INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06943 presentata da OLIVIERI LUIGI (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO) in data 19991029
http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic5_06943_13 an entity of type: aic
Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: quattro giovani alpini, perirono tragicamente in un incidente in montagna il 28 luglio 1994. Si tratta dei giovani sottotenenti alp. cpl. 1^ nom. Lazzaroni Enrico Maria, nato a Brescia il 17 giugno 1969 e residente a Dimaro (TN) via Campiglio, 206 serg. f. alp. cpl. raff. Varesco Paolo, nato a Predazzo (TN) ed ivi residente in localita' Bellamonte; serg. f. alp. epl. Ghesser Davide, nato a Trento il 21 settembre 1973 e residente a Courmayer via Regionale, 73 (c/o caserma Parenni); c.le Deflorian Mario nato a Cavalese (TN) l'8 febbraio 1974 e residente a Tesero (TN) via Zena 6; il giorno 28 luglio 1994 questi quattro militari atleti del Centro sportivo esercito, in forza alla compagnia Alpieri della caserma "Perenni" di Courmayeur (Aosta) dipendente dal btg. spt. tat. L. "Aosta" (di stanza in Aosta), stavano effettuando un'ascensione alpinistica sul Monte Bianco (versante francese) nell'ambito dell'attivita' di "mantenimento" finalizzata alla preparazione fisica e tecnica. Stante lo "status" di militare del personale e poiche' l'attivita' veniva svolta in territorio francese, gli interessati volontariamente avevano chiesto ed ottenuto dal direttore del Centro sportivo esercito cui appartenevano, di poter svolgere l'attivita' usufruendo di licenza, peraltro concessa dal loro comandante di reparto per il tempo limitato allo scopo. L'itinerario di ascensione al Monte Bianco (versante francese), quantunque impegnativo in rapporto alle difficolta' imposte dall'ambiente montano, presenta, rispetto ad altri itinerari del versante italiano del Monte Bianco, un approccio piu' facile e confacente ad elevare la prestazione di ciascuno alla resistenza fisica. La fattibilita' dell'itinerario e' avvalorata dal fatto che molti sono gli amanti della montagna che lo percorrono nella stagione estiva. I quattro giovani alpini, dopo aver ricevuto il foglio di licenza si recarono dunque prima nella localita' di Chamonix (Francia-Alta Savoia) e poi a mezzo funivia nella localita' Plan Des Aiguilles, da dove a piedi raggiungevano il rifugio dei "Grands Mulets" ove pernottarono. Alle ore 01.45 circa del giorno 28 luglio 1994, terminate le operazioni di approntamento in vista dell'inizio dell'attivita', si muovevano in cordata per l'ascensione alla vetta del Monte Bianco percorrendo la via normale dei "Grand Mulets" e raggiungendo la vetta alle ore 09.00. Iniziavano la discesa alle ore 9,15 ripercorrendo in senso inverso l'itinerario di salita e raggiungendo verso le ore 11,15 la zona del Petit Plateau. Durante l'attraversamento del plateau, dalla parte superiore della zona dei seracchi il ghiaccio del Dome du Gouter, si staccava improvvisamente un seracco che, nella sua caduta sui pendii sottostanti, provocava una frana di ghiaccio di notevoli proporzioni (fronte di circa 350 metri ed altezza di circa 9-10). La frana di ghiaccio investiva e travolgeva i quattro alpino in cordata, nonostante si trovasse ad una distanza di circa 300 metri dalla zona di distacco del seracco; l'itinerario era stato affrontato con le dovute misure di sicurezza ma il distacco improvviso della massa di ghiaccio, da una parete alta circa 80 metri dalla base e distante circa 300 metri dalla normale pista, invadeva repentinamente tutta l'area per un fronte di circa 350 metri ed investita e sommergeva i quattro che sotto il peso di pesanti blocchi di ghiaccio, venivano rinvenuti morti dai nuclei di soccorso. Il ritrovamento delle salme avveniva la sera del 28 luglio per il serg. Gheser Davide e nelle prime ore del mattino del 29 luglio per gli altri tre. I corpi venivano trasportati nella localita' di Chamonix da dove, dopo essere stati ricomposti ed alla presenza del generale Fontana comandante della Scuola militare alpina e di altri ufficiali, aver ricevuto gli onori militari francesi ordinati dal comandante Perret alla presenza anche delle autorita' civili di Chamonix, venivano trasportati il 30 luglio ad Aosta per la cerimonia funebre. Tale cerimonia si e' svolta il giorno 31 luglio con gli onori militari tributati da tutta la forza militare in armi, dalle associazioni combattentistiche, dalle massime autorita' civili e militari della Val d'Aosta e della vicina Savoia, presenti anche le massime autorita' della regione Trentino-Alto Adige e della Provincia Autonomia di Trento. Poi con mezzi militari e picchetto d'onore, ognuno al proprio paese d'origine, indi la successiva veglia funebre sempre con il picchetto di rappresentanza che li ha seguiti fino alla tumulazione. Ai genitori sono stati consegnati il cappello di alpino dei propri figli, la sciarpa azzurra, la sciabola e la bandiera italiana che era stata posta sulla bara. I familiari ricevettero i telegrammi dell'uff. gen. Capo S.M. Bonifazio Incisa di