MOZIONE 1/00071 presentata da TURCO LIVIA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20081125

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Atto Camera Mozione 1-00071 presentata da LIVIA TURCO testo di martedi' 25 novembre 2008, seduta n.092 La Camera, premesso che: la Commissione europea, in accordo con le Nazioni Unite dal 1993 ha istituito il 3 dicembre, quale Giornata europea delle persone disabili; il tema del 3 dicembre 2008, sara' «la Convenzione sui diritti delle persone con disabilita': dignita' e giustizia per tutti noi». «La dignita' e la giustizia - si legge nella nota delle Nazioni Unite - sono princi'pi universali e consolidati e fin dalla sua nascita l'ONU ha stabilito che la dignita' e i diritti inalienabili e uguali per tutti i membri del consorzio umano fossero alla base della liberta', della giustizia e della pace nel mondo. Il 2008, poi, e' un anno particolarmente significativo per il movimento internazionale dei diritti umani, alla luce dell'entrata in vigore, il 3 maggio scorso, della Convenzione sui diritti delle persone con disabilita' e del suo protocollo opzionale, uno strumento legale concretamente vincolante per tutti gli Stati a far si' che essi promuovano e tutelino i diritti delle persone con disabilita'». A tutt'oggi sono 37 i Paesi che hanno ratificato la Convenzione; l'Italia non ha ancora ratificato la Convenzione; fin dal 17 giugno 2008 e' stata presentata alla Camera la proposta di legge A.C. 1311 di ratifica della Convenzione sui diritti delle persone con disabilita' a firma di deputati appartenenti sia alla maggioranza che all'opposizione parlamentare; il Governo il 28 novembre 2008 ha approvato il disegno di legge di ratifica della Convenzione sui diritti delle persone con disabilita' nella seduta del Consiglio dei ministri; la parita' delle opportunita' e' l'obiettivo della strategia a lungo termine dell'Unione europea riguardante la disabilita', che intende garantire la dignita' e il rispetto della persona disabile, la sua autonomia e la sua partecipazione alla vita civile, politica del paese, per una «vita indipendente»; le azioni dell'Unione europea, permettendo ai disabili di sfruttare le loro capacita' e di partecipare alla vita della societa' e all'attivita' economica, contribuiscono a rafforzare i comuni valori economici e sociali su cui essa si fonda; la strategia dell'Unione europea si basa su tre pilastri: (1) la legislazione e le iniziative miranti a combattere la discriminazione, che garantiscono i diritti individuali; (2) l'eliminazione degli ostacoli di natura ambientale che impediscono ai disabili di sfruttare le loro capacita' e (3) la considerazione dell'aspetto della disabilita' in tutte le politiche comunitarie, che promuove l'inclusione attiva dei disabili; il piano d'azione dell'Unione europea a favore dei disabili (PAD), che la Commissione europea ha istituito per dare un seguito coerente all'anno europeo dei disabili nell'Europa allargata, costituisce un quadro dinamico per l'elaborazione di una strategia europea della disabilita'; in un contesto economico e sociale in mutazione, come quello dell'Unione europea, e' indispensabile prendere in considerazione in maniera strutturata la questione della disabilita'. In questo campo le iniziative sono principalmente di competenza degli Stati membri, ma le politiche e le azioni della Comunita' hanno molteplici incidenze sulla situazione dei disabili e consapevole di questo, il Consiglio ha raccomandato agli Stati membri di tenere pienamente conto del PAD nell'elaborazione delle loro politiche per i disabili; nella situazione demografica attuale, il potenziale economico delle persone disabili e il contributo che esse possono dare alla crescita economica e all'occupazione devono essere meglio sfruttati, sulla base dell'agenda sociale 2005-2010. Inoltre, nell'ambito del rilancio della strategia di Lisbona, la comunicazione invita gli Stati membri a promuovere l'inclusione dei disabili nei loro futuri programmi di riforma per la crescita e l'occupazione. Questa comunicazione e' anche la prima delle relazioni dell'Unione europea sulla situazione generale delle persone disabili, che la Commissione si e' impegnata a pubblicare ogni due anni in occasione della Giornata europea delle persone disabili; in base alle stime ottenute dall'indagine sulle condizioni di salute e il ricorso ai servizi sanitari del 2004-2005 emerge che in Italia le persone con disabilita' che vivono in famiglia sono circa 2 milioni