_:B5287584cc8252b377f06ae432425a4d0 "19990504" . _:B5287584cc8252b377f06ae432425a4d0 "SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI" . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03793 presentata da MICHIELON MAURO (LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA) in data 19980218"^^ . . "5/03793" . . "Al Presidente del Consiglio dei ministri ed ai Ministri degli affari esteri e di grazia e giustizia. - Per sapere - premesso che: l'Italia sia uno strano Stato retto da governanti bizzarri (si fa per dire) e' dimostrato dal fatto che gli stessi sono capaci tanto di grandi slanci, quanto di vergognose e colpevoli dimenticanze. Come non ricordare, infatti, la voglia di giustizia che ha fatto si' che, a distanza di circa cinquant'anni dall'eccidio delle Fosse Ardeatine, avvenuto il 24 marzo 1944 e consumatosi con la fucilazione da parte dei nazisti di trecentotrentacinque persone per rappresaglia, il Governo abbia ottenuto, due anni fa, l'estradizione dall'Argentina in Italia dell'ex capitano delle SS, Erich Priebke (classe 1913), poi processato e condannato nel 1997 per fatto accaduto nel 1944. E come, del resto, non citare i tragici fatti accaduti sul Canale d'Otranto la sera del 28 marzo 1997 dove, a causa di una collisione tra una corvetta della marina militare ed un'arrugginita ex cannoniera albanese carica di profughi, perirono circa ottanta profughi albanesi. Anche in questa occasione la sete di giustizia ha fatto si' che il Governo italiano autorizzasse il recupero della nave (costato svariati miliardi) e dei corpi delle povere vittime per restituirli alle famiglie affinche' potessero avere una degna sepoltura e, soprattutto un luogo dove piangere. Da ultimo non ci si puo' dimenticare di come nell'estate 1997 il nostro Governo si sia piu' volte mobilitato, attraverso le nostre ambasciate, a favore di turisti italiani rapiti e poi rilasciati in Yemen, rapimenti che si sono susseguiti visto che, nonostante il Governo italiano sconsigliasse i nostri connazionali a recarsi in Yemen, questi hanno proseguito nelle visite in detto paese; a fronte della voglia di giustizia dimostrata dal Governo italiano nei casi succitati e di vari episodi che hanno dimostrato l'interesse del ministero degli esteri nel tutelare l'incolumita' dei cittadini italiani nelle varie parti del mondo, a distanza di soli quindici anni dalla fine della drammatica dittatura in Argentina, il nostro Governo sembra volersi dimenticare dei desaparecidos italiani, o di origine italiana, scomparsi negli anni bui della dittatura argentina (dal 1976 al 1983); purtroppo dei circa trentamila desaparecidos (uomini, donne, ma anche bambini) di cui non si hanno piu' notizie, si dice che quelli italiani siano seicentodiciassette, benche' le cifre ufficiali, desunte da un elenco dell'ambasciata italiana di Buenos Aires del 1982, parlassero di trecento persone di origine italiana e di ben quarantacinque cittadini italiani; secondo i dati della Lega italiana per i diritti e la liberazione dei popoli, gli italiani scomparsi sono approssimativamente circa diecimila, stimati sul fatto che la Lega considera come italiani tutti coloro che hanno la cittadinanza italiana; per 486 di questi diecimila risulta regolare denuncia di sequestro, presentata dai rispettivi familiari presso i consolati italiani in Argentina compilando un modulo prestampato e sulla base del quale e' stato possibile redarre un elenco; dei suddetti 486, 120 si sono costituiti parte civile (direttamente o indirettamente attraverso la lega). Di 120 solo 7 casi sono stati accolti dalla magistratura in quanto rispecchiavano le tre condizioni necessarie: 1) morte certa; 2) italianita' certa; 3) nessun processo precedente (nel senso che sia le vittime che gli imputati non hanno mai subito un processo). La conclusione dell'udienza preliminare di questi procedimenti e' fissata per il 17 giugno 1998, che portera' quasi certamente al dibattimento che avra' luogo nell'autunno 1998 o nella primavera 1999; non ci si puo' non chiedere come un Paese che si definisce civile, un Paese che vuole estendere il diritto di voto, per le elezioni politiche, agli italiani residenti all'estero, possa chiedere agli italiani in Argentina di esprimere il loro voto per il Parlamento di uno Stato che nulla ha fatto per tutelare i propri cittadini durante la dittatura e che, peggio ancora, nulla ha fatto per perseguire gli aguzzini di tanti nostri connazionali sequestrati e deportati nei tristemente noti \"centri clandestini\" dove