Camarana, del Ministro della difesa Previti e l'intera Italia fu commossa da questo triste episodio; i familiari dei quattro giovani hanno presentato domanda di risarcimento senza ottenere finora nulla. I genitori hanno inviato tutta la documentazione richiesta; il comandante del Btg. spt. tat. L. "Aosta", tenente colonnello Paolo Egidi, ha redatto una dettagliata relazione (prot. n. 725/1160/u-2, d.d. 23 marzo 1995) sull'evento mortale nella quale afferma, tra l'altro, che "il personale oggetto della sciagura sotto il profilo amministrativo si trovava a tutti gli effetti nella posizione di utente di licenza. Tale posizione, non annulla ne' elimina le finalita' precipue che si riprometteva l'attivita', qualora la si valuti nel quadro piu' vasto della preparazione fisica da sviluppare da parte del personale militare. Stante le caratteristiche specialistiche connesse con le attribuzioni del personale sul piano dell'impiego e le attivita' sportive cui era preposto a livello nazionale nell'ambito del Centro sportivo esercito, l'ascensione al Monte Bianco s'inseriva in modo appropriato nel contesto del soddisfacimento delle esigenze formative a carattere militare del personale, proprio in conformita' al dettato di cui all'articolo 15, commi 1 e 2 del regolamento di disciplina militare. E poi riprende "In ottemperanza al contenuto di cui sopra e considerati gli incarichi del personale nonche' le circostanze di luogo e di tempo in cui si e' svolta l'attivita', e' evidenziato che la medesima non puo' essere disgiunta nettamente da un'esigenza autentica connessa con il servizio prestato intendendo che tali attivita' si debbano svolgere anche fuori dell'orario di servizio. Le circostanze di luogo, poi, in virtu' dei condizionamenti posti dalla condotta dell'attivita' su itinerario non avente sviluppo sul territorio nazionale, hanno determinato nel personale la volonta' di raggiungere lo scopo ponendosi nella posizione di licenza. Cio', tuttavia, non puo' invalidare i contenuti del citato articolo 15 del regolamento di disciplina militare e quindi un'indiscutibile costanza di servizio cosi' com'e' riportato dalle norme che disciplinano l'assistenza e le previdenze a favore delle famiglie dei militari deceduti in servizio". E nelle deduzioni e conclusioni afferma "per quanto sopra si pone in evidenza che la sciagura debba essere considerata avvenuta in servizio e per causa di servizio con tutti gli adeguamenti ritenuti piu' opportuni e necessari perche' le previste contribuzioni, in caso di morte, vengano concesse ai familiari. Si reputa un tale riconoscimento importante e necessario, specie sul piano strettamente morale verso i familiari che nell'immane sciagura hanno avuto un comportamento umano esemplare per dignita', rispetto e coerenza"; il comandante della Scuola militare alpina di Aosta generale B. Luigi Fontana, visto il contenuto della relazione redatta dal comandante del battaglione spr tat. L. "Aosta" ed il regolamento di disciplina militare ha espresso per iscritto parere di concordanza con le conclusioni cui e' pervenuto il comandante di battaglione e sopra riportate; la commissione medica ospedaliera del centro militare di medicina legale di Verona nel proprio verbale ha messo in luce che il decesso e' avvenuto per cause di servizio e che la domanda per l'indennizzo e' stata consegnata con tempestivita'; i familiari sono stati sottoposti ad una serie di richieste ed hanno dovuto affrontare le lunghe e laboriose pratiche necessarie, con conseguente rinnovo del proprio dolore nel dover piu' volte ricordare quei tragici momenti. Da ultima nei primi mesi del 1999 e' giunta loro una missiva del ministero della difesa, divisione generale per il personale militare nella quale si comunicava che il comitato per le pensioni privilegiate ordinarie ha espresso parere favorevole alla concessione per l'equo indennizzo richiedendo tuttavia altra documentazione che i familiari hanno anche in quest'ultimo caso inviato prontamente -: se non reputi che a cinque anni dal tragico evento l'attesa dei familiari cosi' duramente colpiti, debba trovare risposta con un giusto indennizzo pur nella consapevolezza che questo non potra' mitigare il loro dolore ma si tratta semplicemente di un riconoscimento importante specie sul piano strettamente morale; se non ritenga di dover intervenire presso i propri uffici per fare in modo che la documentazione pervenuta ed in possesso da alcuni anni, venga presa in considerazione in breve tempo, tenendo presente anche la collaborazione prestata dai familiari e il dolore nel dover ripresentare piu' volte la storia dei loro cari tragicamente periti, nonche' il loro comportamento esemplare per dignita', rispetto e coerenza; se non ritenga che la morte dei quattro giovani alpini sia da ritenersi avvenuta in servizio e per causa di servizio, come espresso da diverse autorita' militari, trattandosi di attivita' atte a elevare le proprie prestazioni fisiche e di impiego connesso con il servizio. (5-06943)
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