INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07255 presentata da DE LORENZIS DIEGO (MOVIMENTO 5 STELLE) in data 18/12/2015

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Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-07255 presentato da DE LORENZIS Diego testo presentato Venerdì 18 dicembre 2015 modificato Mercoledì 27 gennaio 2016, seduta n. 556 DE LORENZIS . — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che: il 23 febbraio 2006 il Ministro delle attività produttive, di concerto con quello dell'ambiente e su istanza di una società privata, ha concesso per decreto l'autorizzazione a realizzare un impianto industriale offshore galleggiante di rigassificazione di GNL (gas naturale liquefatto), permanentemente, ancorato al fondo marino e collegato tramite gasdotto alla rete di distribuzione in terraferma, localizzato in un «sito» al largo della costa toscana, tra Livorno e Pisa, al confine delle acque territoriali italiane; il terminale galleggiante FSRU ( floating storage and regasification unit ) «Toscana» è un'opera di una tipologia unica, mai realizzata prima anche per la nota pericolosità delle operazioni di trasbordo in mare di combustibili infiammabili di questo tipo; nell'area del rigassificatore, posto a circa 14,5 miglia di distanza dal porto di Livorno, in conformità a quanto stabilito dall'ordinanza n.137/2013 della Capitaneria di porto di Livorno, per motivi di sicurezza, sono stati posti vincoli di vario grado per la navigazione, con l'istituzione di tre aree – la zona di interdizione totale, di limitazione e di preavviso – in cui la navigazione, la sosta, l'ancoraggio, la pesca nonché qualunque altra attività di superficie o subacquea sono vietate, con conseguente danno per l'attività del porto, del turismo e dell'attività di pesca locale; il funzionamento del rigassificatore è notevolmente limitato dalla natura di quel tratto del mar Tirreno, peraltro soggetto a frequenti e forti mareggiate e il numero dei giorni in cui il rigassificatore potrebbe non essere in grado di operare sono inevitabilmente destinate ad aumentare, anche a causa dell'impatto dei cambiamenti climatici; il terminale in questione non è ancora oggetto di un contratto definito e a lungo termine per la fornitura di gas, anche perché è piuttosto evidente per l'interrogante che nel Paese c’è una cospicua sovraccapacità di importazione di gas rispetto alla domanda, grazie anche alla crescita delle energie rinnovabili, che sempre di più allontana il Paese dalla dipendenza dalle forniture di combustibili fossili; premessa necessaria alla permanenza del rigassificatore offshore OLT risulta essere, in forza del parere favorevole alla compatibilità ambientale reso dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, la presenza e la disponibilità di un «bacino di carenaggio di grandi dimensioni adatto per eseguire eventuali lavori da eseguire sullo scafo del terminale». Nella specie, si tratta del bacino di carenaggio del porto di Livorno le cui dimensioni e caratteristiche lo collocano fra i più grandi del Mediterraneo dal lontano 1975; a fondamento della citata previsione prescrittiva si pongono esigenze di sicurezza per il caso, a titolo esemplificativo, dell'apertura di una falla da collisione che potrebbe rivelarsi fatale se non vi fosse o non fosse funzionante un bacino di carenaggio delle dimensioni necessarie per effettuare gli eventuali lavori. Esigenze di sicurezza che non potrebbero essere neanche soddisfatte altrimenti, considerata la mancanza di un diverso bacino di carenaggio in grado di ospitare il terminale a largo delle coste livornesi-pisane; la disponibilità di un bacino di grandi dimensioni è altresì richiesto, ai fini della presenza del rigassificatore, dallo Studio di impatto ambientale, nella sintesi non tecnica, del 15 febbraio 2013, predisposto dalla stessa OLT; allo stato, tuttavia, risulta una grave dismissione del bacino di carenaggio livornese. Fino al 2007 si è infatti registrata un'elevata operatività del porto fino all'accordo di programma per lo sviluppo e la trasformazione urbanistica dell'ex cantiere navale Orlando e delle aree portuali limitrofe cui è seguito un sistematico comportamento omissivo di ciascun soggetto coinvolto, mancando dei necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni. Ne sono derivati la dismissione e il sostanziale abbandono del bacino di carenaggio che pertanto non risulta affatto funzionante; in una relazione peritale del 2008, resa nel corso di un procedimento penale sulla vicenda, relativa allo stato di conservazione ed efficienza del bacino grande di carenaggio di Livorno, il consulente tecnico del pubblico ministero ha avuto cura di rilevare che la manutenzione sia stata trascurata per lunghissimi anni, peraltro il degrado estremo a cui sono arrivati le strutture e gli impianti del Bacino appare imputabile soprattutto alla carente, se non del tutto cessata, opera di manutenzione maturata negli ultimi anni, che hanno portato il bacino da funzionante, sia pure con pecche dovute alla vetustà, alla completa inagibilità funzionale. Detto stato di dismissione per omessa manutenzione è confermato altresì dalla relazione della capitaneria di porto di Livorno del 2009, resa alla procura di Livorno; ne deriva che, con la conclamata dismissione del grande bacino in muratura, vengono ad essere minate secondo l'interrogante le previsioni di cui al decreto n.01256 del 15 dicembre 2004 del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che, di concerto con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, ha espresso giudizio di compatibilità ambientale positivo con prescrizioni in merito al progetto per la realizzazione e l'esercizio del terminale galleggiante per la rigassificazione di gas naturale liquido; si aggiunga che a giugno 2015 è scaduto il termine ultimo per il ricevimento delle richieste di invito per la gestione del grande bacino e, nel valutare le offerte pervenute ed i successivi piani di impresa, l'autorità portuale di Livorno è chiamata ad affrontare le condizioni attuali del bacino grande, anche al fine del mantenimento del rigassificatore, di cui – come detto – il grande bacino è condizione necessaria, valorizzando all'uopo le capacità tecniche, imprenditoriali e finanziarie che gli aspiranti concessionari dovranno possedere per riattivare il grande bacino e per restituirgli la necessaria conformità, con ripercussioni favorevoli sui posti di lavoro per la ripresa delle riparazioni navali–: se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto indicato in premessa e quali iniziative intendano promuovere, nell'ambito delle rispettive competenze, per affrontare questa perdurante situazione di ambigua equivocità dovuta alla compresenza del grande bacino di carenaggio dismesso e non funzionante e del terminale offshore , anche al fine di riportare il bacino di carenaggio nelle condizioni di sicurezza imposte per autorizzare il suo funzionamento; se i Ministri interrogati nei limiti delle rispettive competenze, intendano considerare l'ipotesi, acclarata la particolare fragilità e delicatezza ambientale del sito in questione e l'assenza delle garanzie di sicurezza, di sospendere l'efficacia dell'autorizzazione all'esercizio del terminale rigassificatore galleggiante FSRU Toscana e procedere ad un riesame dell'autorizzazione concessa. (5-07255)
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