venivano sistematicamente sottoposti alla tortura e allo sterminio di massa; un indulto che forse potra' essere accettato dagli argentini in nome della pacificazione del Paese, ma che altro non e' che un insulto per le centinaia di morti italiani; ancor meno si puo' essere soddisfatti del lavoro svolto fino ad oggi dal ministero di grazia e giustizia, il quale ci risulta che nulla abbia fatto quando, nel 1994, le competenti autorita' argentine, ad una richiesta di rogatoria presentata dal tribunale di Roma volta ad accertare le responsabilita' per le violazioni dei diritti umani nei confronti di cittadini italiani avvenute durante il periodo argentino e a fronte di un parere favorevole, opposero successivamente un fermo diniego. Infatti: tale richiesta, inizialmente accolta favorevolmente dalle autorita' giudiziarie argentine, che avevano assicurato la propria collaborazione ai magistrati italiani incaricati dell'inchiesta, fu poi respinta dal massimo organo giudiziario argentino, la corte di appello federale, nei confronti della quale si dice siano state fatte forti pressioni dai vertici militari argentini affinche' assumessero la determinazione sopracitata; in particolare, la corte federale argentina argomento' il diniego asserendo che sui fatti per cui si richiedeva la rogatoria, i tribunali locali si erano gia' pronunciati e che la rogatoria italiana, che per forza di cose non poteva essere ne' dettagliata ne' completamente esauriente, non distingueva i fatti per i quali si procedeva in Italia da quelli che avevano gia' formato oggetto di giudicato nel Paese latino-americano. Tutto cio', tradotto in parole povere, vorrebbe dire che la magistratura argentina si era gia' pronunciata in merito alle vicende denunciate in Italia, condannando i colpevoli, ma liberandoli grazie alla promulgazione delle leggi del punto finale (1986), dell'obbedienza dovuta (1988) e all'indulto (1990) concesso dal presidente argentino Carlos Menem; a differenza del nostro paese, la Francia, nonostante le leggi varate dal Parlamento argentino, ha gia' condannato all'ergastolo, seppure in contumacia, il capitano di marina argentino Alfredo Astiz, per aver torturato a morte due suore francesi; anche in Spagna la magistratura di quel Paese si sta attivando al fine di far piena luce sui desaparecidos di nazionalita' spagnola scomparsi in Argentina durante gli anni della dittatura; attualmente in Spagna e' detenuto l'ex capitano della marina Alfonso Francisco Scilingo, responsabile del famigerato gruppo negro y celero che operava nella scuola di meccanica dell'armata argentina (meglio tristemente conosciuta come Esma) trasformata, durante la dittatura, in luogo di tortura per migliaia di desaparecidos; la collaborazione che l'ex capitano Scilingo sta fornendo al giudice Baldasar Garzon, che in Spagna e' titolare di un'inchiesta aperta contro i militari argentini, ha permesso di individuare circa cinquanta di questi militari aguzzini responsabili di sequestri, torture, ed omicidi nei confronti di cittadini spagnoli \"scomparsi\" in quegli anni; al di la' di tutto, sarebbe auspicabile che il Ministro di grazia e giustizia facesse definitivamente chiarezza in merito al ruolo contraddittorio avuto, durante la dittatura argentina, dal nunzio apostolico in Argentina, monsignor Pio Laghi, alla luce della dettagliata denuncia inoltrata contro di lui il 19 maggio del 1997 dalle Madri di Plaza de Mayo e piu' precisamente da Hebe de Bonafini, presidente delle Madri e Marta Badillo, recentemente riportata nel settimanale L'Espresso del 29 dicembre 1997, a pagina 77; per rafforzare le loro accuse le Madri avrebbero riportato nella denuncia alcuni passaggi, agghiaccianti, di una omelia del nunzio pronunciata il 27 giugno 1976: \"Il paese ha un'ideologia tradizionale e quando qualcuno pretende di imporre altre idee diverse ed estranee, la Nazione reagisce con un organismo, con anticorpi di fronte ai germi, e nasce cosi' la violenza. I soldati adempiono il loro dovere primario di amare Dio e la Patria che si trova in pericolo. Non solo si puo' parlare di invasione di stranieri, ma anche di invasione di idee che mettono a repentaglio i valori fondamentali. Questo provoca una situazione di emergenza e, in queste circostanze, si puo' applicare il pensiero di san Tommaso d'Aquino, il quale insegna che in casi del genere l'amore per la Patria si equipara all'amore per Dio\"; la chiarezza richiesta puo' essere ottenuta attraverso il Ministro di grazia e giustizia, visto che il