INTERPELLANZA 2/00509 presentata da DILIBERTO OLIVIERO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19950531

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I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che: la situazione nella ex-Jugoslavia, dopo i recenti raid della Nato su Pale, sta rapidamente degenerando. Il conflitto si e' riacceso in larga scala con ritorsioni terribili nei confronti della popolazione civile (si veda l'eccidio di Tuzla) ed il sequestro di quasi 400 caschi blu di diverse nazionalita' da parte delle milizie serbo/bosniache; una nuova catena di sangue e di lutti, nuove ed odiose pulizie etniche rischiano di profilarsi in assenza di una forte iniziativa di pace; sotto accusa e' in particolare l'atteggiamento della comunita' internazionale caratterizzato sempre di piu', negli ultimi mesi, da una sorta di "strabismo politico". Zone dichiarate protette dall'Onu sono state a lungo oggetto di scorribande e di violazioni di tale status da parte dell'esercito bosniaco/musulmano e croato (si e' consentito l'offensiva della V armata bosniaca nella sacca di Bihac, l'attacco delle milizie musulmane sul monte Igman nei pressi di Sarajevo, l'utilizzo dell'aeroporto di Tuzla per carichi di armi etc.). Solo quando le violazioni sono avvenute da parte serba (spesso in reazione a quelle di altre parti in conflitto) la comunita' internazionale ha reagito con raid militari e condanne politiche; la tregua faticosamente conseguita nella primavera del '94, che aveva consentito alle citta' assediate di respirare e riprendere una parvenza di vita normale, e' fallita perche' si e' tollerato, in alcuni casi alimentato, il riarmo e l'offensiva militare di due delle tre fazioni in campo; i raid della Nato sono stati benzina sul fuoco, non hanno arrestato ma moltiplicato le situazioni di conflitto, screditato i caschi blu nella loro funzione di forza d'interposizione tanto da essere percepiti sempre di piu' come "la quarta sezione armata". I "bombardamenti di ritorsione", oltre che essere controproducenti rispetto a politiche di pace, sono in contrasto con lo spirito e la lettera della carta istitutiva delle Nazioni Unite e con l'articolo 11 della nostra Costituzione Repubblicana; i paesi che hanno dichiarato di non voler piu' rispettare l'embargo Onu sulle armi, come gli Usa, dovrebbero essere tenuti fuori dall'area della crisi. La presenza di decine di consiglieri militari americani in quasi tutti i municipi controllati dai governativi la dice lunga sulle ragioni dell'attuale riaccendersi della guerra. Deve essere conseguentemente interdetto l'uso delle basi italiane ai caccia e alle navi militari statunitensi. Lo stesso governo del Canada, paese della Nato impegnato nella "Deny Flight", ha deciso di non partecipare piu' a raid di ritorsione definendoli "controproducenti"; la recente offensiva delle truppe di Zagabria contro le forze serbo/croate dell'autoproclamata repubblica di Krajina, sembra far parte organica di un piano di ripresa del conflitto in larga scala probabilmente concordato con il Pentagono; per il conseguimento di una soluzione diplomatica appare sempre di piu' necessario arrivare alla revoca dell'embargo commerciale nei confronti della federazione della mini-Jugoslavia. Solo cosi' Belgrado potra' isolare i serbo/bosniaci di Karadzic, costringendoli a riprendere il dialogo e al cessate il fuoco. Questo embargo unilaterale, alimentando una "sindrome d'assedio" ha fino oggi contribuito a rafforzare i settori piu' nazionalisti della Serbia, penalizzando fortemente le forze democratiche contrarie alla guerra, tacciate dal regime di essere "la quinta colonna" del nemico. La revoca appare tanto piu' urgente se si considera la pesante degenerazione della situazione ed i propositi golpisti sempre piu' espliciti da parte dei settori estremisti (i cetnici di Seselj); solo in un quadro cosi' modificato e' pensabile una rinegoziazione del mandato e dei mezzi a disposizione dei caschi blu. Il ritiro dei contingenti Onu, richiesta particolarmente caldeggiata dal Pentagono, sarebbe un disastro: trasformerebbe il conflitto in guerra aperta. In piu', per "coprire" la ritirata sara' necessario l'impiego di 50 mila armati e un dispiegamento bellico, gia' visibile in queste ore