"COSCIA MARIA (PARTITO DEMOCRATICO)" . . "http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?sezione=lavori&tipoDoc=sicross&idlegislatura=17&ramo=camera&stile=6&idDocumento=5/01562" . . . . . . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01562 presentata da BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 26/11/2013"^^ . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE" . "Camera dei Deputati" . . . "CAPONE SALVATORE (PARTITO DEMOCRATICO)" . . "20140109" . . "2018-05-16T13:55:55Z"^^ . "20131126-20140109" . . . "1"^^ . "http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?sezione=lavori&tipoDoc=sicross&idlegislatura=17&ramo=camera&stile=9&idDocumento=5/01562" . "INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01562 presentata da BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO) in data 26/11/2013" . . . . . "BELLANOVA TERESA (PARTITO DEMOCRATICO)" . "5/01562" . "Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-01562 presentato da BELLANOVA Teresa testo presentato Martedì 26 novembre 2013 modificato Giovedì 9 gennaio 2014, seduta n. 148 BELLANOVA , CAPONE , COSCIA . — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che: il contenuto del decreto ministeriale «Decreto criteri e contingenze assunzionale delle Università statali per l'anno 2013» approvato il 12 settembre 2013 e pubblicato il 17 ottobre con allegata tabella di distribuzione dei punti organico 2013, ha determinato notevole allarme e un profondo senso di sgomento, disorientamento e protesta nelle università meridionali, in particolare pugliesi e lucane; i rettori delle università meridionali a seguito di quanto riportato dal decreto ministeriale hanno contestato pubblicamente e fortemente, nel corso di conferenze stampa congiunte, in successivi momenti pubblici, e in un documento unitario, i criteri di distribuzione dei punti-organico, sottolineando una evidente disparità di trattamento fra gli atenei italiani, ed evidenziando il rischio di una «chiusura» degli atenei da loro guidati. Dalle tabelle in allegato al decreto, infatti, emergerebbe una grande sperequazione nella distribuzione dei punti organico, e dunque delle possibilità concrete di assunzioni consentite, che oscilla dal 6,84 per cento dell'ateneo barese al 213 per cento della scuola superiore pisana; il decreto sopra citato secondo i rettori darebbe luogo ad una violazione dei principi costituzionali di eguaglianza, autonomia universitaria e sussidiarietà, poiché gli indicatori utilizzati per il computo dei punti organico – ottenuti dal rapporto tra le entrate complessive delle università e i costi fissi – sono fortemente condizionati dal contesto socio-economico di ubicazione degli atenei; la ripartizione dei punti organico 2013 a giudizio dei rappresentanti delle università meridionali favorirebbe in modo considerevole gli atenei che godono già di una situazione economica e finanziaria solida e penalizzerebbe fortemente altri atenei che si trovano in aree del Paese più difficili, vale a dire laddove vi sono anche un elevato numero di studenti in condizioni di disagio e che usufruiscono di esenzioni o riduzioni di tassazione, un parametro questo che non viene assolutamente preso in considerazione; la drastica riduzione dei punti organico darebbe luogo ad un effetto domino teso ad indebolire gli atenei, poiché ciò concretamente vorrebbe dire non poter effettuare assunzioni, di conseguenza non poter garantire la didattica e l'offerta formativa con il rischio di perdere iscrizioni e di determinare un collasso dell'università pubblica; gli stessi rettori sottolineano le ricadute che il decreto avrà, se non opportunamente modificato da adeguati correttivi, sugli studenti e le loro famiglie, alle quali le università pur di sopravvivere potrebbero richiedere un incremento delle tasse, nonostante l'effettivo taglio dei servizi ascrivibile al mancato turn over del personale; è evidente il rischio della penalizzazione in vastissime aree del Meridione della formazione superiore, elemento viceversa strategico e indiscusso volano per la ripresa economica ed occupazionale dell'intero Mezzogiorno, tenuto conto degli enormi sacrifici compiuti in questi anni, nei quali si è dato avvio a cospicui tagli al fondo per il finanziamento ordinario, e della indiscussa eccellenza di quegli stessi poli universitari fortemente penalizzati dal decreto; una penalizzazione che peraltro si ripercuoterebbe inevitabilmente sulle fasce più giovani della popolazione, «costrette» a scegliere di formarsi altrove, oppure a dover rinunciare alla formazione universitaria; nel frattempo lo stesso Ministro interrogato ha riconosciuto l'esigenza di apportare correttivi al decreto, e annunciato per il 28 novembre 2013, a Napoli, un incontro con i rettori delle università meridionali per giungere ad una soluzione condivisa; nel documento elaborato dai rettori si chiede, tra l'altro, l'immediato ripristino, della cosiddetta clausola di salvaguardia, presente nel Decreto sui punti organico dello scorso anno, ma completamente svanita in quello di quest'anno e che fissa il limite nella percentuale di punti organico che, a livello nazionale, non può superare il 50 per cento. Non superando un certo limite si garantisce automaticamente maggiore equità tra gli atenei, senza che ci siano università con punti organico superiori ai pensionamenti ed altre, invece, con una possibilità di assunzione pari quasi allo zero. E ancora si chiede di inserire nel calcolo dei punti organico anche il parametro legato agli studenti esonerati, e l'immediata emanazione del Decreto ministeriale per fissare il costo standard unitario di formazione per studente, da determinarsi anche in riferimento ai differenti contesti economici, territoriali e infrastrutturali in cui opera ogni singolo ateneo. Tale da assicurare l'effettiva fruizione del diritto allo studio costituzionalmente sancito; non sfugge il rischio che, attraverso l'attuazione sic et simpliciter del decreto, si possa determinare una fase di preagonia dei poli universitari meridionali, con un forte accentramento delle risorse verso le università settentrionali grazie a parametri, capacità di attrazione delle risorse esterne e media delle tasse universitarie, non strettamente rapportabili alla qualità e all'eccellenza dei poli formativi, bensì alla ricchezza del territorio di riferimento–: quali correttivi il Ministro intenda apportare al decreto per evitare che le disparità denunciate dai rettori si traducano in una formazione universitaria di serie a e in una di serie b residuale e minore, o in una morte certa degli atenei del Sud e se non si ritenga viceversa di dover sostenere convintamente le eccellenze della formazione e della ricerca soprattutto se ubicate in aree socio-economiche deboli, poiché snodi strategici della qualità e dello sviluppo territoriali. (5-01562)" . "20131126" . . .