INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01496 presentata da ZAZZERA PIERFELICE (ITALIA DEI VALORI) in data 20090609

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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-01496 presentata da PIERFELICE ZAZZERA martedi' 9 giugno 2009, seduta n.184 ZAZZERA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: da qualche settimana per quanto risulta all'interrogante e' in atto un duro scontro tra la procura di Crotone e la procura generale di Catanzaro; al centro della disputa vi sarebbe l'applicazione del P.M. dottor Pierpaolo Bruni alle indagini dell'antimafia, negata il 5 maggio dal procuratore reggente, dottor Dolcino Favi, e poi consentita il 13 maggio 2009 ma soltanto per un processo gia' in corso; il P.M. dottor Bruni e' lo stesso magistrato applicato all'inchiesta Why Not che dopo un anno ha dovuto abbandonare, nonostante le indagini avessero subito una notevole accelerazione grazie al suo lavoro. Nell'inchiesta risulto' iscritto tra gli indagati il Presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, il quale e' stato rinviato a giudizio; e' sempre il P.M. Bruni il magistrato che ha svelato i collegamenti finanziari che dalla Calabria portavano alla cosiddetta Loggia di San Marino; nel curriculum del dottor Bruni ci sono 400 arresti, una decina di boss condannati in regime di 41-bis, 140 milioni di euro sequestrati alle cosche; lo stesso dottor Bruni in merito alla decisione di rimuoverlo dalla DDA cosi' si e' espresso: «Ma e' ovvio che sia rammaricato: mi dispiace, dopo anni di lavoro, non poter concludere l'accertamento dei rapporti tra la 'ndrangheta e quella nebulosa di colletti bianchi, asserviti alle cosche che condiziona pesantemente le istituzioni»; il sostituto procuratore dottor Bruni di fatto sarebbe stato rimosso il 5 maggio 2009 dalla direzione distrettuale antimafia visto che il procuratore generale non gli ha rinnovato l'applicazione; una nota agenzia dell'8 maggio 2009 riportava che il procuratore generale di Catanzaro, il dottor Dolcino Favi (che, secondo quanto risulta agli interroganti, sarebbe indagato per l'avocazione dell'inchiesta Why not), ha disposto l'applicazione del sostituto procuratore dottor Pierpaolo Bruni alla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro unicamente per consentirgli di rappresentare la pubblica accusa nel processo con rito abbreviato scaturito dalle indagini «Heracles» e «Perseus» che sono iniziate il 14 maggio 2009 davanti al GUP di Catanzaro a carico di 93 imputati; la decisione presa dal procuratore generale, dottor Favi, a seguito delle polemiche sulla mancata applicazione del dottor Bruni alla DDA di Catanzaro, apparirebbe una sorta di compromesso raggiunto tra la procura di Crotone e la procura generale di Catanzaro; lo stesso procuratore dottor Favi intima al dottor Bruni nel provvedimento di applicazione al processo di continuare ad occuparsi anche di tutte le altre questioni di competenza della procura ordinaria di Crotone; all'interrogante risulterebbe che il procuratore generale di Crotone, dottor Raffaele Mazzotta, avrebbe redatto una relazione sulla questione destinata probabilmente al Ministro della giustizia o al Consiglio superiore della magistratura; il dottor Mazzotta avrebbe riferito di un episodio preciso, «un fatto nuovo» avvenuto tra il 29 aprile 2009 e il 5 maggio 2009, giorni in cui si decideva l'applicazione del dottor Bruni; il dottor Mazzotta in un primo momento, il 27 aprile scorso, ha espresso parere favorevole all'applicazione del dottor Bruni, ma il 29 aprile il dott. Favi esprimeva parere contrario; il dottor Mazzotta a seguito di «un fatto nuovo» ha revocato il parere. Lo stesso Mazzotta afferma: «il 5 maggio si e' verificato un fatto nuovo per il quale sono stato costretto a revocare il mio precedente parere favorevole»; in questa maniera al sostituto procuratore, dottor Bruni, non sara' consentito di proseguire alcune delicatissime indagini alle quali stava attualmente lavorando. Tra queste l'inchiesta sulla faida di Papanice tra le cosche Megna e Ruscelli su cui, il dottor Bruni, di fatto non puo' piu' disporre gli arresti perche' non e' piu' della DDA; la stessa cosa accadra' per gli attentati contro i familiari di collaboratori di giustizia e per le delicatissime indagini in corso sui rapporti tra importanti pezzi della politica, dell'imprenditoria e le cosche mafiose. Per queste indagini le deleghe sono scadute da oltre un mese e di proroghe nel provvedimento del dottor Favi non vi sarebbe alcuna traccia; suscita particolare perplessita' il fatto che il dottor Bruni sia stato sottratto ad indagini estremamente delicate che vedono coinvolti cosche calabresi, imprenditori e politici esponendo lo stesso ad un rischio evidente per la propria vita; cio' senza contare che la sostanziale rimozione dalla DDA potrebbe esporlo a rischi per la sua vita, essendo egli oggi sotto scorta e oggetto di minacce da parte della 'ndrangheta, dopo la scoperta qualche mese fa di armi e tritolo destinati con molta probabilita' al magistrato calabrese come da rivelazione di alcuni pentiti -: se i ministri siano a conoscenza dei gravi fatti descritti nella presente interrogazione; se corrisponda al vero che la vita del pubblico ministero dottor Bruni sia in pericolo e, in caso affermativo, quali provvedimenti urgenti i Ministri ritengano opportuno adottare.(5-01496)
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