INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05764 presentata da OLIVIERI LUIGI (DEMOCRATICI DI SINISTRA - L'ULIVO) in data 19990210

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Al Ministro dell'industria, commercio e artigianato. - Per sapere - premesso che: crea molta preoccupazione la decisione, annunciata nei giorni scorsi dal gruppo multinazionale Public Company Itt Industries, in merito all'intenzione di chiudere la fabbrica Lowara situata a Storo, in Trentino; per la multinazionale si tratta astrattamente di "razionalizzazione" mentre per i 77 dipendenti, di cui oltre un terzo sono donne, molto piu' concretamente significa perdita del posto di lavoro, mancanza dello stipendio che permetteva di vivere a molte famiglie, in poche parole licenziamento; capofila di questo stabilimento Lowara spa e', come sopra e' stato detto, la Public Company Itt Industries. Ben poco conosciamo di questo gruppo che possiede altri due insediamenti Lowara in Italia, segnatamente uno a Montecchio Maggiore ed un altro a Male', sempre in Trentino; prima di questo stabilimento ubicato nella Valle del Chiese, sempre lo stesso gruppo ne aveva chiuso uno a Livorno. Per il secondo stabilimento della Lowara presente sul territorio trentino, quello di Male', da piu' parti si teme che sia solo una decisione rinviata; la fabbrica Lowara di Storo era caratterizzata dalla produzione di una linea di pompe che verra' dismessa mentre parte del lavoro di "avvolgeria" passera' ai lavoratori di Male'; secondo il direttore generale del gruppo la chiusura dello stabilimento di Storo, a sua detta inevitabile, e' motivata dal fatto che a Storo si produce minor valore e quindi per la capogruppo multinazionale Itt l'insediamento nel Chiese non ha piu' una importanza strategica. Poche righe, rese note attraverso un comunicato stampa, hanno comunicato la drastica decisione presa dal consiglio di amministrazione; la Lowara spa non ha pero' una "montagna di debiti", tutt'altro: il 1998 e' stato chiuso con 250 miliardi di fatturato, occupa 1000 dipendenti in Europa e 850 in Italia negli stabilimenti di Montecchio Maggiore (526), Storo (77) e Male' (132). Lo stabilimento di Montecchio produce componenti per il drenaggio centrifughe in ghisa ed acciaio inossidabile e boosters. A Male' si producono pompe e motori sommersi mentre a Storo si producono componenti per motori di superficie e assemblaggi di pompe periferiche; non e' facile quindi capire questa improvvisa decisione di chiudere lo stabilimento di Storo ma per il direttore generale del gruppo e' proprio perche' "e' in salute" che la Lowara spa chiude lo stabilimento di Storo, quello che, pur non presentando problemi, produce meno valore; la mortificazione e la preoccupazione per il futuro sono in primo piano per i molti dipendenti dell'impianto di Storo ma anche per quelli di Male'. Difficile immaginare lontane strategie del mercato globale e capire questa logica del profitto che chiude uno stabilimento in cui si lavora bene e si produce. Senza segnali, senza preavviso, la decisione di chiudere e' calata come una mazzata sulla testa dei numerosi dipendenti, considerati poco piu' che dei numeri dalla holding di riferimento, l'americana Itt Industries, che ha acquistato la Lowara dalla Goulds Pumps nel giugno del 1997; della Itt non sappiamo molto: 34 mila addetti, 7.100 miliardi di fatturato suddivisi tra produzione di pompe, valvole speciali connettori per computer e materiale per la difesa, visori e radar; all'inizio del 1998 la Lowara spa ha chiuso lo stabilimento piu' piccolo del gruppo, quello di Livorno (35 dipendenti). Ora e' toccato alla fabbrica di Storo (77 dipendenti). Ci si chiede quando sara' la volta dello stabilimento di Male' (132 dipendenti); non ci sono certo segnali incoraggianti che facciano pensare ad intenzioni positive della multinazionale; si puo' presumere infatti che il gruppo, che gode per altro di ottima salute, voglia progressivamente aumentare i margini di profitto riducendo la presenza in Italia. Forse per questo, oltre ad aver deciso di chiudere, di punto in bianco, lo stabilimento di Storo, ha anche deciso di non produrre piu' nella fabbrica di Male' il motore a quattro pollici acquistandolo, a condizioni piu' convenienti, dalla Franklin; cessata l'erogazione dei contributi da parte della provincia l'azienda ha smesso di investire sia a Storo che a Male'. Tra l'altro proprio per la produzione del motore a quattro pollici, che si e' deciso di non produrre piu' nella fabbrica di Male', sono stati ottenuti dalla Lowara spa sostanziosi contributi; a fronte di questa strategia della holding americana vanno nondimeno considerati altri fattori, altrettanto importanti per la decisione di chiudere un'azienda in buona salute che lascia senza lavoro molti dipendenti. La filosofia, a molti incomprensibile, di chiudere un'azienda quando e' in salute, appare come inaccettabile e cela secondo alcuni la volonta' di nascondere le responsabilita' di un'azienda che non ha una seria strategia di gruppo ma solo l'insana abitudine di "mungere" contributi finche' ce ne sono e poi di abbandonare il campo. Il metodo usato e' poi deprecabile ancorche' ovvio: rinviare di continuo gli investimenti, promettere miliardi ed ipotizzare interventi ingenti negli stabilimenti e poi non comperare nemmeno un cacciavite; anche per quanto riguarda il rapporto con i lavoratori e con il sindacato il comportamento del gruppo non e' certo stato dei piu' corretti, per non dire offensivo: il sindacato non e' stato minimamente coinvolto, non si sono prospettate intenzioni di riorganizzazione, non si e' avviata una trattativa seria che tenesse conto dei molti fattori economici ed umani nonche' delle indicazioni del patto per lo sviluppo sottoscritto con gli imprenditori; a fronte di ingenti contributi erogati da enti pubblici, si devono avere ampie garanzie e assicurazioni in merito all'effettiva intenzione di investimento negli stabilimenti e che sia quantomeno inaccettabile il comportamento suddescritto; e' indispensabile, nei confronti dei molti dipendenti che hanno perso e che rischiano di perdere il posto di lavoro, l'avvio di un'ampia trattativa che possa conciliare l'intenzione di razionalizzare la produzione con i diritti dei dipendenti; e' inaccettabile il mancato coinvolgimento del sindacato che avrebbe potuto, come in altri casi e' avvenuto, avviare una seria trattativa che tenesse presente le intenzioni di razionalizzazione dell'azienda ma principalmente quelle dei lavoratori; si devono conoscere dettagliatamente le caratteristiche e le intenzioni delle aziende che investono sul nostro territorio al fine di garantire sicurezza ai dipendenti che vi lavorano e non vanificare i contributi erogati dall'ente pubblico -: quale sia la valutazione del Governo circa le questioni poste, e quali iniziative di competenza intenda adottare; se risulti quale sia il capitale della Public Company Itt Industries, quali altri interessi economici abbia in Italia oltre alla Lowara spa acquistata dalla Goulds Pomps nel giugno del 1997, che cosa produca in Italia oltre a quanto conosciamo degli stabilimenti Lowara, se abbia ricevuto contributi statali, quali stabilimenti abbiano ricevuto contributi e per quali progetti di produzione, a quanto ammonti la somma degli investimenti realmente effettuati. (5-05764)
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