cardinale Pio Laghi e' di nazionalita' italiana e che la denuncia contro di lui e' stata promossa da cittadini di uno Stato estero per cui, come tale, puo' essere inoltrata alla Procura della Repubblica solo attraverso il ministero italiano di grazia e giustizia. Come se non bastasse c'e' da aggiungere che il cardinale Pio Laghi gode di una particolare immunita' in Italia: per il suo rango cardinalizio, infatti, e' difficile da perseguire essendo egli anche cittadino della Citta' del Vaticano e, come tale, in possesso del diritto di extraterritorialita'; l'elenco dei desaparecidos e' stato richiesto al ministero degli esteri in data 12 gennaio 1998, e sollecitato in data 4 febbraio 1998, ma in data 11 febbraio e' giunta risposta negativa in quanto trattasi documentazione di indagine giudiziaria; la stessa richiesta e' stata inoltrata alla Lega italiana per i diritti e la liberazione dei popoli, con risposta affermativa -: quali iniziative il Governo abbia intrapreso dal 1994 ad oggi non solo per avere notizie dei connazionali scomparsi, ma soprattutto per far si' che si possano perseguire quegli assassini che, nonostante si siano macchiati di orribili crimini, tuttora circolano liberamente in Argentina; se non intenda richiedere all'autorita' giudiziaria di procedere ai sensi dell'articolo 11 del codice penale, il quale prevede la possibilita' che un cittadino straniero possa essere giudicato nuovamente, anche se gia' giudicato all'estero per lo stesso reato e, in questo frangente alla luce dei nuovi elementi portati con la denuncia delle Madri di Plaza de Mayo inoltrata il 19 maggio 1997, atto doveroso nei confronti di quelle 120 famiglie che si sono costituite parte civile nel 1983 contro i responsabili del sequestro e l'omicidio di cittadini italiani in Argentina. I casi sopraccitati riguardano: 107 morti accertati, 5 bambini scomparsi e 8 superstiti scampati alla prigionia e alle torture, 120 famiglie che da 15 anni chiedono e attendono giustizia; se si sia gia' attivato per quanto di competenza per raccogliere tutte quelle informazioni utili che potrebbero derivare alle confessioni che l'ex capitano Alfonso Francisco Scilingo, attualmente detenuto in Spagna, sta fornendo alla magistratura spagnola; se e quali procure della Repubblica, che attualmente sono investite da indagini inerenti la scomparsa di cittadini italiani in Argentina, si siano attivate per poter interrogare l'ex capitano Alfonso Francisco Scilingo; una richiesta in tal senso, ad esempio, e' stata inoltrata alla procura dalla famiglia Spinella di Treviso che purtroppo ha subito, il 14 settembre 1978, il sequestro da parte di militari del fratello Michelangelo, allora venticinquenne, e che da quel giorno, non avendo avuto piu' notizie, combatte per vedere condannati i suoi assassini; se abbia gia' preso contatti con la Santa Sede affinche' questa valuti positivamente l'ipotesi di sospendere o ritirare l'immunita' di cui attualmente gode il cardinale Pio Laghi, sospensione che permetterebbe di chiarire definitivamente il ruolo che ebbe l'ex nunzio apostolico durante gli anni di dittatura in Argentina; se il Ministro degli affari esteri non ritenga opportuno chiedere con forza nelle sedi internazionali competenti, l'istituzione di un tribunale penale internazionale per i crimini di guerra perpetrati durante la dittatura militare in Argentina dal 1976 al 1983, tribunale che dovrebbe agire come quello attualmente istituito per i criminali di guerra dell'ex Jugoslavia; quale sia stato l'esito dell'incontro che il vice presidente del Consiglio ha avuto con i rappresentanti delle associazioni per i diritti umani e dei desaparecidos, in occasione della visita in Argentina che lo stesso ha effettuato dal 17 al 20 luglio durante un viaggio in alcuni paesi del Sud America; per quale motivo il ministero degli affari esteri abbia risposto di non poter fornire la documentazione richiesta, adducendo la motivazione che trattasi di materiale giudiziario, dal momento che il medesimo e' stato poi dato al sottoscritto dalla Lega italiana per i diritti e la liberazione dei popoli. (5-03793)" . "19980218-19990504" . "2014-06-06T10:59:03Z"^^ . "MICHIELON MAURO (LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA)" . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE" . . "1"^^ . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03793 presentata da MICHIELON MAURO (LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA) in data 19980218" . _:B5287584cc8252b377f06ae432425a4d0 . .