INTERPELLANZA 2/00625 presentata da BOGHETTA UGO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19950804

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I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che: nella proposta di relazione della Commissione antimafia pubblicata sul Bollettino delle Giunte e delle Commissioni in data 27 luglio 1995, riguardante la Campania con i relativi dati sulla azione investigative e giudiziaria emerge una preoccupante presenza e penetrazione della presenza criminale nei lavori appena avviati per la realizzazione del progetto di alta velocita' nella tratta Roma-Napoli; nella relazione citata si legge infatti che: "Quanto osservato a proposito del problema degli appalti pubblici e dei comparti economici, sui quali si concentrano illeciti della Camorra, comporta l'esigenza di una particolare attenzione da parte delle forze investigative e della magistratura con riguardo alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocita' che interessa l'area della provincia di Caserta per una lunghezza di 60 chilometri. Ancora una volta le interpellanze e le segnalazioni rivolte in proposito rispettivamente alle autorita' di Governo ed a quelle locali preposte all'azione di contrasto contro le infiltrazioni di natura camorristica hanno trovato concreti indizi d conferma tanto nelle notizie acquisite dalla Commissione di inchiesta sull'attuazione degli interventi per la ricostruzione e lo sviluppo dei territori della Basilicata e della Campania colpiti dai terremoti del novembre 1980 e del febbraio 1981 quanto nei recenti atti giudiziari di cui sopra. I relativi elementi meritano di essere puntualizzati. Dalla fine del 1994 e' in corso l'azione di intimidazione nei confronti delle piccole e medie imprese, non legate alla criminalita' che partecipano alle gare. Cio' al fine del riciclaggio nelle opere dell'alta velocita', mentre ha preso il via il progetto esecutivo delle Ferrovie dello Stato, con l'inizio dei lavori nella tratta Roma-Napoli per un importo complessivo di lire 5.600 miliardi. Il consorzio affidatario dell'appalto dei lavori e' costituito da IRI/IRICAV UNO a cui sono consorziate le ditte: ERITECNA SpA 20 per cento dell'intera opera; ANSALDO TRASPORTI SpA 15 per cento; ASTALDI SpA 14 per cento; Consorzio Cooperative Costruzioni 3 per cento; ICAL Costruzioni SpA 14 per cento; VIANINI Lavori SpA 14 per cento; ITALSTRADE SpA 5 per cento; SOCIETA' ITALIANA PER CONDOTTE D'ACQUA SpA 15 per cento. La convenzione stipulata tra i consociati prevede l'assegnazione ad imprese terze di una quota di lavori ed infrastrutture dei cosiddetti "nodi", non inferiore al 40 per cento. Con lettera del 19 febbraio 1995, il Prefetto di Caserta ha informato la Commissione Antimafia che i lavori dell'alta velocita' in provincia di Caserta interessano i seguenti comuni: Caianello, Calvi Risorta, Capua, Carinaro, Conca della Campania, Gricignano d'Aversa, Marcianise, Marzaro Appio, Mignano Monte Lungo, Orta di Atella, Pignataro Maggiore, Rocca d'Evandro, Santa Maria Capua Vetere, Santa Maria La Fossa, San Tammaro, Sparanise, Teano, Succivo, Teverola, Tora e Piccilli, Vitulazio. I lavori erano stati affidati alla ICLA-AV e alla CONDITAV (Consorzio tra Societa' Condotte e Italstrade) con subappalti affidati a diverse ditte con sedi in Sessano del Molise, Fregene, Milano, Capua San Prisco e Falciano del Massico. Il Prefetto di Caserta ha richiamato una lettera del Ministero dell'interno in data 17 febbraio 1994, con la quale il Capo della Polizia manifestava "il fondato sospetto che la criminalita' organizzata si stesse adoperando per concorrere all'assegnazione dei subappalti nell'esecuzione dei lavori nella tratta Roma-Napoli, attraverso societa' all'uopo costituite": Tuttavia lo stesso Prefetto ha affermato che "allo stato non sono stati rilevati in provincia casi di infiltrazioni camorristiche nell'assegnazione dei subappalti". E cio' sulla base dei rapporti della Questura, del Comando provinciale Carabinieri e del Comando Gruppo della Guardia di Finanza di Caserta. Generica ed evasiva e' stata la risposta dell'Amministratore Delegato del TAV (TRENO ALTA VELOCITA') del 3 marzo 1995 che si limitava ad elencare le ditte che facevano parte del Consorzio IRICAV UNO a cui erano stati affidati i lavori dell'alta velocita' nel tratto Roma-Napoli, nonche' le ditte subappaltatrici. Nessuna anomalia l'Amministratore Delegato del TAV denunciava in ordine alle procedure di aggiudicazione dei subappalti e alle imprese che a diverso titolo lavoravano nell'alta velocita'. Il Prefetto ha riferito che sono in corso indagini da parte della magistratura in relazione ai subappalti. La Commissione