RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01280 presentata da COMINELLI MIRIAM (PARTITO DEMOCRATICO) in data 07/06/2017
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Atto Camera Risoluzione in commissione 7-01280 presentato da COMINELLI Miriam testo di Mercoledì 7 giugno 2017, seduta n. 810 L'VIII Commissione, premesso che: la situazione ambientale e sanitaria della provincia di Brescia presenta criticità peculiari, necessita quindi di un'attenzione e di interventi da parte delle istituzioni nazionali; il territorio bresciano, segnato da troppi anni di sottovalutazione del problema ambientale, potrebbe diventare, a livello nazionale, un laboratorio per sperimentare buone pratiche di bonifica, per risanare l'ambiente e ricostruire un territorio nel segno della legalità e della tutela dell'ambiente; la provincia di Brescia è tra le aree nazionali una di quelle di più antica industrializzazione ed è la terza a livello europeo per intensità di imprese industriali che vi operano. Per questa ragione ha subito le conseguenze e le eredità di un'industria pesante che ha operato senza le necessarie norme giuridiche di tutela ambientale e di limitazione delle emissioni industriali, che sono sostanzialmente giunte solo successivamente alla metà degli anni Settanta del secolo scorso. Una situazione che ha generato benessere economico, ma anche gravi danni alla salute delle persone e dell'ambiente; alle situazioni industriali pregresse, come dimostrato dalle numerose indagini delle forze dell'ordine – concluse e in corso – si è aggiunto un allarmante fenomeno di illegalità diffusa che ha visto il territorio bresciano terra di azione della criminalità organizzata e delle ecomafie: dai traffici di rifiuti, alle discariche illegali, fino agli interramenti di rifiuti tossici; quella di Brescia è la quinta procura dopo Torino, tuttavia ha un organico pari ad un terzo rispetto al capoluogo piemontese, a fronte di una situazione in cui, come risulta dalle dichiarazioni del procuratore Dell'Osso, si registra una presenza della criminalità organizzata nel settore dei rifiuti sul territorio bresciano, tratteggiata come decisamente impegnativa; nella relazione conclusiva della scorsa legislatura della Commissione bicamerale d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati nell'intero capitolo dedicato alla provincia di Brescia vengono analizzati numerosi aspetti critici: dalle indagini della procura di Brescia relative all'autostrada Bre.Be.Mi, alle problematiche relative allo smaltimento dei rifiuti industriali, dalla proliferazione delle cave e il connesso problema delle discariche di rifiuti speciali, alla critica situazione del comune di Montichiari dei comuni limitrofi, dalle difficili situazioni delle discariche e dell'utilizzo delle scorie, alla situazione delle bonifiche a cominciare dal sito inquinato di interesse nazionale (Sin) della Caffaro e dallo stato della contaminazione; sempre sulla situazione della Caffaro il terzo rapporto dello Studio Sentieri, pubblicato nell'aprile 2014, indica Brescia come la città con la maggior incidenza dei tumori rispetto alla media del Nord Italia; lo studio epidemiologico condotto dalla ATS di Brescia di analisi delle mortalità nel quartiere S. Polo di Brescia nel periodo 2004-2008 ha evidenziato nella popolazione maschile eccessi di mortalità per il tumore alla vescica e per malattie respiratorie non tumorali, in particolare per le polmoniti, rispetto ai tassi rilevati nei residenti nel resto del comune di Brescia. Nelle donne si è rilevato un eccesso di mortalità, rispetto ai valori attesi, per il tumore al fegato e per la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Infine, per quanto riguarda le malattie respiratorie non tumorali, si osserva un eccesso di morti per queste patologie in entrambi i sessi, e in particolare per le polmoniti negli uomini (17 morti verso 9 morti attese) e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) nelle donne (14 morti osservate verso circa 7 attese), tra i residenti a S. Polo rispetto al resto della città; vanno poi ricordati i territori di Vighizzolo e Montichiari che hanno quotidianamente a che fare con l'emergenza «cattivi odori» che ha portato anche al ricovero di alunni delle elementari. Una situazione che si va ad aggiungere a quella delle discariche con 11 siti abusivi e 11 autorizzati (di cui 4 ancora in gestione e 7 in post gestione), oltre che una