INTERPELLANZA 2/00116 presentata da LIBE' MAURO (UNIONE DEI DEMOCRATICICRISTIANI E DI CENTRO (UDC)) in data 23/01/2007

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Atto Senato Interpellanza 2-00116 presentata da MAURO LIBE' martedì 23 gennaio 2007 nella seduta n.092 LIBE' - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che: l'industria del marmo rappresenta in alcune parti del territorio, e in particolare nel comune di Grezzana, in provincia di Verona, l'attività economica di gran lunga più importante, con circa 70 aziende produttive ed un consistente numero di addetti, che traina anche un rilevante "indotto" nel campo del commercio, dell'artigianato e dei servizi; lo smaltimento dei residui della lavorazione della pietra (marmo e affini) ha sempre rappresentato un grave problema per lo sviluppo di detta attività, problema derivante soprattutto dalla qualificazione come rifiuti dei predetti residui, con conseguenti gravi difficoltà di carattere burocratico per il reperimento e l'allestimento di siti idonei, con alti costi a carico delle imprese; tale qualificazione era del tutto ingiustificata dal momento che i residui della lavorazione della pietra costituiscono "inerti", senza alcun potere inquinante; finalmente, il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (cosiddetto Codice dell'ambiente), approvato dal precedente Governo, ha previsto all'art. 186 che i residui della lavorazione della pietra erano assimilati alle "terre e rocce di scavo" e possano pertanto essere utilizzati anche per rinterri, riempimenti, rilevati, macinati e per il riempimento delle cave coltivate e che non costituiscono rifiuti, sempre che sia accertato dall'Autorità competente il carattere non inquinante del materiale; la Regione Veneto ha adottato la deliberazione n. 1749 del 6 giugno 2006, con la quale ha dato indicazioni ed istruzioni operative per applicare l'art. 186 del decreto legislativo 152/2006, ed è ora possibile intravedere una soluzione all'annoso problema dello smaltimento dei residui della lavorazione della pietra con lo snellimento degli adempimenti burocratici, il recupero produttivo del medesimo materiale, la riduzione dei costi, garantendo comunque la prioritaria tutela della natura e dell'ambiente; in modo assurdo, a giudizio dell'interpellante, il nuovo Governo ha approvato in Consiglio dei ministri uno schema di modifica del decreto legislativo, e in particolare all'art. 186 si prevede non assimilare i residui della lavorazione della pietra alle "terre e rocce di scavo", per cui gli stessi residui tornano ad essere considerati rifiuti ad ogni effetto, con conseguente ritorno alle gravi difficoltà di reperire siti idonei a realizzare "discariche" dove collocare gli "inerti", aggravio di tempi e procedure burocratiche, alti costi e, in alcuni casi, rischio di arresto delle attività delle aziende produttive; tale problema riguarda la generalità dell'industria del marmo, si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga, alla luce delle considerazioni svolte, che sia opportuno un attento ripensamento dei cambiamenti contenuti nello schema di modifica al decreto legislativo 152/2006 in relazione all'art. 186, lasciando immutata l'attuale previsione che assimila i residui della lavorazione della pietra alle "terre e rocce di scavo" e non ai rifiuti come prevede invece la nuova formulazione. (2-00116)
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