INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06434 presentata da NARDUCCI FRANCO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20120315
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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-06434 presentata da FRANCO NARDUCCI giovedi' 15 marzo 2012, seduta n.605 NARDUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che: tra l'Italia e la Svizzera vi sono sempre stati ottimi rapporti di vicinato e le relazioni diplomatiche e di amicizia tra i due popoli si sono espresse sempre con grande intensita' in particolare nella regione di confine dell'Insubria, anche grazie al lavoro transfrontaliero ed alle relazioni umane intessute nell'area alpina; il lavoro transfrontaliero rappresenta una risorsa strategica di assoluto valore per i comuni italiani della fascia di confine con la Svizzera; in pari tempo i lavoratori frontalieri contribuiscono notevolmente, da decenni, allo sviluppo dei Cantoni Ticino, Grigioni, Vallese; negli ultimi anni si e' tuttavia registrato un raffreddamento delle summenzionate relazioni, causato in primo luogo dalla mancanza di un dialogo istituzionale e dal mutato scenario internazionale sul piano della lotta all'evasione fiscale. Una questione di cui si e' discusso piu' volte nel Parlamento italiano, in particolare il 6 e il 7 giugno del 2011 quando furono discusse le mozioni parlamentari concernenti la normalizzazione dei rapporti diplomatici tra l'Italia e la Svizzera; nella predetta circostanza i gruppi parlamentari della Camera dei deputati, dopo un dibattito svoltosi con un'ampia convergenza di vedute, approvarono una mozione unitaria, con consenso bipartisan, in cui si formulava al Governo la richiesta di assumere con urgenza iniziative diplomatiche per riaprire un dialogo proficuo con la controparte elvetica, considerando prioritaria, in tale contesto, la tutela dei lavoratori frontalieri quale elemento portante dell'economia dei comuni di frontiera. Pertanto si impegnava il Governo ad adoperarsi affinche' l'entita' del ristorno fiscale ai comuni di confine - generato dalle trattenute sulle retribuzioni dei frontalieri - non subisse modifiche rispetto a quanto stabilito nei vigenti trattati tra Svizzera e Italia e ad operare con rapidita' una rimozione della Svizzera dalle cosiddette «liste nere» (black list) che sono causa di disagio e difficolta' nei rapporti bilaterali, garantendo nel contempo il dovuto rispetto delle regole sulla trasparenza finanziaria; per quanto concerne il ristorno all'Italia - che a sua volta lo trasferisce ai 160 comuni di frontiera che ne hanno diritto (province di Como, Varese e Verbania) - di una quota delle imposte trattenute alla fonte sulla massa salariale dei lavoratori frontalieri, occorre richiamare che esso e' parte integrante della Convenzione di Roma del 9 marzo 1976 sulle doppie imposizioni fiscali tra la Svizzera e l'Italia, con successivo protocollo di modifica firmato a Roma il 28 aprile 1978, in vigore dal 27 marzo 1979; il Cantone Ticino, che accoglie quasi 50 mila lavoratori frontalieri italiani, chiede da tempo di rinegoziare una nuova Convenzione contro le doppie imposizioni fiscali con l'Italia, in linea con i parametri fissati dall'OCSE, che contempli anche una diversa regolamentazione dei ristorni fiscali in favore del nostro Paese. Il negoziato in questione era iniziato nel 2001 e successivamente fu interrotto; ripreso nel 2009, ha subito una nuova interruzione lo stesso anno e, salvo incontri sporadici, non e' piu' decollato; nei lavori della sessione primaverile del Parlamento elvetico (seduta del 12 marzo 2012) e' stata approvata una mozione sostenuta dall'intera deputazione del Cantone Ticino con cui si chiede sostanzialmente di modificare la quota di ristorno fiscale diminuendolo dall'attuale 38,8 per cento al 12,5 per cento. Inoltre i toni utilizzati nei confronti del Governo non lasciano presagire un rasserenamento dei rapporti tra i rispettivi Paesi; mancando da parte italiana una manifesta volonta' di avviare un negoziato sulle varie questioni aperte con la Svizzera, lo scorso anno il Ticino ha bloccato la meta' del ristorno fiscale dovuto all'Italia, un importo pari a circa 23 milioni di euro, in aperta violazione del Trattato internazionale esistente tra le due nazioni; i lavoratori frontalieri residenti nella fascia di confine di 20 chilometri prevista dalla Convenzione rientrano, come hanno sempre fatto, quotidianamente nel loro comune di residenza in Italia; essi finiscono pertanto di tutti i servizi fomiti dalle amministrazioni locali; il blocco del ristorno fiscale operato unilateralmente dal Governo del Canton Ticino ha messo in grande difficolta' le casse dei comuni interessati, poiche' la suddetta entrata costituisce in molti casi un quinto del bilancio comunale. La minacciata diminuzione dal 38,8 al 12,5 per cento della quota di ristorno fiscale crea dunque un comprensibile stato di apprensione nei sindaci dei comuni di confine che, con tale prospettiva, vedrebbero ulteriormente aumentare le difficolta' delle loro amministrazioni; in base agli accordi bilaterali sottoscritti e ratificati dalla Svizzera con l'Unione europea e' consentita l'esportazione temporanea di servizi nelle zone di confine, una possibilita' che ha dato un notevole impulso al sistema delle piccole e medie imprese operanti nelle aree confinanti con la Svizzera ma che sta subendo un considerevole rallentamento a causa dei difficili rapporti. Al riguardo, inoltre, occorre dare soluzione alla cosiddetta «reciprocita'», ovvero dare soluzione alle difficolta' che incontra il sistema produttivo ticinese ad operare sul versante italiano; riprendere i negoziati sara' sicuramente di giovamento per le buone relazioni tra i due Paesi, per lo sviluppo dell'economia e servira' anche ad adeguare ai tempi una legislazione datata, in modo da rispondere alle esigenze della comunita' svizzera e italiana, in un quadro condiviso di legalita' internazionale -: quali siano le motivazioni che hanno impedito la ripresa del dialogo tra Italia e Svizzera e l'apertura di un tavolo negoziale coerentemente con la mozione approvata all'unanimita' il 7 giugno 2011 dalla Camera dei deputati, con il parere favorevole del Governo pro tempore, nonche' con successivi ordini del giorno il linea con lo spirito della summenzionata mozione, accolti anche dal Governo in carica; quali azioni intende porre in essere il Ministro degli affari esteri per avviare un negoziato tra l'Italia e la Svizzera al fine di dare soluzione alle numerose questioni aperte che attendono da tempo risposte e soluzioni; quali azioni intenda intraprendere il Ministro degli affari esteri per risolvere la spinosa situazione del ristorno fiscale all'Italia, sia in relazione agli importi non ancora erogati sia per preservare le attuali quote di ristorno all'Italia dell'imposizione effettuata sul reddito dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera; quali procedure intenda attivare il Governo per accelerare il trasferimento dei ristorni fiscali versati dalla Svizzera ai Comuni che ne hanno diritto, gia' alle prese con le enormi difficolta' finanziarie prodotte dalle ripetute manovre di contenimento della spesa pubblica. (5-06434)
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20120315-20120411
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06434 presentata da NARDUCCI FRANCO (PARTITO DEMOCRATICO) in data 20120315
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
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NARDUCCI FRANCO (PARTITO DEMOCRATICO)
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SOTTOSEGRETARIO DI STATO ECONOMIA E FINANZE
20120411