e 600 mila, pari al 4,8 per cento circa della popolazione di 6 anni e piu' che vive in famiglia; considerando anche le 190.134 persone residenti nei presidi socio-sanitari si giunge ad una stima complessiva di poco meno di 2 milioni 800 mila persone con disabilita'; rispetto al passato, in cui i soggetti con difficolta' fisiche o psichiche erano privi di tutela, non riconosciuti i loro diritti e in condizione di isolamento e di istituzionalizzazione, nel nostro Paese si e' ormai di fronte ad un presente che non pone piu' in discussione il diritto, per i disabili, ad essere parte reale della vita sociale, a possedere tutte le opportunita' di qualunque altro cittadino, a richiedere, volere e pretendere la piena integrazione quale elemento costituente la qualita' della vita di tutti; tale processo d'integrazione non si manifesta in modo spontaneo ed automatico, ma richiede un impegno attivo e permanente affinche' le affermazioni, le annunciazioni di principio non rimangano lettera morta ma si traducano in atti concreti, e la cultura dell'integrazione della persona disabile sfoci nel diritto reale ed esigibile della stessa persona disabile ad «essere parte» a pieno titolo, del mondo sociale, scolastico, sportivo, lavorativo; tutto questo e' un processo che non ha termine, ma si snoda nel tempo e nell'evoluzione, non sempre lineare e non ugualmente diffusa su tutto il territorio nazionale, della concezione che ha portato dal rifiutare (nascondere, segregare) al riabilitare, dal riabilitare all'inserire, dall'inserire all'integrare la persona disabile all'interno della societa'; il mondo della disabilita' ha vissuto in Italia negli ultimi trentacinque anni profonde trasformazioni. È infatti a partire dagli anni '70 che prende corpo una importante azione di rinnovamento di servizi ed interventi, che coincide con la prima fase del decentramento delle competenze dallo Stato alle Regioni. La costruzione di una rete di servizi sul territorio, in attuazione delle prime leggi regionali, prende poi ulteriormente slancio dopo la riforma sanitaria del 1978 con la costituzione delle unita' sanitarie locali. Si manifesta in questa fase un approccio innovativo al problema, non finalizzato piu' al ricovero, alla istituzionalizzazione o comunque a delineare percorsi paralleli o speciali, ma, al contrario, teso a costruire una rete di sostegno e di opportunita' per la persona disabile e la sua famiglia, per rendere possibile e facilitare il processo d'integrazione. Fu pero' la legge 104, approvata nel 1992 dopo un lungo confronto parlamentare, a delineare per la prima volta nel nostro ordinamento un quadro organico di norme che fissavano principi ed indirizzi in tutti i campi della vita sociale per la prevenzione e la riabilitazione, l'accesso ai diversi gradi di istruzione e formazione, il lavoro, la mobilita', la fruizione delle strutture sportive turistiche e ricreative, l'accesso alle informazioni e alla comunicazione, il sostegno alle famiglie, il servizio di aiuto alla persona, residenzialita'. Il nuovo quadro legislativo ha consentito poi a Regioni, ASL, enti locali di predisporre tutta una serie di servizi per migliorare l'assistenza sanitaria e sociale, l'autonomia e l'integrazione della persona disabile, il sostegno al nucleo familiare, attraverso l'assistenza domiciliare, l'aiuto personale. Solo con un'azione certosina di sensibilizzazione dell'opinione pubblica parallela a rivendicazioni ben precise si e' potuto arrivare a un complesso di norme (legge n. 517 del 1977 sulla piena integrazione scolastica dei bambini disabili prescindendo dalle difficolta' di apprendimento e da tutte le altre eventuali difficolta' derivanti dalla loro disabilita', legge n. 13 del 1989 sull'eliminazione delle barriere architettoniche, legge n. 104 del 1992 legge quadro sull'assistenza, legge 68 del 1998 sul collocamento obbligatorio), che nel loro insieme hanno creato un complesso sistema di tutele della persona disabile; tale azione di sensibilizzazione dell'opinione pubblica per un'integrazione reale e piena dei disabili nella nostra societa' non puo' che essere sempre in continuo divenire come in continuo divenire e' la nostra stessa societa', impegna il Governo: a presentare alle Camere nel piu' breve tempo possibile un disegno di legge di ratifica della Convenzione sui diritti delle persone con disabilita' e del suo protocollo opzionale, che e' stata aperta alla firma a New York il 30 marzo 2007 ed e' entrata in vigore il trentesimo giorno successivo