INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04626 presentata da BERGAMO ALESSANDRO (FORZA ITALIA) in data 19980609

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Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato, del lavoro e della previdenza sociale e delle finanze. - Per sapere - premesso che: la grande produzione di mezzi della Fiat avviene in moltissime regioni del mondo: dalla Cina al Brasile, dal Marocco alla Spagna ed in molti altri Paesi europei; in tutte le regioni italiane vi e' uno stabilimento Fiat: in tutte, tranne che in Calabria che, comunque, attraverso l'indotto, ha un rapporto stretto con l'azienda torinese; infatti a Belvedere Marittimo (Cosenza), la ditta Foderauto Bruzia Monti, e' presente nel settore della componentistica dell'auto fin dal 1966 e, da allora, produce per la Fiat alcuni rivestimenti per gli interni; fino a quando l'azienda calabrese aveva rapporti diretti con la Fiat, le commesse erano assicurate, tant'e' che la Foderauto aveva altri stabilimenti sia a Cassino che a Melfi con centinaia di operai assunti e tutta la componentistica per i mezzi Fiat veniva prodotta in Italia; dal 1993 la Fiat spa, per ridurre i costi, ha modificato la strategia aziendale affidando alla Lear Corporation Italia spa, una multinazionale leader mondiale del settore, la fornitura delle componenti della Fiat, la Lear da allora e' cliente unica della Foderauto, e, grazie a tale privilegio ha imposto all'azienda numerosi condizionamenti e sconti nelle forniture; cio' nonostante, nel corso degli anni le commesse sono diminuite tant'e' che l'azienda calabrese, per mancanza di lavoro, ha dovuto chiudere gli stabilimenti di Cassino nel 1995, di Melfi nel 1996 e la Ellepi Bruzia nel 1997, con conseguente gravissimo danno per l'occupazione; nonostante un ingente investimento della Foderauto Bruzia Monti, pari a lire 20 miliardi, per realizzare un nuovo stabilimento tecnologicamente avanzato a Belvedere Marittimo finalizzato al mantenimento della produzione a livelli qualitativamente eccellenti, occupando oltre 300 operai, la fabbrica calabrese oggi rischia un forte ridimensionamento della forza lavoro, a causa di diverse motivazioni: a) innanzitutto per una drastica riduzione delle commesse da parte della Lear a cui conviene acquistare le stesse componenti da aziende di altri Paesi, come la Turchia, l'Albania, l'Ungheria, eccetera dove la concorrenza riesce a produrre a prezzi bassissimi, per effetto dell'incidenza minima del costo del lavoro (il salario medio si aggira intorno ai cento dollari al mese); b) in Italia il lavoro nero e l'affidamento a laboratori fantasma e' in grado di produrre a costi notevolmente ridotti e, evidentemente, di scarsa qualita'; c) lo scarso carnet-ordini della Lear, non superando i tre mesi, contribuisce notevolmente a mantenere una situazione di precarieta' che si riflette sull'organizzazione complessiva della produzione; d) l'ubicazione geografica stessa della fabbrica comporta costi molto alti; tutti questi fattori incidono fortemente sulla produzione ed e' difficile immaginare un futuro per la Foderauto, e per i dipendenti, a medio periodo: difatti gli ordinativi di kit (fodere, pannelli, eccetera della Lear, sono passati da 470 mila del 1996 a 420 mila del 1997; dal settembre 1997 ad oggi, nonostante l'incremento delle vendite delle auto per effetto degli incentivi sulla rottamazione, la riduzione degli ordinativi da parte della Lear vi e' stato un crollo degli ordinativi pari al 45 per cento; la Foderauto Bruzia Monti e' un'azienda solida, ma a causa delle situazioni che si sono create, nel novembre dello scorso anno, per cercare di contenere le perdite derivanti dalla mancanza di commesse, e' dovuta ricorrere alla cassa integrazione per una settimana al mese -: se non ritengano opportuno verificare l'operato della Lear Corporation Italia spa, che, nonostante usufruisca di enormi vantaggi in Italia, come 600 prepensionamenti per gli stabilimenti del Nord e tutta una serie di agevolazioni previste per gli stabilimenti del Sud per creare posti di lavoro, si approvvigiona quasi totalmente dai mercati esteri ed extra europei; se non ritenga che sia indispensabile ed urgente un qualsiasi intervento da parte del Governo, finalizzato al mantenimento della produzione nell'azienda calabrese, per scongiurare il rischio di ulteriori perdite di posti di lavoro; se non ritenga che vi siano responsabilita' dirette della Fiat, che servendosi di altre aziende multinazionali come la Lear, nonostante gli ingenti aiuti economici di cui beneficia dal Governo italiano da sempre, contribuisce a penalizzare il lavoro nel Mezzogiorno; se non ritengano amorale l'atteggiamento della Fiat nei confronti della Calabria, si sottolinea, unica regione italiana priva di un suo stabilimento, dove la disoccupazione, anche per effetto di una errata politica governativa, ha raggiunto il 25,5 per cento; se non ritengano che sia utile modificare con urgenza le linee di politica economica e fiscale del Governo che spingono gli imprenditori italiani verso l'estero con conseguente aumento della disoccupazione. (5-04626)
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SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INDUSTRIA, DEL COMMERCIO E DELL'ARTIGIANATO 
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