nell'Adriatico, impressionante. Ogni ulteriore "incidente" nel ritiro delle truppe, verrebbe preso a pretesto per nuove ritorsioni. I bombardamenti si ripeterebbero senza piu' limite; nella rinegoziazione del mandato dei caschi blu, deve essere inclusa una decisione a creare zone smilitarizzate sottoposte al diretto controllo internazionale con garanzie per tutti i contendenti. Smilitarizzazione significa anche disarmo e distruzione degli armamenti consegnati dalle varie fazioni ai caschi blu. Non e' possibile il ripetersi di situazioni come l'attuale dove gli armamenti pesanti, sotto controllo Onu, restino in depositi dentro la zona di crisi. Ad ogni deterioramento della situazione sul campo diventano, come sono diventati, il primo obiettivo delle varie fazioni; al cessate il fuoco e alla smilitarizzazione devono seguire accordi di ricostruzione delle infrastrutture civili (strade, acquedotti, ospedali, scuole, etc). Solamente la ricostruzione di un tessuto civile e sociale consentira' di far uscire allo scoperto quanti si battono per una societa' multietnica e democratica -: quale iniziativa politica diplomatica intenda assumere il Governo ed in particolare: a) se non ritenga di dover interdire l'uso delle basi italiane al fine di scongiurare il ripetersi di nuovi raid sulla Bosnia; b) se ritenga compatibile la presenza nella missione "Deny Flight" e nel controllo del traffico marittimo da e per la ex-Jugoslavia di caccia e navi Usa, ovvero di un paese che ha dichiarato di non voler rispettare piu' l'embargo Onu sulle armi e che e' impegnato con decine di consiglieri militari nel sostegno alle truppe croate e bosniache/musulmane; c) se non reputi necessario chiedere al consiglio di Sicurezza dell'Onu la revoca dell'embargo alla Serbia e al Montenegro, facilitando al contempo l'isolamento dei serbo/bosniaci di Karadzic e il riconoscimento da parte di Belgrado della Repubblica di Bosnia ed Erzegovina; d) quali sanzioni intenda proporre al Consiglio di sicurezza dell'Onu nei confronti dei paesi che hanno violato l'embargo sulle armi; e) se intenda mettere a conoscenza della Camera dei Deputati il rapporto degli osservatori dell'Unione Europea (tra cui venti osservatori italiani) in merito alla violazione dei diritti umani e crimini di guerra commessi nella recente offensiva in Slavonia da parte delle truppe di Zagabria. Se non ritenga alquanto allarmante il fatto che l'esistenza di tale rapporto sia stata negata e sottratta alla conoscenza della opinione pubblica, dal responsabile Ue in Slavonia, il tedesco Guenter Baron e dal capo della missione europea per la Croazia, Albert Turot; se il Governo abbia predisposto un piano straordinario di aiuti umanitari da inviare alle popolazioni colpite dalla guerra e quali disposizioni sono state impartite in merito all'accoglienza dei profughi con particolare attenzione nei confronti dei giovani disertori ed obiettori di coscienza. (2-00509)
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INTERPELLANZA 2/00509 presentata da DILIBERTO OLIVIERO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) in data 19950531 
INTERPELLANZA 
PISTONE GABRIELLA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
GALDELLI PRIMO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
GRIMALDI TULLIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
COCCI ITALO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
BOGHETTA UGO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
BRUNETTI MARIO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
MUZIO ANGELO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
RIZZO MARCO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
DE ANGELIS GIACOMO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
NARDINI MARIA CELESTE (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
DORIGO MARTINO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
LENTI MARIA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
VOCCOLI FRANCESCO PAOLO (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
DE MURTAS GIOVANNI (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
BELLEI TRENTI ANGELA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
VALPIANA TIZIANA (RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI) 
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