al deposito del ventesimo strumento di ratifica o di adesione (3 maggio 2008), visto che l'Italia ha provveduto ad apportare la sua firma gia' dal 30 marzo 2007; ad adottare, nel piu' breve tempo possibile, tutte le misure atte alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (leps), cosi' come previsti all'articolo 22 della legge quadro n. 328 del 2000 e dall'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione al fine di avere su tutto il territorio nazionale una rete integrata di servizi che fissi i livelli essenziali delle prestazioni sociali sia quantitativamente che quantitativamente omogenei in tutto il Paese, nonche' al reperimento di risorse finanziarie adeguate del fondo nazionale per le politiche sociali di cui all'articolo 20 della legge 328 del 2000 al fine di poter garantire reali opportunita' di inserimento sociale delle persone disabili; a sviluppare ed a promuovere un'Azione di programma per le politiche dell'handicap, attraverso tutti gli elementi ritenuti necessari, affinche' all'interno della nostra societa' si sviluppi una reale e concreta cultura volta al superamento delle problematiche dell'integrazione delle persone disabili anche mediante: a) l'inserimento, per rendere piu' efficace la lotta contro le barriere architettoniche, nei programmi delle scuole medie superiori tecniche, quali geometri e tecnici per l'edilizia, nonche' nei corsi di laurea universitari quali ingegneria civile e ambientale, scienze dell'architettura, scienze della pianificazione territoriale, urbanistica, paesaggistica e ambientale, scienze e tecniche dell'edilizia lo studio dell'universal design, inteso come progettazione di un ambiente «accessibile» sicuro, confortevole e qualitativamente migliore per tutti i potenziali utilizzatori; b) il potenziamento dei corsi di formazione e specializzazione degli insegnanti, attraverso la definizione di qualificati percorsi universitari, a partire dalla formazione di base, non solo per gli insegnanti di sostegno ma anche di quelli curricolari, con il coinvolgimento pieno delle facolta' di scienze dell'educazione e del sistema universitario nel suo complesso, tenendo come punto di riferimento i diversi bisogni educativi specifici conseguenti alle diverse tipologie di disabilita'; c) la definizione di corretti strumenti di valutazione e verifica degli interventi educativi, didattici ed organizzativi messi in atto dalle singole scuole, avendo cura poi di prevedere standard adeguati a valutare i processi di insegnamento ed apprendimento, i risultati raggiunti sul piano individuale e collettivo, in quanto il processo di integrazione scolastica degli allievi/e in situazione di handicap deve ormai essere considerato come uno dei fattori di qualita' del piano dell'offerta formativa dell'istituzione scolastica; d) la piena attuazione dell'integrazione scolastica degli oltre centonovantamila studenti disabili presenti nelle scuole italiane attraverso la realizzazione di un progetto di vita di presa in carico integrata dell'alunno disabile da parte di tutti gli insegnanti che interagiscono con lui, nonche' assegnazione delle ore di sostegno sulla base delle «effettive esigenze» dell'alunno disabile, soprattutto per i gravi, assicurandone anche la continuita' didattica tra alunno ed insegnante di sostegno; e) azioni volte a sensibilizzare le imprese circa le opportunita' offerte dalla legge n. 68 del 1999 sul collocamento dei lavoratori disabili anche ripristinando l'obbligatorieta' della certificazione di ottemperanza sul rispetto delle norme della legge 68 rilasciata dai centri dell'impiego alle imprese che vogliono partecipare ad appalti pubblici; f) l'istituzione, presso il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di un Osservatorio nazionale per i diritti dei disabili con compiti di monitoraggio, studio, ricerca, documentazione e formulazione di proposte, in merito alla corretta applicazione della legge 68 del 1999 nonche' di ogni altro aspetto inerente l'occupazione dei lavoratori disabili, sugli interventi previdenziali e assistenziali onde porre le basi per il loro adeguamento, sulla rete sanitaria e assistenziale regionale e la sua adeguatezza nel rispetto dei livelli essenziali, ponendo cosi' le basi per un quadro informativo completo sulla condizione di vita delle persone con disabilita', elemento preliminare e necessario per qualsiasi intervento legislativo; g) l'emanazione di linee guida per orientare le diverse amministrazioni nei vari aspetti applicativi