INTERPELLANZA 2/00270 presentata da GIOVANARDI CARLO (AREA POPOLARE (NCD-UDC)) in data 05/05/2015

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Atto Senato Interpellanza 2-00270 presentata da CARLO GIOVANARDI martedì 5 maggio 2015, seduta n.442 GIOVANARDI - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che a quanto risulta all'interpellante: in data 30 aprile 2013 il Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri ha presentato alla Avvocatura di Stato una richiesta di tutela giuridica per attività e dichiarazioni diffamatorie a mezzo stampa e internet da parte di alcune giornaliste del gruppo "l'Espresso" (Annalisa d'aprile e Natalia Andriani) e contestualmente dal dottor Franco Corleone; l'articolo da loro redatto e pubblicato in data 10 aprile 2013 su vari quotidiani del gruppo "l'Espresso" è stato poi ripreso su 18 quotidiani on line , che conteneva una serie di dati a parere dell'interpellante francamente errati e manipolati al fine di discreditare l'operato e le scelte del Dipartimento antidroga; il dottor Franco Corleone, direttore di "Fuoriluogo" in quell'occasione rilasciò un intervista pubblicata a lato dell'articolo, fornendo dichiarazioni non corrispondenti al vero e diffamatorie, affermando che "abbiamo visto dare l'appalto del Comitato scientifico agli americani del NIDA per centinaia di migliaia di euro. Un autentico sperpero di risorse per azioni di inutile propaganda"; verificato che tale comitato scientifico, istituito per legge sulla base del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 con decreto del 20 dicembre 2008, ha sempre operato a titolo completamente gratuito, che non è mai stato fatto alcun appalto e che non sono mai stati dati finanziamenti al NIDA (istituto di ricerca del Governo americano); attestato quindi che a questo proposito nessuno "sperpero" fu fatto ma anzi si poté usufruire della collaborazione dei più importanti scienziati internazionali senza alcuna spesa per lo Stato italiano; il fondamento francamente ed ingiustamente diffamatorio di tali accuse e dichiarazioni è chiaramente dimostrato e dimostrabile da tutta la documentazione inviata all'Avvocatura di Stato; l'Avvocatura ha correttamente istruito e portato avanti una causa, per conto dello Stato, in sede civile con richiesta di risarcimento. Tale risarcimento (calcolabile in circa 5 milioni di euro totali) sarebbe andato esclusivamente a beneficio della pubblica amministrazione e non di singole persone; in data 15 aprile 2015 (pag. 14) è comparso sul giornale "il Manifesto" un appello al Governo (accompagnato da una lettera al Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi) firmato da vari esponenti della sinistra, affinché si sospendesse da parte del Governo la causa in corso nei confronti di Franco Corleone; tale appello sarebbe stato accompagnato da pressioni politiche anche sull'attuale direttore del Dipartimento (cons. Patrizia De Rose) oltre che sulla Presidenza del Consiglio dei ministri, fino ad ottenere la revoca del mandato all'Avvocatura di continuare in tale legittima quanto opportuna azione contro tali diffamazioni; il Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri avrebbe subito dopo inviato una lettera all'Avvocatura chiedendo di sospendere e rinunciare alla causa civile (già istruita e in pieno corso) nei confronti di Corleone; atteso che l'abbandono della causa comporta anche una perdita per lo Stato in termini di mancato introito di un giusto indennizzo, oltre ad instaurare una prassi di "sconto politico" a chi diffama ingiustamente le istituzioni, si chiede di conoscere: se al Governo risulti come mai, nonostante a giudizio dell'interpellante esistessero e fossero agli atti tutte le prove della diffamazione, si sia proceduto a rinunciare alla causa in sede civile; se Franco Corleone goda di particolari condizioni di favore all'interno del Governo al punto tale da riuscire a sottrarsi alla responsabilità per le proprie azioni a giudizio dell'interpellante diffamatorie, in sede di giustizia civile; quali siano le motivazioni tecniche e politiche che hanno indotto il Governo ad assecondare la richiesta e la protesta politica pubblicata su "Il manifesto"; se tali azioni di pressione siano da considerarsi una impropria turbativa di azioni dovute e istituzionali dell'Avvocatura dello Stato; se possa ritenersi opportuna ed accettabile una interferenza di tal genere sull'attività dell'Avvocatura dello Stato; se il Governo ritenga che questa azione di rinuncia a portare avanti una giusta causa con conseguente mancato introito di equo risarcimento per lo Stato, possa costituire danno erariale; se il Governo non ritenga necessario rivedere la sua posizione di rinuncia alla causa civile e di creazione di favoritismi politici a persone che a giudizio dell'interpellante hanno diffamato le istituzioni. (2-00270)
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GASPARRI MAURIZIO (FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' XVII LEGISLATURA) 
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