INTERPELLANZA 2/00720 presentata da GARAGNANI FABIO (FORZA ITALIA) in data 17/09/2007

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Atto Camera Interpellanza 2-00720 presentata da FABIO GARAGNANI lunedì 17 settembre 2007 nella seduta n.205 Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che: si fa riferimento alle dichiarazioni apparse sul maggior quotidiano bolognese del noto editorialista Magdi Allam, il quale, a proposito della nuova moschea di Bologna, di ben 6000 mq. con annesso centro islamico e scuola coranica, ha affermato testualmente: «la percentuale dei praticanti è del cinque-otto per cento» (e quella ipotizzata sarebbe senza ombra di dubbio la più grande del nord Italia come l'interpellante ha evidenziato in un precedente atto di sindacato ispettivo rivolto al Governo) e soprattutto ha ritenuto «inammissibile imporre una moschea che per di più sarebbe consegnata all'Ucoii, organizzazione estremista affiliata ideologicamente ai fratelli mussulmani movimento che vuole la distruzione dello stato di Israele [...] la predicazione d'odio è apologia di terrorismo. È la prima fase. Oggi è diffusa in gran parte delle moschee anche a Bologna» -: se il Governo - alla luce di quanto sopra ed in considerazione della dirittura morale di Magdi Allam, noto per le sue coraggiose e motivate posizioni a difesa dei diritti umani ovunque violati - disponga d'informazioni che confermino quanto dichiarato dal suddetto giornalista in merito al ruolo delle moschee e di alcuni imam come centri di propagazione del terrorismo islamico e se siano state chiarite tutte le modalità di acquisizione dei fondi per la costruenda moschea, anche all'estero, con un preventivo dettagliato dei costi di manutenzione dello stabile e del personale impiegato, i curricula vitae completi ed esaustivi dei responsabili dell'organizzazione con sede a Segrate che sarebbero i referenti di fronte alle autorità, la natura del centro islamico e della scuola coranica annessa; se in particolare, in riferimento a recenti iniziative assunte in altre parti d'Italia (vedi ad esempio la scuola islamica di Milano), intenda chiarire senza ombra di dubbio che gli istituti scolastici debbono sottostare pienamente e senza equivoci alla legislazione italiana con la supervisione del dirigente scolastico provinciale, e che l'eventuale scuola islamica pertanto deve sottostare alle regole stabilite per le scuole private nell'ovvio ed integrale rispetto della Costituzione italiana (ciò appare importante, in considerazione di quella che appare all'interpellante l'incredibile leggerezza della Giunta di Bologna nell'affrontare un'importante problema quale quello dell'educazione delle giovani generazioni che debbono essere educate nel rispetto della storia della tradizione culturale e religiosa del paese in cui vivono); se, infine - in riferimento al fallito attentato alla basilica di San Petronio e alla continua sorveglianza cui la medesima è sottoposta e alla espulsione da Bologna qualche mese fa di 4 immigrati marocchini sospettati di collusione con il terrorismo, nonché al convegno tenutosi nel mese di aprile del corrente anno al Pala Nord di Bologna, che vide la mancata partecipazione di un noto predicatore estremista trattenuto a Milano per ragioni di ordine pubblico, nel quale convegno furono usate espressioni duramente offensive verso chi non si riconosceva in una determinata visione dell'Islam e furono proiettati video pericolosi - tutti, e si sottolinea tutti, gli organizzatori della costruenda moschea abbiano condannato decisamente quei fatti e abbiano pienamente manifestato l'adesione ai principi fondamentali della nostra Costituzione, compreso il diritto di famiglia ed il ruolo della donna in una società moderna; se, come già chiesto in precedenti atti di sindacato ispettivo esistano relazioni particolareggiate della Digos di Bologna e di quella nazionale sulla situazione dell'ordine pubblico a Bologna per quanto concerne eventuali collegamenti fra settori No Global ed ambienti dell'estremismo islamico; se il Governo - nel presupposto che la libertà di religione consacrata giustamente dalla Carta costituzionale non può costituire un paravento per atti contrari alla legalità repubblicana e potenzialmente eversivi - non intenda chiarire senza equivoci e condizionamenti di parte la reale situazione dell'ordine pubblico e le misure che saranno adottate (al riguardo sarebbe utile conoscere il numero dei poliziotti e carabinieri richiesti per il monitoraggio costante di un edificio estremamente ampio come la moschea in zona Caab) per la sicurezza dei cittadini, nella sventurata ipotesi che il progetto della moschea - a parere dell'interpellante, per come configurato, vera e propria offesa alla storia, cultura e tradizione della città di Bologna - decolli; se il Governo - di cui l'interpellante condivide le preoccupazioni espresse a più riprese dal Ministro dell'interno Amato sulla «necessità di mantenere sempre alta l'attenzione verso luoghi che dovrebbero essere solo di attività religiosa» - intenda, nel rispetto delle competenze proprie dell'ente locale, interloquire (come fatto nel caso della moschea di Colle Val d'Elsa) circa le linee generali cui è stata orientata l'azione di Governo in tema di dialogo con l'Islam e di edilizia di culto, con la Giunta comunale di Bologna, che l'interpellante giudica sorda agli appelli di tanti bolognesi, auspicando che essa possa soprassedere ad un progetto gravido di rischi per la città felsinea, e allo scopo di ottenere una reale integrazione dei cittadini extracomunitari, di cui si avverte il bisogno, evitando generalizzazioni che coinvolgano tutta la comunità mussulmana. (2-00720)«Garagnani».
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