INTERPELLANZA 2/00847 presentata da TARADASH MARCO (FEDER. EUROPEO PR) in data 19930629

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I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro di grazia e giustizia per sapere - premesso che: le vicende giudiziarie, recentemente esplose nella citta' di Genova, relative alle opere per le celebrazioni Colombiane ed al buco finanziario dell'Ente Colombo, hanno posto in luce un intreccio politico-affaristico che ha portato allo sperpero di buona parte dei circa 1.200 miliardi stanziati per la manifestazione; le prime avvisaglie si erano avute nell'ottobre 1992, con le dimissioni del sindaco Romano Merlo, dopo che lo stesso aveva tenuto segreta per oltre un mese una lettera del ragioniere capo dell'ente che lo informava che i visitatori dell'Expo erano la meta' di quelli dichiarati ad agosto, con un minore incasso per 32 miliardi; veniva cosi' eletto sindaco il pidiessino Claudio Burlando, che gia' nel dicembre doveva affrontare la prima crisi a seguito dell'invio di un avviso di garanzia agli assessori socialisti Timossi e Saitta per corruzione, truffa ed abuso d'ufficio in merito ad una delle opere collegate alle celebrazioni colombiane, il cosiddetto deviatore del Fereggiano. Un rimpasto faticosamente raggiunto salva il governo della citta'; il 19 maggio 1993 la Guardia di finanza arresta Burlando. Il sindaco ha ricoperto la carica di vicesindaco ed assessore all'urbanistica negli anni di preparazione dell'Expo'. L'ordine proviene dai sostituti procuratori Valeria Fazio e Mario Morisani, con l'avvallo del giudice per le indagini preliminari Roberto Fucigna. Viene anche arrestato Vittorio Grattarola (PDS), ex-assessore alle strade ed attuale assessore all'igiene; sono inoltre arrestati il costruttore Emmanuele Romanengo, presidente della IRG 2, consorzio che ha realizzato il sottopasso di Caricamento, opera connessa alle celebrazioni colombiane oggetto di indagini, il direttore generale della stessa azienda e tre ingegneri, di cui due del comune. L'imputazione per tutti e' abuso di atti di ufficio e truffa aggravata, rafforzato dallo stato di pericolosita' sociale e dal rischio di inquinamento delle prove, per aver fatto lievitare i costi del sottopasso da 90 a 120 miliardi, a fronte di un'opera ancora incompleta; nel pomeriggio dello stesso giorno, per il sindaco, l'assessore ed il costruttore viene emesso un secondo ordine di cattura, da parte del sostituto Franco Cozzi, per gli stessi reati, relativamente all'indagine sul mega-parcheggio di piazza della Vittoria; il giorno successivo, 20 maggio, Romanengo ottiene gli arresti domiciliari. Interrogato, ha dichiarato ai giudici di non aver mai dato soldi al PDS, ma di aver pagato tangenti alla DC per 350 milioni ed al PSI per 100 milioni; il 21 e' arrestato Delio Meoli, ex senatore, leader dei socialisti genovesi, con l'accusa di concussione, mentre a Burlando il gip Franco Oliva revoca uno degli ordini di custodia, quello relativo al parcheggio. Interrogato dai giornalisti, il giudice Franco Cozzi dichiara che "nessuna tangente e' stata pagata per i parcheggi" e che l'arresto e' stato chiesto "per una serie di indizi che andavano chiariti"; il 23 maggio rende la sua deposizione il costruttore Giacomo Cattaneo Adorno, Meoli e' raggiunto da un nuovo ordine di custodia cautelare per estorsione, mentre l'ex segretario regionale della DC, Gianni Bonelli, riceve un avviso di garanzia per violazione della legge sul finanziamento pubblico a seguito delle rivelazioni di Romanengo. Interrogano Bonelli i sostituti Morisani e Fazio, che di seguito interrogano per cinque ore Burlando. Nel tardo pomeriggio l'ex sindaco ottiene gli arresti domiciliari, concessi dal gip Roberto Fucigna. Lo stesso giorno il consiglio comunale si riunisce per decretare l'autoscioglimento, consegnando il comune nelle mani del Commissario; contrariamente a tutti gli altri arrestati per le vicende di Tangentopoli l'arresto di Burlando da' il via ad una serie di manifestazioni di solidarieta', che vanno dall'invio di numerosissime lettere e telegrammi al lungo applauso con cui il pubblico accoglie il suo nome durante l'appello dell'ultima seduta del consiglio comunale; il 31 maggio Burlando torna improvvisamente libero, ancorche' indagato, proprio alla vigilia dell'udienza dinanzi al tribunale del riesame. Il giorno successivo il tribunale del riesame, nonostante i difensori di Burlando insistano comunque per una pronunzia, si dichiara incompetente ad emettere qualsiasi decisione, stante l'annullamento dell'ordine di cattura. Da quel giorno il nome del sindaco di Genova scompare dalle cronache giudiziarie, peraltro nutritissime, della Tangentopoli genovese, cronache nelle quali, a rigor di logica, dovrebbe essere almeno citato, considerato che lo stesso ricopriva la carica di assessore all'urbanistica all'epoca del verificarsi dei fatti oggetto di indagine giudiziaria -: se non intenda avviare un'indagine disciplinare in merito alle affermazioni del giudice Franco Cozzi secondo le quali l'arresto e' stato chiesto "per una serie di indizi che andavano chiariti"; se non intenda emanare direttive per un uso piu' ponderato dei requisiti della pericolosita' sociale e, del rischio di inquinamento delle prove, che la Cassazione ha dichiarato elementi necessari per l'emanazione di ordini di cattura, in considerazione del fatto che l'uso generalizzato e talvolta intimidatorio degli stessi puo' portare ad un inquinamento della vita sociale; se non intenda considerare il fatto che l'arresto di Burlando, immotivato secondo quanto esposto dagli interpellanti, oltre ad essere stato eseguito nell'imminenza delle elezioni amministrative del 6 giugno, abbia oggettivamente determinato il commissariamento della citta' di Genova nel corso di una delle crisi piu' acute della sua storia. (2-00847)
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INTERPELLANZA 2/00847 presentata da TARADASH MARCO (FEDER. EUROPEO PR) in data 19930629 
INTERPELLANZA 
BONINO EMMA (FEDER. EUROPEO PR) 
CICCIOMESSERE ROBERTO (FEDER. EUROPEO PR) 
PANNELLA MARCO (FEDER. EUROPEO PR) 
RAPAGNA' PIO (FEDER. EUROPEO PR) 
VITO ELIO (FEDER. EUROPEO PR) 
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2/00847 
TARADASH MARCO (FEDER. EUROPEO PR) 

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