RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00827 presentata da PILI MAURO (POPOLO DELLA LIBERTA') in data 20120402

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Atto Camera Risoluzione in Commissione 7-00827 presentata da MAURO PILI lunedi' 2 aprile 2012, seduta n.615 La VIII Commissione, premesso che: il 14 luglio 2003 veniva siglato nella sede della Presidenza del Consiglio dei ministri, a palazzo Chigi, l'accordo di programma tra la regione Sardegna, il Governo e numerosi altri soggetti istituzionali, datoriali, sociali e privati per la qualificazione dei poli chimici della Sardegna; l'accordo veniva sottoscritto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero dell'economia e delle finanze, Ministero delle attivita' produttive, Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dalla regione autonoma della Sardegna, Sviluppo Italia spa, Osservatorio nazionale per la chimica, Osservatorio regionale per chimica, provincia di Cagliari, provincia di Nuoro, provincia di Sassari, comune di Assemini, comune di Ottana, comune di Porto Torres, comune di Sarroch, comune di Uta, organizzazioni sindacali regionali CGIL, CISL, UIL, organizzazioni sindacali territoriali, CGIL, CISL, UIL, FULC Nazionale, FULC Regionale, FULC Territoriale, Confindustria regionale, Confindustria Cagliari, Confindustria Nuoro, Confindustria Sassari, Api Sarda, Federchimica, Unionchimica, Consorzio per l'area di sviluppo industriale di Cagliari, Consorzio per lo sviluppo industriale della Sardegna centrale, Area di sviluppo industriale di Sassari-Porto Torres, Syndial, Polimeri Europa, EVC (European Vinyls Corporation), Montefibre, AES, DOW, SASOL (Italy), Fluorsid, Lorica, Mini Tow, Territorio e Impresa, Endesa; nell'ambito dell'accordo, relativamente ai principali siti chimici di Assemini, Ottana e Porto Torres, si prendeva atto della presenza di vaste aree dismesse o sottoutilizzate, nonche' dell'obsolescenza o assenza di molte infrastrutture primarie e di fenomeni di inquinamento che presupponevano l'avvio immediato di interventi di bonifica e riqualificazione in funzione delle previste politiche di reindustrializzazione e rinnovata promozione dei sistemi economici locali; in data 22 gennaio 2002 veniva sottoscritto il protocollo per gli interventi di risanamento ambientale dei siti EniChem spa e Polimeri Europa srl sottoscritto dagli enti interessati, inerente alle procedure da adottare nel rispetto del decreto legislativo n. 22 del 1997 e del decreto ministeriale n. 471 del 1999 ed in conformita' alla delibera di giunta regionale n. 34/22 del 10 ottobre 2001; nell'ambito di tali accordi e protocolli si prevedeva di risanare e tutelare l'ambiente attraverso azioni di disinquinamento, bonifica e messa in sicurezza dei siti, di riduzione delle emissioni in atmosfera e di prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti, non solo con riferimento a quelli previsti dai piani di caratterizzazione ai sensi del decreto legislativo n. 22 del 1997 di competenza delle imprese, ma anche a quelli esterni interessati da fenomeni di inquinamento specifico; all'articolo 5 (Tutela dell'ambiente) dell'accordo del 14 luglio 2003 si prevedeva: «Le azioni a tutela dell'ambiente, funzionali alla attuazione degli interventi previsti dal presente Accordo, nel rispetto della vigente normativa regionale e nazionale, prevedono: lo smantellamento degli impianti dismessi e la messa in sicurezza e/o bonifica dei siti; l'individuazione dei piani di miglioramento sui temi dell'ambiente e della sicurezza»; all'articolo 10 (impegni delle imprese) era previsto: «Le Imprese firmatarie dell'Accordo si impegnano a creare le condizioni per rafforzare le proprie attivita' industriali nel quadro dei rispettivi piani strategici. Su tali basi, il contributo per il consolidamento possibile e la riqualificazione dei siti, finalizzata a favorire i processi di valorizzazione delle filiere esistenti e reindustrializzazione, anche nell'ottica della valorizzazione dell'imprenditoria locale, si articola in misure e tipologie diverse in rapporto alla specifica situazione industriale propria di ciascuna azienda, con riferimento a: investimenti per il miglioramento della sicurezza, anche in funzione delle recenti normative in materia e/o di riduzione dell'impatto ambientale; investimenti per la bonifica e messa in sicurezza dei siti produttivi anche in funzione dei previsti piani di reindustrializzazione delle aree di crisi»; l'articolo 14 della legge 31 luglio 2002, n. 179, concernente disposizioni in materia ambientale, su indicazione della regione Sardegna, aveva precedentemente individuato il sito di interesse nazionale «Aree industriali di Porto Torres»; il 7 febbraio 2003 (Gazzetta Ufficiale n. 94 del 23 aprile 2003) e' stato emanato il decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con il quale e' stato perimetrato il sito di interesse nazionale di «aree industriali di Porto Torres»; il 22 settembre 2009 e' stato stipulato a Roma l'accordo di