INTERPELLANZA 2/00291 presentata da GIOVANARDI CARLO (AREA POPOLARE (NCD-UDC)) in data 14/07/2015

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Atto Senato Interpellanza 2-00291 presentata da CARLO GIOVANARDI martedì 14 luglio 2015, seduta n.483 GIOVANARDI - Al Ministro dell'interno - Premesso che, a quanto risulta all'interpellante: l'azienda Vincenzo Lo Bello s.n.c. con sede legale a Termini Imerese (Palermo), e sede amministrativa operativa a Modena, via Emilio Po 82, è composta da un amministratore, il ragionier Giovanni Soria, e 6 dipendenti ed ha un fatturato annuo di circa 700.000 euro; il signor Soria, nato a Napoli il 27 agosto 1973, conobbe la futura moglie siciliana mentre era militare nel battaglione logistico Gorizia, impegnato nel 1994 nell'operazione "Vespri siciliani"; il suocero, Leonardo Lo Bello, e i cognati di Soria, Agostino e Salvatore Lo Bello, con precedenti penali per associazione mafiosa risalenti al 1998, hanno già scontato la relativa pena e le misure di sorveglianza; il tribunale di sorveglianza a suo tempo autorizzò Salvatore Lo Bello a trasferirsi a Modena, dove era già residente il fratello Agostino ed il padre Leonardo; a Modena operava a quel tempo la Vincenzo Lo Bello s.n.c, titolare della quale erano il signor Vincenzo Lo Bello, incensurato, fratello di Leonardo, e il signor Giovanni Soria incensurato, nipote acquisto di Vincenzo Lo Bello; nel giugno 2011 il tribunale di Palermo consentiva il trasferimento di Salvatore Lo Bello a Modena, subordinandolo all'assunzione da parte dello zio come manovale edile nella sua azienda; il fratello di Salvatore, Agostino Lo Bello, venne a sua volta assunto dalla Vincenzo Lo Bello s.n.c., con l'accordo degli assistenti sociali e con l'autorizzazione della questura di Modena a svolgere attività lavorativa per la Lo Bello anche fuori Modena; il 9 gennaio 2014, essendo da 2 anni in pensione Vincenzo Lo Bello, venne costituita la Vincenzo Lo Bello Srl, con amministratore unico Giovanni Soria, dove confluiva per l'1 per cento la Vincenzo Lo Bello s.n.c.; i dipendenti della s.n.c. passarono alla Srl compresi i fratelli Lo Bello; nel 2013 sia per la s.n.c. sia nel 2014 per la Srl sono state presentate domande di iscrizione alla white list : nel dicembre 2014 la "Gazzetta di Modena", con articolo a firma di Francesco Dondi, dava notizia dell'esclusione della s.n.c. dalla white list per "frequentazioni" sospette del titolare; nel gennaio 2015 infatti veniva notificato a Vincenzo Lo Bello il rigetto della domanda in quanto "è ancora attuale il rischio di infiltrazioni mafiose e di condizionamento delle scelte (...) da parte della criminalità organizzata"; nella premessa veniva rappresentata la situazione giuridica dei Lo Bello, con nessuna novità rispetto a quella che aveva portato il giudice di sorveglianza ad autorizzare l'assunzione di Salvatore e Agostino Lo Bello; l'azienda ha fatto ricorso alla Prefettura di Modena, ed essa lo ha respinto in data 10 marzo 2015, reputando non essere emersi elementi innovativi tali da mutare la situazione di fatto; nel frattempo risulta essere stata respinta l'iscrizione alla white list anche della Vincenzo Lo Bello Srl, malgrado l'amministratore Giovanni Soria avesse avvisato la Prefettura di Modena che purtroppo si era trovato costretto a licenziare i fratelli Lo Bello in data 5 maggio 2015, si chiede di sapere: quale sia il giudizio del Ministro in indirizzo in merito ad un meccanismo tale per cui chi ha espiato la pena e si procura un lavoro umile e onesto (manovale edile) con l'aiuto dei parenti e l'autorizzazione della magistratura costituirebbe un pericolo concreto per le aziende che assume, la cui reputazione viene gravemente lesa da articoli di stampa e l'attività imprenditoriale danneggiata dalla mancata iscrizione alla white list ; se ritenga che l'unica strada da percorrere per chi ha commesso reati e ha espiato la pena sia quella di continuare a delinquere, proibendogli le autorità amministrative di dar corso a quello che è previsto dall'art. 27 della Costituzione; se non ritenga che tale maldestra applicazione della normativa antimafia abbia come unico effetto quello di penalizzare i cittadini onesti, rafforzando la presa della criminalità organizzata su coloro che a suo tempo ne hanno fatto parte. (2-00291)
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