e progettuali nonche' per ottenere un riordino delle provvidenze economiche, attualmente del tutto inadeguate; h) la garanzia di adeguate risorse finanziarie alla legge 13 del 1989 sull'abbattimento delle barriere architettoniche nonche' la concessione di mutui agli enti locali per finanziare programmi di abbattimento delle barriere architettoniche; i) il potenziamento della rete telematica di comunicazione, per rendere sempre piu' possibile il contatto con mille realta' socio-professionali, legate sia alla rete dei servizi di cui hanno piu' immediato bisogno sia a forme sociali di tempo libero; ad adottare una politica efficace di sostegno alla non autosufficienza e alla vita indipendente, attraverso lo stanziamento di risorse finanziarie adeguate atte ad integrare i cofinanziamenti degli enti territoriali interessati, nonche' attraverso un programma di intervento diretto a favore delle famiglie e degli anziani con il rafforzamento dell'assistenza domiciliare, con il sostegno economico alle famiglie per cura e assistenza; con la prevenzione, il contrasto e la riabilitazione degli stati di non autosufficienza, con la realizzazione dei livelli essenziali delle prestazioni socio-assistenziali, affinche' si possa realizzare su tutto il territorio nazionale una rete integrata di servizi anche con l'aiuto ed il sostegno del cosiddetto «terzo settore» e con la creazione di cooperative in cui tutti, persone disabili e non possano, ognuno secondo le loro capacita', trovare la propria dimensione lavorativa ed umana; a predisporre linee guida nazionali atte a delineare programmi di integrazione e di presa in carico del disabile grave, in particolar modo nel momento in cui viene a mancare il supporto del nucleo familiare, il cosiddetto «dopo di noi», anche attraverso una politica di interventi in materia di solidarieta' sociale con la creazione di comunita' alloggio, a carattere familiare, case-famiglie, piccoli gruppi in appartamento gestiti attraverso la supervisione e il controllo delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni familiari affinche' le persone disabili gravi o gravissimi dopo la perdita dei loro familiari possano trovare assistenza ed accoglienza. (1-00071) «Livia Turco, Argentin, Binetti, Boffa, Burtone, Calgaro, D'Incecco, Farina Coscioni, Grassi, Lenzi, Miotto, Mosella, Murer, Pedoto, Calvisi, Schirru, Madia, Ghizzoni, Coscia, Rossa, Pes, Strizzolo, Motta, Bellanova, Rampi, Codurelli, Gnecchi, Cenni, Ginefra, Mattesini, Gatti, Pollastrini, Concia, Siragusa».
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MOZIONE 1/00071 presentata da TURCO LIVIA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20081125 
MOZIONE 
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
ARGENTIN ILEANA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BINETTI PAOLA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BOFFA COSTANTINO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CALGARO MARCO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CALVISI GIULIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
CENNI SUSANNA (PARTITO DEMOCRATICO) 
CODURELLI LUCIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
CONCIA ANNA PAOLA (PARTITO DEMOCRATICO) 
COSCIA MARIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
D'INCECCO VITTORIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
GATTI MARIA GRAZIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
GHIZZONI MANUELA (PARTITO DEMOCRATICO) 
GINEFRA DARIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
GNECCHI MARIALUISA (PARTITO DEMOCRATICO) 
GRASSI GERO (PARTITO DEMOCRATICO) 
LENZI DONATA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MADIA MARIA ANNA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MATTESINI DONELLA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MIOTTO ANNA MARGHERITA (PARTITO DEMOCRATICO) 
MOSELLA DONATO RENATO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MOTTA CARMEN (PARTITO DEMOCRATICO) 
MURER DELIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
PEDOTO LUCIANA (PARTITO DEMOCRATICO) 
PES CATERINA (PARTITO DEMOCRATICO) 
POLLASTRINI BARBARA (PARTITO DEMOCRATICO) 
RAMPI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
ROSSA SABINA (PARTITO DEMOCRATICO) 
SCHIRRU AMALIA (PARTITO DEMOCRATICO) 
SIRAGUSA ALESSANDRA (PARTITO DEMOCRATICO) 
STRIZZOLO IVANO (PARTITO DEMOCRATICO) 
BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO (PARTITO DEMOCRATICO) 
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