sottolinea che si tratta di accertamenti di particolare delicatezza ed urgenza, considerato che il Ministro dell'ambiente del precedente Governo aveva lamentato che proprio nella linea dell'alta velocita' vi fosse stata la penetrazione delle imprese del Casalese, Casal di Principe, Casa Pesenna e dintorni, in un contesto che vede sicuramente la preoccupante prosecuzione di attivita' a carattere certamente estorsivo e nei confronti della imprenditoria sana e della provincia di Caserta, come dimostrano gli attentati relativi all'allargamento dei caselli autostradali. Un primo sintomo dell'infiltrazione da parte della criminalita' organizzata nel complesso delle opere per lo sviluppo del piano per l'alta velocita' e' costituito dal fenomeno riferito dal comandante del GICO della Guardia di Finanza di Napoli, della continua evoluzione societaria delle imprese, anche nelle persone dei soci. Si assiste ad un completo cambio dell'oggetto, della ragione sociale ed anche del tipo di societa'. Poiche' tali mutazioni hanno l'evidente scopo di impedire l'identificazione dei veri soggetti che dietro di essi si celano, cioe' dei comportamenti di organizzazioni camorristiche e mafiose, pare condivisibile la prospettazione avanzata da alcuni inquirenti di interessi e collegamenti con la criminalita' organizzata. La verita' e' che quasi tutti i lavori dell'alta velocita' sono finiti ad imprese controllate dalla camorra della zona dell'agro aversano. Le opere che vedono la sicura presenza di imprese di Casal di Principe e dintorni sono quelle realizzate lungo la ferrovia Napoli-Vairano-Roma. Ancora una volta una importante opera pubblica come la TAV rappresenta una opportunita' considerevole per le imprese della zona "Mazzoni", che oltre ad accaparrarsi grandi subappalti, anche attraverso referenti di zona, stanno utilizzando una rete di piccole imprese amiche disposte a fare da copertura alle imprese della camorra con cui dividono i profitti. Nel frattempo alcune imprese edili sono state minacciate e costrette ad andare via dalla zona San Pietro Infine, Mignano Montelungo, Vairano e Marzano Appio. Pressioni sarebbero state esercitate anche su agricoltori del luogo perche' cedessero immediatamente i terreni agricoli. Contemporaneamente i gruppi criminali hanno provveduto ad acquistare cave nelle zone ove si svolgono i lavori, e ad aprirne di nuove per controllare in tal modo la vendita del calcestruzzo. Tutto cio' sta avvenendo nell'assenza assoluta di controlli da parte dello Stato e delle commissioni di collaudo. Non si puo' non manifestare amara sorpresa per l'assenza di percezione, da parte di chi avrebbe il dovere di controllare, di fatti cosi' gravi e cosi' rilevanti per l'ordine pubblico democratico e lo sviluppo socio-economico del Mezzogiorno. Cosi' come appare sospetto e deplorevole il comportamento evasivo e omertoso dell'Amministratore Delegato della TAV. Nella realta' le cose stanno in maniera molto diversa da come esse vengono presentate dall'Amministratore Delegato della TAV e dalla autorita' interpellate dalla Commissione. Va richiamata l'attenzione sul fatto che al Consorzio IRI/IRICAV UNO risultano infatti partecipare anche la ICLA, la Societa' italiana per condotte d'acqua SpA nonche' il Consorzio Cooperative Costruzioni. A garantire la regolarita' dell'operazione dovrebbe essere la legge n. 55 del 1990, le cui disposizioni sono state eluse con una serie di espedienti che non dovevano sfuggire ai controlli preventivi e repressivi delle Forze dell'Ordine, da tempo poste in stato di allerta sui pericoli di infiltrazioni della camorra nell'alta velocita'. E' assai significativo, anzitutto, che una parte cospicua dei lavori sia stata appaltata alla ICLA SpA, la cui crisi risalente nel tempo avrebbe dovuto indurre alla sua esclusione del novero delle imprese appaltatrici. Dalla relazione conclusiva della Commissione Parlamentare d'inchiesta sull'attuazione degli interventi per la ricostruzione e lo sviluppo dei territori della Basilicata e della Campania colpiti dai terremoti del novembre 1980 e febbraio 1981, approvata il 27 gennaio 1991, a proposito della ICLA si legge quanto segue: "tra le imprese cui gli interventi post-terremoto (non solo il titolo VIII della legge n. 219 del 1981) hanno permesso di uscire da una situazione di precarieta' per salire fino ai piu' alti livelli nelle graduatorie dell'Associazione nazionale costruttori, assume particolare rilevanza la societa' ICLA. Nel 1981-1992 l'impresa (allora facente capo al gruppo BASTOGI) presentava un volume d'affari modesto e decrescente nel tempo. Entra tuttavia in un consorzio il CR-8, del programma Napoli. In corrispondenza dell'attribuzione in