richiesta in sospeso in regione per una discarica di amianto di oltre 1 milione di metri quadri di rifiuti e due ampliamenti. Una situazione molto rischiosa per la salute degli abitanti della zona e dell'ambiente, denunciata da anni dalle associazioni ambientaliste, dai comitati di cittadini e dai genitori degli alunni; non risulta ancora adottato il regolamento relativo agli interventi di bonifica, ripristino ambientale e di messa in sicurezza, d'emergenza, operativa e permanente, delle aree destinate alla produzione agricola e all'allevamento, di cui all'articolo 241 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152; l'articolo 2, comma 4- ter , del decreto legislativo n.136 del 2013 prevedeva l'adozione di tale regolamento entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della relativa legge di conversione; ai fini dell'individuazione di nuovi impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti, sarebbe necessario valutare l'introduzione di un fattore di pressione che non consideri solo le volumetrie delle discariche, ma anche le altre ricadute ambientali e gli impatti cumulativi, attraverso una modifica al comma 1 dell'articolo 195 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, che, nell'ambito delle competenze statali concernenti l'indicazione dei criteri generali relativi alle caratteristiche delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti, tenga conto, in particolare, del fattore di pressione per le discariche, inteso quale massima concentrazione di aree e di volume di rifiuti conferibili su unità di superficie territoriale; sarebbe, altresì, necessario subordinare la realizzazione di nuovi impianti o ampliamento di impianti esistenti finalizzati allo smaltimento dei rifiuti ad una concreta diminuzione del fattore di pressione come definito nel precedente capoverso, impegna il Governo: ad adottare al più presto il regolamento citato in premessa, relativo agli interventi di bonifica, ripristino ambientale e di messa in sicurezza, d'emergenza, operativa e permanente, delle aree destinate alla produzione agricola e all'allevamento; ad assumere iniziative per stanziare le risorse per avviare, tramite il Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente (SNDA), nella provincia di Brescia, la mappatura su vasta scala dei terreni, partendo dalle aree più a rischio, come emerso dalle indagini e dalle segnalazioni delle agenzie ambientali e delle associazioni ambientaliste e dei cittadini, al fine della classificazione degli stessi in base al grado di contaminazione; ad assumere iniziative per monitorare il livello di inquinamento ambientale promuovendo altresì un aggiornamento dello Studio Sentieri e avviando nella provincia di Brescia indagini sulla popolazione a partire da quella maggiormente esposta, come emerso dalle analisi delle agenzie ambientali e dell'Agenzia di tutela della salute di Brescia; ad attuare un piano generale di bonifica per le aree di competenza statale sulla base delle evidenze emerse dalla mappatura e dalle analisi sopracitate prevedendo lo stanziamento di risorse adeguate, anche straordinarie; a valutare l'opportunità di assumere iniziative per introdurre, ai fini dell'individuazione di nuovi impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti, un fattore di pressione che non consideri solo le volumetrie delle discariche, ma sia inteso quale massima concentrazione di aree e di volume di rifiuti conferibili su unità di superficie territoriale; a valutare l'opportunità di assumere iniziative subordinare la realizzazione di nuovi impianti o l'ampliamento di impianti per lo smaltimento di rifiuti, ovvero di impianti la cui realizzazione potrebbe determinare un peggioramento della qualità dell'aria, ad una concreta diminuzione del predetto fattore di pressione; a valutare l'opportunità di promuovere forme di coinvolgimento delle popolazioni interessate dalla realizzazione di nuovi impianti di smaltimento dei rifiuti, anche avviando un dibattito pubblico sulla scorta di quanto prevede l'articolo 22 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n.50, al fine di favorire la partecipazione dei cittadini. (7-01280) « Cominelli ».
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RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01280 presentata da COMINELLI MIRIAM (PARTITO DEMOCRATICO) in data 07/06/2017
RISOLUZIONE IN COMMISSIONE
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