programma tra la regione autonoma della Sardegna, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la provincia di Sassari, i comuni di Porto Torres e di Sassari per la definizione degli interventi di caratterizzazione, messa in sicurezza d'emergenza e bonifica nel sito di interesse nazionale di «Porto Torres»; la firma dell'accordo di programma segue il decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 7 febbraio 2003 che ha perimetrato il sito di interesse nazionale di «Porto Torres»; il sito di interesse nazionale (S.I.N.) «Aree industriali di Porto Torres» e' situato nel comprensorio nord-occidentale della Sardegna, si sviluppa a ridosso del golfo dell'Asinara (area protetta), a ponente della citta' di Porto Torres e si estende sul territorio dei comuni di Porto Torres e Sassari, per una superficie complessiva di oltre 4.500 ettari; l'area perimetrata si estende su oltre 1.800 ettari e comprende il Polo Petrolchimico (stabilimenti Syndial e discariche controllate e non interne agli stabilimenti medesimi quali l'area Minciaredda, la discarica «Cava Gessi», discariche industriali ed altre aree interessate dallo smaltimento di rifiuti, stabilimenti Ineos Vinyls-ex EVC, Sasol ed altri), il Polo Elettrico (centrale E.ON.-ex Endesa e impianti Terna), le aree del Consorzio ASI di Porto Torres; l'area marina antistante il nucleo industriale, gia' definita dalla perimetrazione di cui al citato decreto ministeriale 7 febbraio 2003, comprende il porto industriale di Porto Torres e si estende tra la foce del Rio Mannu (confine orientale) e lo Stagno di Pilo (confine occidentale) per una superficie complessiva di circa 2.700 ettari; nell'ambito della complessa situazione ambientale dell'area di Porto Torres risultano emblematici i dati relativi all'inquinamento riscontrato nella darsena del porto industriale di Porto Torres: il rapporto predisposto dalla direzione per la tutela del territorio e dall'Ispra allegato al verbale della conferenza di servizi rileva livelli di benzene 417 mila volte oltre i parametri consentiti dalla normativa, toluene 3.300 volte, etilbenzene 226 volte, e altre decine di sostanze cancerogene - tutte riconducibili comunque alle lavorazioni dello stabilimento chimico e dell'area industriale - ben al di sopra dei limiti consentiti; il 5 settembre 2011 la provincia di Sassari attraverso un'ordinanza del settore ambiente intima alla Syndial di provvedere immediatamente alla messa in sicurezza di emergenza, alla predisposizione del piano di caratterizzazione e alle conseguenti attivita' di bonifica dello specchio d'acqua nella darsena servizi del porto industriale di Porto Torres; l'ordinanza della provincia di Sassari rileva una particolare recrudescenza del gia' grave fenomeno di inquinamento per la quale la capitaneria aveva chiesto all'Arpas di procedere alle verifiche del caso; le indagini dell'Arpas avevano rilevato le anomalie di funzionamento del sistema di emungimento e barrieramento idraulico a causa delle quali le acque di falda contaminate, che circolano sotto l'area industriale, sono in diretta correlazione con lo stato di contaminazione dello specchio d'acqua antistante la darsena, constatando cosi' un chiaro rapporto di causa-effetto fra lo stato di contaminazione a monte del sistema di barrieramento e quello della darsena; il 10 novembre 2011 il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare firma il decreto che autorizza l'avvio dei lavori previsti dal progetto operativo di bonifica e trattamento delle acque di falda. L'importo dell'intervento e' stimato in circa 125 milioni di euro; i lavori di bonifica e trattamento delle acque di falda, come previsto dal decreto, dovranno iniziare entro quattro mesi; il cronoprogramma delle bonifiche che Syndial dovra' effettuare nei prossimi anni prevede, ad oggi, una spesa totale di circa 530 milioni di euro; in data 15 novembre 2011 (cinque giorni dopo la firma del decreto del Ministro) la Syndial presenta ricorso avverso le ordinanze della provincia di Sassari relativamente alle bonifiche e all'urgente intervento di messa in sicurezza della darsena; il comportamento della Syndial, societa' del gruppo ENI, risulta essere ad avviso dei firmatari del presente atto non solo dilatorio ma inaccettabile sia sul piano amministrativo politico e istituzionale considerato che la societa' del gruppo Eni non solo e' responsabile del piu' imponente inquinamento della Sardegna ma con questo ulteriore ricorso reitera la strada perversa dei ricorsi per bloccare il ripristino di aree a terra e a mare dall'inquinamento che provocato negli anni; nel ricorso presentato dalla Syndial per bloccare la bonifica della darsena di Porto Torres appare ai firmatari del presenta atto sussistere il rischio di sviare le responsabilita' che appaiono evidenti rispetto all'inquinamento di benzene registrato nell'area; il tentativo a giudizio dei firmatari del presente atto pretestuoso che l'Eni persegue attraverso il nuovo ricorso risulta essere inaccettabile