INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03601 presentata da PECORARO SCANIO ALFONSO (MISTO) in data 19980122

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Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che: circa 600 famiglie di piccoli coloni del paese montano di Alessandria della Rocca (Agrigento), stanno vivendo in una situazione drammatica che rischia di portarli alla esasperazione e di farli soccombere per mancanza di risorse economiche; a provocare l'attuale stato di disperazione e' stata la norma del "recupero delle prestazioni previdenziali ed assistenziali indebitamente percepite", che in questo caso e' stato applicato in modo improprio e con assoluta mancanza di cognizione di causa, tanto da far ritenere frodatori per il fisco piccoli ed onesti coloni che, in virtu' di particolari rapporti di lavoro, tipico dei territori depressi, non potevano che utilizzare altra forma di contratto che quella della "piccola colonia" e per cui oggi subiscono assurde ingiustizie ed inutili vessazioni; per portare all'attenzione di tutta la Nazione e alle Autorita' dello Stato la loro vicenda, i suddetti coloni hanno intrapreso una serie di iniziative di sensibilizzazione tra cui quella dell'occupazione della chiesa madre del paese; volendo dare una visione piu' chiara ed esaustiva del problema trattato, si richiama di seguito quanto contenuto in una nota illustrativa elaborata e diffusa il 12 marzo 1997 dal comitato dei piccoli coloni di Alessandria della Rocca, che evidenzia la paradossale situazione di sperequazione che in quel paese si e' creata, in conseguenza di una applicazione forse poco ortodossa di una norma che persegue in realta' fini giusti e opposti a quelli che qui ha provocato; il contratto di piccola colonia e' un contratto a termine. Si instaura il 1^ gennaio e si conclude il 31 dicembre, in molti casi viene rinnovato. Una volta instaurato, il contratto viene presentato agli uffici di collocamento che, redatto l'elenco anagrafico, lo trasmettono allo SCAU (Servizio contributi agricoli unificati). Il piccolo colono deve effettuare un minimo di 51 giornate lavorative nell'arco dell'anno e puo' raggiungere un massimo di 119 giornate. In tale modo ha diritto all'accredito di un minimo di contribuzione ai fini pensionistici e previdenziali. Alla fine dell'anno agrario, il prodotto ricavato dalla coltivazione del fondo viene suddiviso secondo gli usi. Il reddito che il piccolo colono ricava mediamente e' compreso tra i due e i cinque milioni; reddito che ha la funzione di integrare il magro bilancio familiare; nell'anno 1994 l'ispettorato provinciale del lavoro di Agrigento, attraverso sommari accertamenti ispettivi, basati spesso su mere presunzioni, ha cancellato dagli elenchi anagrafici circa 600 lavoratori, andando a ritroso negli anni. A tali provvedimenti sono seguiti da parte dell'INPS l'annullamento delle posizioni contributive, le richieste di restituzione delle somme erogate e percepite per maternita', indennita' di malattia, di disoccupazione, di ratei di pensione con relativa revoca delle stesse. All'adozione dei provvedimenti di cancellazione e a quelli dell'INPS e' seguita un'indagine della magistratura di Sciacca che, nei rinvii a giudizio che continuano a pervenire ai piccoli coloni ed ai loro datori di lavoro, ipotizza diversi reati tra i quali la truffa allo Stato; Alessandria della Rocca, paese del profondo Sud, situato nell'entroterra agrigentino ha come attivita' primaria e quasi esclusiva l'agricoltura. Ha un territorio di circa 6.000 ettari di terreno di cui 900 di uliveti, 1.400 di mandorleti, 500 di vigneti, 2.500 di seminativi; la rimanente superficie per una piccola parte e' coltivata ad agrumeti e frutteti, una parte e' adibita a pascoli, le parti piu' scoscese e impervie sono incolte; solo 100 ettari di territorio sono rimboschiti. L'estrema parcellizzazione dei fondi e la mancata formazione di una adeguata proprieta' contadina non ha favorito la nascita di moderne aziende agricole capaci di garantire redditi sufficienti. Cosi', mentre non si afferma la figura del coltivatore diretto, il rapporto di piccola colonia, realta' storica inconfutabile, sopravvive fino ad oggi. La sussistenza del rapporto di piccola colonia, da un lato ha evitato l'ulteriore abbandono delle campagne e dall'altro ha favorito la nascita di figure miste di lavoratori. Questo rapporto di lavoro non di rado, per la marginalita' del reddito che esso stesso produce, e' stato instaurato prevalentemente da donna al solo scopo di integrare il reddito dei loro nuclei familiari, che vivono spesso situazioni di precarieta', di emigrazione di mariti e figli; la situazione che si e' venuta a determinare con la cancellazione di massa dagli elenchi anagrafici e i conseguenti provvedimenti dell'INPS e dalla magistratura, rischia di dare un colpo mortale alla gia' grave crisi economica del paese. Alle fasce dei disoccupati del settore edile, ai giovani diplomati e laureati in cerca di prima occupazione, si vanno ad aggiungere centinaia di disoccupati ai quali i proprietari non hanno rinnovato il contratto di piccola colonia. In un paese di 4.500 abitanti (numero comprensivo dei numerosi emigrati), con una realta' gia' esasperata da mancanza cronica di offerta di lavoro, si nutrono timori per le ripercussioni che il persistere di tale situazione puo' avere sia sul tessuto sociale che sull'equilibrio individuale e familiare. Si constata un'ulteriore disgregazione dei nuclei familiari che ritornano a vivere il fenomeno di un'emigrazione di massa, che rischia di lasciare il paese abitato solo da anziani, donne e bambini; Alessandria della Rocca necessita di una forte attenzione delle istituzioni, delle forze politiche e sindacali, chiamate a dare risposte concrete, immediate ed incisive a tante famiglie ed a un'intera comunita'. D'altra parte la questione dei piccoli coloni non e' altro che un pezzo della questione meridionale, frutto di quella logica politica che voleva al Nord lo sviluppo economico ed al Sud l'assistenzialismo. In questa logica il Sud andava mantenuto come area di riserva di manodopera e di consumi; lo Stato e l'INPS, oggi parti offese nei processi penali, hanno garantito la sussistenza di questo arcaico rapporto di lavoro. Riteniamo che non si puo' criminalizzare una comunita' scaricando sull'anello piu' debole le responsabilita' di un intero sistema di potere. Dunque, senza moralismi, valutando la situazione nella sua oggettivita', va ricercata al piu' presto una soluzione normativa che risolva il problema sia penale che amministrativo per chiudere cosi' una fase storica; Alessandria della Rocca non vuole vivere di assistenzialismo, ma di lavoro dignitoso che puo' essere creato partendo dalle proprie risorse. Ma per fare questo la comunita' ha bisogno della presenza dello Stato, presenza che sia garanzia non di privilegi ed impunita', ma di risoluzione di una questione che, prima di essere giudiziaria, e' sociale, e che, come tale, chiama la politica ad assumersi le sue responsabilita' -: quali provvedimenti urgenti intenda prendere per risolvere la vicenda dei piccoli coloni di Alessandria della Rocca. (5-03601)
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