anche sulla sostenibilità del debito e sulla capacità dell'Aiib di rispondere dell'impatto sociale e ambientale dei progetti di sviluppo, e questo potrebbe avere un effetto sugli esistenti prestiti di Adb, Banca mondiale e altri istituti; natura e obiettivi della banca di sviluppo cinese sono ancora lontani dall'essere del tutto chiariti; molti hanno letto la creazione dell'Aiib come una risposta della Cina al peso inadeguato concessole dentro il Fondo monetario internazionale, FMI, con la mancata riforma dei diritti di voto, ma secondo un editoriale del Financial times la situazione potrebbe essere più complicata di così: «La Cina ha fatto di tutto perché il suo peso nel veto nel consiglio esecutivo del Fmi restasse comunque minore di quello del Giappone», scrive il Financial times: «Pechino non voleva il ruolo di primo piano – e la responsabilità nelle azioni del Fmi – che sarebbe derivata dal diventare il secondo paese con più voti nel board»; dunque la Cina potrebbe aver pensato che era meglio non essere troppo coinvolta con gli istituti occidentali e neoliberali, perché questo poteva danneggiare la sua immagine politica nei confronti dei Paesi del mondo in via di sviluppo–: se il Governo non intenda chiarire la sua posizione in merito all'adesione avvenuta all'Aiib di cui in premessa, illustrandone le motivazioni soprattutto in considerazione dell'attuale mancanza di informazioni fondamentali sulla reale identità e Governance di questa banca, nonché le molte riserve espresse in merito da diversi Paesi; in che modo il Governo intenda attivarsi circa la mancanza di trasparenza dell'Aiib, della quale siamo ormai parte, per fare chiarezza su chi sia coinvolto, quale sia il consiglio esecutivo e chi valuterà i prestiti per ciascun progetto, e sugli standard che verranno applicati, soprattutto per quanto riguarda i diritti dei lavoratori e dell'ambiente. (2-00939) « Sorial , D'Incà , Brugnerotto , Cariello , Castelli , Colonnese ».
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BRUGNEROTTO MARCO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
CARIELLO FRANCESCO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
CASTELLI LAURA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
COLONNESE VEGA (MOVIMENTO 5 STELLE) 
D'INCA' FEDERICO (MOVIMENTO 5 STELLE) 
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