in considerazione della gravissima crisi ambientale dell'intera area e del fatto che l'inquinamento registra ancora livelli insostenibili e inimmaginabili; la richiesta di annullamento delle ordinanze emesse dalla provincia di Sassari rivolta dalla Syndial al TAR Sardegna appare ai firmatari del presente atto l'ennesima dimostrazione di un atteggiamento secondo l'interrogante dilatorio dell'ente che attraverso la Syndial continua a sfuggire alle responsabilita' di una devastazione ambientale gravissima; le misure di messa in sicurezza richieste per la darsena di Porto Torres sono una priorita' assoluta e il ricorso dell'Eni che si oppone a tale intervento rappresenta un grave elemento che rischia di pregiudicare gli interventi di bonifica che ancora non sono stati avviati; l'atteggiamento dilatorio dell'ENI relativo alle bonifiche, oltre a provocare ulteriori ritardi nelle procedure autorizzative per nuovi progetti industriali come la cosiddetta «chimica verde», potrebbe avere come fine ultimo quello di perseguire il progetto mai dismesso di realizzare sulla costa nord occidentale della Sardegna, nel sito industriale di Porto Torres un «parco serbatoi» con una capacita' di un milione e 650 mila metri cubi di combustibile; nel golfo dell'Asinara a seguito di questo imponente parco serbatoi potrebbero transitare seicento petroliere all'anno, quadruplicando il traffico navale rispetto a quello legato al polo chimico; l'impatto occupazione sarebbe di non piu' di quarantacinque posti di lavoro diretti; l'intervento del quale non si conoscono le procedure autorizzative eventualmente avviate ricade in un'area di bonifica e ripristino ambientale dell'area industriale e dell'area marina antistante lo stabilimento industriale di Porto Torres; l'area marina antistante il sito di Porto Torres presenta diversi gradi di compromissione in relazione alla vicinanza al porto industriale, alla citta' di Porto Torres ed alla foce del Rio Mannu; il progetto per il colossale deposito, gia' presentato alle organizzazioni sindacali, costituirebbe di fatto una potenziale bomba ecologica essendo risaputi i pericoli legati alle sostanze depositabili e allo stesso transito di navi petroliere nello specchio acqueo gia' gravemente pregiudicato da sversamenti e inquinamenti connessi; i codici di sicurezza adottati per analoghi serbatoi descrivono tali materiali come infiammabili, estremamente infiammabili, nocivi per inalazione, nocivi per ingestione, irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle, con pericolo di effetti irreversibili; essi possono provocare il cancro, sono altamente tossici per gli organismi acquatici, possono provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente, possono ridurre la fertilita' e l'inalazione dei vapori puo' provocare sonnolenza e vertigini; le organizzazioni sindacali esplicitano un «palese disimpegno produttivo dell'Eni sulla chimica» e dichiarano: «il deposito e' un'operazione commerciale e non produttiva», impegna il Governo: all'immediata convocazione di un vertice presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per richiamare la Syndial al rispetto degli impegni e degli obblighi in relazione alla bonifica dell'intera area e, in particolare, della darsena; a disporre ogni iniziativa urgente di competenza per richiamare l'Eni alle proprie responsabilita' alla luce del ricorso, ad avviso dei firmatari del presente atto gravissimo, che Syndial ha presentato al TAR Sardegna il 15 novembre 2011 contro i provvedimenti messi in atto da varie amministrazioni sull'inquinamento, in particolar modo della darsena di Porto Torres; ad attivare un'apposita cabina di regia istituzionale presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare al fine di monitorare le fasi di avvio e di messa in opera della bonifica dell'area industriale di Porto Torres; a mettere in essere tutti gli atti necessari per promuovere la massima tutela ambientale e naturalistica dell'area marina relativa al parco dell'Asinara impedendo che la stessa diventi un crocevia insostenibile di navi petroliere o simili; ad impedire qualsiasi ipotesi di realizzazione del progetto di un parco serbatoi di un milione e seicentomila metri cubi nell'area industriale di Porto Torres davanti all'area marina protetta; a dichiarare la propria decisa contrarieta' ad un'ipotesi che pregiudicherebbe in maniera ulteriore e irrimediabile lo sviluppo turistico del nord della Sardegna; ad assumere, nell'ambito delle proprie competenze tutte le iniziative necessarie al fine di evitare che si possa perpetrare ai danni di quel territorio un ulteriore grave danno ambientale. (7-00827) «Pili, Porcu, Murgia, Vella, Iannarilli».
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RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 
IANNARILLI ANTONELLO (POPOLO DELLA LIBERTA') 
MURGIA BRUNO (POPOLO DELLA LIBERTA') 
PORCU CARMELO (POPOLO DELLA LIBERTA') 
VELLA PAOLO (POPOLO DELLA LIBERTA') 
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