INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08199 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20121024

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-08199 presentata da RITA BERNARDINI mercoledi' 24 ottobre 2012, seduta n.708 BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che: sul quotidiano Il Mattino del giorno 11 dicembre 2010 e' apparso un articolo di Rosaria Capacchione intitolato: «Detenuto cardiopatico trapiantato, per i medici non puo' stare in carcere, per i giudici si»; nel citato articolo, la giornalista del Mattino espone i seguenti fatti: «La Corte di giustizia chiede spiegazioni al Guardasigilli, la Corte di Assise di Napoli risponde rincarando la dose e ordinando il trasferimento in carcere dell'imputato Tommaso Prestieri, camorrista e trafficante di droga, cardiopatico grave e paziente trapiantato. Una sfida a distanza, giocata sul filo delle prerogative del giudice italiano contrapposte a quelle del giudice europeo; magistrati che, dal punto di vista formale, non si parlano e che ignorano le rispettive decisioni. Il risultato e' che Prestieri fa ritorno nel penitenziario di Secondigliano. «e' stato dichiarato guarito non da un medico specialista ma da un'ordinanza della Corte d'assise di Napoli (IV sezione) proprio mentre la II sezione della Corte di Strasburgo, con nota datata 25 novembre 2010, informa il difensore di Prestieri, l'avvocato Vittorio Giaquinto, di aver preso in esame il ricorso, di avere necessita' di informazioni dettagliate sullo stato di salute del ricorrente e di averle chieste al ministero della Giustizia, il quale «e' stato invitato a informare la Corte delle ragioni per le quali il ricorrente non e' stato trasferito in un centro medico specializzato, al fine di seguire una riabilitazione cardiaca». Perche' il punto in contestazione e' proprio questo: Tommaso Prestieri, sottoposto a trapianto cardiaco nel maggio scorso, dopo l'intervento avrebbe dovuto effettuare obbligatoriamente una terapia riabilitativa, cosi' come evidenziato anche dai consulenti d'ufficio. Cura che non c'e' stata perche' nessuno dei centri specializzati indicati anche dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha fornito la sua disponibilita' a ospitare un paziente piantonato. Il risultato e' stato che il boss di Secondigliano e' stato ricoverato fino all'altro giorno, agli arresti domiciliari, al Cardarelli, che non e' in grado di fornire l'assistenza specialistica richiesta. Il 6 dicembre, la notifica dell'ordinanza della Corte di Assise di Napoli, presso la quale e' in corso il processo per l'omicidio di Alfredo Negri, ucciso il 27 luglio del 1992 e per il quale sono imputati, tra gli altri, anche Paolo Di Lauro e Antonio Amato. Scrive la Corte: «Avendo il Prestieri superato senza alcuna complicanza tale periodo (sei mesi dalla data del trapianto, ndr), la situazione di incompatibilita' deve considerarsi cessata e va ripristinata, perdurando le eccezionali esigenze cautelari poste originariamente a fondamento della misura restrittiva, la custodia cautelare in carcere». Prestieri, che ha interamente scontato le condanne per fatti contestati negli anni passati, e' detenuto solo sulla scorta di titoli provvisori: uno, per il quale il gip aveva concesso gli arresti domiciliari, per traffico di droga; l'altro, quello per il quale e' processo dinanzi alla Corte di Assise, nel quale e' stato accusato da alcuni collaboratori di giustizia ma «salvato» dal fratello Maurizio, che pure lo ha indicato quale responsabile di altri gravissimi episodi. Secondo l'accusa, Negri era stato tra gli ideatori della strage del Rione Monterosa. L'ordinanza, contestata dalla difesa di Prestieri, e' basata sulla relazione del reparto detenuti del Cardarelli il quale, il 9 ottobre, aveva certificato che le condizioni del paziente detenuto erano «stabili sia dal punto di vista emodinamico che metabolico» e che quindi «il paziente puo' essere trasferito presso il centro clinico della casa circondariale di appartenenza qualora sia disponibile un ambiente idoneo in stanza singola per prevenire eventuali complicazioni infettive». I precedenti. Il cuore pazzo gli spalancava le porte del carcere ogni volta che lo arrestavano: in Costa Azzurra o a Parigi, tradito dalla passione per il calcio e da quella malattia che funzionava come un segnalatore a distanza quando i gps ancora non erano stati inventati. Michele Zaza, uomo di collegamento tra la camorra e la mafia, in cella non rimaneva mai a lungo perche' troppo malato. E quando vi era capitato, e fino al suo decesso nel 1994, era stato un detenuto speciale, proprio perche' cardiopatico a rischio di morte. Lorenzo Nuvoletta, capomafia di Marano, condannato da un tumore al fegato, era morto in ospedale in quello stesso anno. Piantonato, certo, ma in corsia. A casa, invece, ha concluso nel 2007 la sua esistenza Vincenzo Lubrano, consuocero di Nuvoletta, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Franco Imposimato. Tutti boss di estrema pericolosita', tutti con il fisico minato, tutti destinatari di provvedimenti di clemenza fondati sull'incompatibilita' con il regime carcerario e sull'obbligo previsto dalla Costituzione di garantire il diritto alla salute a chiunque. Ricorda l'avvocato Vittorio Giaquinto, difensore di Tommaso Prestieri: «Non mi risulta che in Italia sia in vigore la pena di morte. Al di la' delle responsabilita' giudiziarie del mio assistito, ancora da dimostrare, non si comprende la ragione per la quale gli sia stata negata la possibilita' di sottoporsi alle terapie riabilitative previste per i trapiantati. Il suo rientro in carcere sta esponendo la sua vita a un gravissimo rischio. Rischio che anche la Corte di giustizia ha ritenuto fondato -: di quali informazioni disponga circa i fatti riferiti in premessa; per quale motivo sia stata negata al detenuto Tommaso Prestieri, fino a questo momento, la possibilita' di sottoporsi alle terapie riabilitative previste per i trapiantati; quali siano le ragioni per le quali il detenuto non sia stato trasferito in un centro medico specializzato, al fine di seguire una riabilitazione cardiaca; quali iniziative urgenti intendano adottare, negli ambiti di rispettiva competenza e alla luce di quanto richiesto dalla Corte di giustizia, affinche' al detenuto in questione sia garantito il diritto alla salute e, quindi, l'accesso alle cure e/o terapie imposte dal suo precario quadro clinico.(5-08199)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08199 presentata da BERNARDINI RITA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20121024 
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
BELTRANDI MARCO (PARTITO DEMOCRATICO) 
MECACCI MATTEO (PARTITO DEMOCRATICO) 
TURCO MAURIZIO (PARTITO DEMOCRATICO) 
ZAMPARUTTI ELISABETTA (PARTITO DEMOCRATICO) 
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