concessione di alcuni lavori (ex articolo 32 della legge n. 219 del 1981), subentrano i precedenti proprietari due imprenditori locali (Gennaro Giustino e EDILIMPIANTI), che poco dopo ne cedono il controllo a professionisti locali. L'impresa arricchisce il suo portafoglio ordini con le opere realizzate in seguito al bradisismo flegreo (Monte Ruscello) ed entra successivamente (1984-1985) in altri consorzi concessionari di opere previste dal titolo VIII della legge n. 219 del 1981. In tutti i casi citati, la ICLA opera con COGECO, gia' del gruppo BASTOGI. In particolare nel caso del Consorzio GOI (Grandi Opere Idrauliche), intestatario di una delle grandi infrastrutture, opera acquedottistica, inserite nel programma relativo all'area metropolitana, la documentazione disponibile consente di ricostruire i mutamenti di composizione come segue: in data 2 luglio 1986 (il 3 luglio il CIPE delibera il riparto di 3.000 miliardi di lire stanziati dalla legge finanziaria 1986) con atto aggiuntivo il commissario straordinario del Governo ratifica il subentro alla Carriero & Baldi - cui il 29 ottobre 1985, era stata affidata la realizzazione della ristrutturazione dell'acquedotto del Serino - dal consorzio Grandi Opere Idrauliche (GOI), composto dalla stessa impresa (33,3 per cento), dalla ICLA (16,66 per cento), dalla COGECO (16,66 per cento), e da tre imprese napoletano (Pianese, Di Donna e Fiore) ciascuna con l'8,33 per cento.......... La ICLA SpA conferisce il ramo aziendale relativo all'attivita' edilizia alla ICLA srl nel 1990. Nel frattempo la ICLA SpA ha acquisito partecipazioni in altre aziende del settore costruzioni e non, fino all'ultima acquisizione della prestigiosa FONDEDILE SpA. Il caso ICLA puo' non essere isolato. La ICLA che ha l'1,55 per cento dei lavori affidati (176 miliardi di lire su 11.330), ha il 2,81 per cento dei lavori seguito (179,3 miliardi di lire su 6.391,7).... Ma quello della ICLA non e' l'unico caso di singolari coincidenze di date tra delibere del CIPE e costituzioni di nuovi consorzi di imprese entro i quali si prevede la redistribuzione dei finanziamenti a vantaggio di alcune imprese.....". Nella proposta di relazione nella Commissione di legge che "Fin dal gennaio 1995, infatti, la ICLA - coinvolta nei processi di TANGENTOPOLI - non e' stata in grado di pagare gli operai e i fornitori. Cio' risulta dal contenzioso tra la ICLA e i lavoratori. Inoltre, la ICLA e' quella stessa societa' sulla quale la Commissione di inchiesta da ultimo citata, premesso che l'impresa gia' si trovava nei primi anni del 1980 sull'orlo del fallimento, espresse sostanziali, serie riserve rilevando tra l'altro che essa aveva conseguito dall'ANAS-Autostrade l'affidamento di lavori di urgenza per il risanamento della galleria Valle Saccarda, in un periodo - cioe' - in cui l'amministratore delegato della Societa' Autostrade era proprio quel D'Alo' colpito da provvedimento di custodia cautelare per concorso in abuso di ufficio a fine economico vantaggioso della Moter, della Sican, imprese gestite dalla camorra di Carmine Alfieri. Anche Marzano Appio ove opera la societa' CONDOTTE, anch'essa oggetto di analisi da parte della citata Commissione di inchiesta ed il cui presidente, generale Mario De Sena, fu arrestato per appartenenza al clan di Carmine Alfieri, e' stata segnalata la presenza in localita' Santuario, cantiere 33-bis, di operai della ditta EDILSUD di ZAGARIA originario di Casa Pesenna di fatto subappaltatrice dei lavori dell'alta velocita' nella zona attraverso l'espediente del movimento terra e della fornitura del cemento e del pietrisco. Quanto al sistema attraverso il quale la camorra si e' infiltrata nell'esecuzione dei lavori del TAV esso ha riguardato anzitutto il ricorso alle forniture dei materiali, non soggette alle limitazioni e ai controlli previsti dalla legge n. 55 del 1990, (tra l'altro, l'articolo 5 della legge n. 47 del 1994 esclude che per contratti di importo inferiore a lire 50 milioni, debba procedersi alle verifiche o alle autocertificazioni normativamente previste), le cui disposizioni sono state eluse con una serie di espedienti sfuggiti ai controlli preventivi e repressivi delle Forze dell'Ordine, da tempo poste in stato d'allerta sui pericoli di infiltrazioni della camorra nell'Alta velocita' anche attraverso una serie di interrogazioni. Cosi', ad imprese della camorra e' stato possibile lucrare profitti realizzati dalla fornitura di tutto il materiale necessario per la esecuzione dell'opera a partire dal cemento e dal pietrisco per finire alla terra. Una parte rilevante delle risorse destinate alla realizzazione dell'opera e' stata sottratta dalla camorra attraverso il "nolo a freddo", cioe' il nolo dell'autoveicolo senza l'operatore. In tal caso il veicolo e' stato imposto dalla camorra con un operatore assunto dall'impresa madre anch'esso su indicazione della camorra. E' fin troppo evidente che, come nel caso della ICLA, in condizioni di gravissima crisi, sono le imprese della camorra incaricate di eseguire le forniture e di effettuare il movimento terra che di fatto finanziano le societa' in stato di decozione operanti solo con compiti di copertura. Di qui il duplice effetto gravissimo. Il primo e' il riciclaggio effettuato dalla criminalita' organizzata attraverso gli investimenti nei lavori dell'alta velocita'. Il secondo e' la esclusione dal mercato delle imprese sane fatte oggetto di azioni intimidatorie. Altre imprese dell'Agro Aversano lavorano nell'alta velocita' attraverso la fornitura del materiale misto prodotto da alcune cave gestite da societa' in cui accanto ai soci apparenti, esistono soci occulti portatori degli interessi della camorra. Ingegneri e tecnici dell'alta velocita' avrebbero partecipato alla campagna elettorale per le elezioni amministrative comunali di Marzano Appio del 23 aprile 1995, in favore del candidato colonnello Marino Conca della Guardia di finanza iscritto alla P2, in servizio presso la Legione Napoli. Costui non ha rilevato alcunche' di irregolare nell'assegnazione dei lavori dell'alta velocita' a Marzano Appio. In questa configurazione cosi' individualizzata del Consorzio affidatario dei lavori dell'"alta velocita'", sono dunque gia' operativamente presenti imprese il cui collegamento, sotto forme piu' o meno velate, con la camorra e' stato denunciato e giudizialmente indagato. Niente dunque sembra essere cambiato. Sicche' una ragionata lettura dei dati complessivamente esposti legittimamente determina viva preoccupazione e le stesse "procedure di selezione" delle imprese affidatarie degli appalti e dei correlativi "automatici" subappalti, anche rispetto ai lavori relativi all'"alta velocita'", si concludano in conformita' agli ordini e alle designazioni della criminalita' organizzata; titolare - quest'ultima - del duplice ruolo sia di effettivo gestore della fase esecutiva dell'opera che, ancora una volta, di sicura beneficiaria pro quota di enormi, illeciti guadagni. La Commissione non puo' che esprimere la sua piu' viva preoccupazione per l'inerzia e la sottovalutazione del fenomeno dell'infiltrazione della camorra nei lavori della TAV, che sembra quasi accettata dallo Stato e dalla societa' committente come un evento ineluttabile. Cosi' non puo' essere e per questo la Commissione richiede da parte dei Ministri competenti e dello stesso Presidente del Consiglio un intervento energico e risolutivo per un'azione decisa che intervenga prima ancora che le risorse destinate dallo Stato siano state gia' impegnate o consumate onde evitare la vergogna che un'opera pubblica diventi l'ennesima occasione di potenziamento della camorra e di emarginazione delle imprese sane. La Commissione dovra' svolgere una inchiesta approfondita al fine di accertare il livello di penetrazione della criminalita' organizzata nella realizzazione della linea ferroviaria di alta velocita', i meccanismi legislativi e le inerzie che l'hanno resa possibile, il possibile coinvolgimento di esponenti del mondo politico e del mondo imprenditoriale e le misure legislative che si renderanno necessarie per evitare il ripetersi di fenomeni di tale rilevante allarme sociale"; questi dati risultano gravi e tanto piu' inquietanti dal momento che l'iter procedurale che ha portato alla conclusione della Conferenza dei Servizi e all'inizio dei lavori in particolare riguardo all'atteggiamento agnostico delle amministrazioni comunali interessate -: quali provvedimenti intenda adottare al fine di accertare il livello della penetrazione della criminalita' organizzata in relazione alla realizzazione della linea di alta velocita' Roma-Napoli, chi, come, hanno consentito tale penetrazione, se vi sono uomini politici amministratori coinvolti, quali sono stati i comportamenti degli imprenditori; se non intenda al fine rivedere tutto il meccanismo di assegnazione. (2-00625)
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INTERPELLANZA 
MARINO LUIGI (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
GRIMALDI TULLIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
RIZZO MARCO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
DE ANGELIS GIACOMO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
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BOGHETTA UGO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 

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