INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01410 presentata da ZAZZERA PIERFELICE (ITALIA DEI VALORI) in data 20090513
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Atto Camera Interrogazione a risposta in Commissione 5-01410 presentata da PIERFELICE ZAZZERA mercoledi' 13 maggio 2009, seduta n.176 ZAZZERA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che: Maria Clementina Forleo e' un magistrato che ha avuto il coraggio di indagare in modo autonomo e indipendente sulla cosiddetta «Bancopoli» un caso politico-finanziario estremamente complesso e delicato, ricevendo per questo pesanti critiche provenienti anche dall'ordine stesso della magistratura; la dottoressa Forleo, GIP presso la procura di Milano, si e' occupata di numerosi processi balzati agli onori della cronaca, tra cui il processo Unipol - BNL e Antonveneta - Popolare di Lodi. In tali inchieste venivano coinvolte personalita' di spicco della politica italiana, dell'economia e persino il Presidente della Banca d'Italia; durante l'estate del 2004 la banca Olandese ABN Amro chiese alla Banca d'Italia l'autorizzazione per salire dal 12,6 per cento al 20 per cento nella quota di capitale detenuto in Banca Antoniana Popolare Veneta cosi' da diventare il maggiore azionista. Nello stesso periodo la Banca spagnola Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (BBVA) deteneva il 15 per cento del capitale della Banca Nazionale del Lavoro (BNL). Il 14 febbraio 2005 la banca Popolare di Lodi (BPL) riceveva il permesso dalla Banca d'Italia per salire fino al 15 per cento del capitale di Antonveneta. Il 29 marzo dello stesso anno la BBVA lancio' una offerta Pubblica di Acquisto (OPA) per la maggioranza delle azioni della BNL. Il giorno dopo e' la ABN Amro a lanciare un'OPA su Antonveneta. Il 29 aprile 2005 la BPL lancio' un'Offerta Pubblica di Scambio (OPS) su Antonveneta, e infine il 19 luglio 2005 fu la volta di Unipol con il lancio di un'OPA sulla BNL; lo scandalo scoppio' il 25 luglio 2005 con il sequestro, da parte della procura di Milano, dei titoli Antonveneta detenuti dalla Banca Popolare Italiana (BPI che nel frattempo aveva cambiato nome da BPL), a seguito delle indagini iniziate il 2 maggio e condotte da PM Eugenio Fusco e Giulia Perrotti; dalle intercettazioni pubblicate si rileva l'esistenza di una strategia per l'acquisto di due tra le piu' importanti banche italiane da parte di BPI e UNIPOL a scapito di ABN Amro e BBVA, dietro alla sapiente regia del Governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. Dalle intercettazioni si rileva il coinvolgimento di noti esponenti della finanza italiana: Giampiero Fiorani Amministratore delegato di BPL; Stefano Ricucci proprietario del Magiste e coinvolto nella scalata a RCS; Emilio Gnutti socio di Silvio Berlusconi in quanto Mediaset e Fininvest partecipano alle societa' Fingruppo, GP e Hopa di cui lo stesso Gnutti e' proprietario; Giovanni Consorte amministratore della compagnia assicuratrice Unipol; le intercettazioni consentono anche di individuare come il mondo politico abbia seguito oltre le proprie competenze quanto accadeva nel mondo finanziario italiano. Ad essere coinvolti risultano: Vito Bonsignore europarlamentare UDC indagato per aggiotaggio; Piero Fassino, Ugo Sposetti, Nicola Latorre e Massimo D'Alema; il 2 agosto 2004 il GIP dottoressa Clementina Forleo convalida il sequestro delle azioni in portafoglio ai concertisti e notifica anche la misura interdittiva nei confronti di Fiorani e del Direttore Gianfranco Boni; in corrispondenza dell'avvio di queste delicate indagini la vita della dottoressa Forleo ha subito un radicale cambiamento a causa di intimidazioni e continue minacce, fino alla perdita dei genitori in uno strano incidente stradale le cui cause restano incerte; nel 2005 durante il periodo in cui il magistrato svolgeva indagini sul coinvolgimento del Governatore di Banca d'Italia, Antonio Fazio, i genitori ricevettero lettere, telefonate anonime e minacce di morte. In seguito fu incendiata la loro villa di campagna e la tenuta agricola; la GIP di Milano denuncio' prontamente alla Procura di Brindisi gli episodi intimidatori diretti alla sua famiglia; per scoprire gli autori di quelle telefonate e dunque per cercare di risalire agli autori di quei gravi fatti, si imponeva come di consueto sia un'attivita' di intercettazione telefonica, sia un'attivita' di audizione di persone informate sui fatti; ciononostante, il Pubblico Ministero incaricato dell'indagine, dottor Alberto Santacatterina, si limito' a richiedere alle varie compagnie telefoniche i soli tabulati dell'utenza sulla quale quelle telefonate pervenivano, e nonostante vari formali solleciti, dopo circa due anni, ed esattamente nel maggio del 2007, la dottoressa Forleo venne notiziata dal suo legale, avvocato Vito Epifani, di una nota redatta dai Carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana, delegati a tale atto, che erano pervenuti «solo tabulati TIM» e che ci si riservava di inoltrare quelli delle altre compagnie telefoniche «se inviati»; data la gravita' dei fatti e il reiterarsi nel frattempo di ulteriori missive intimidatorie, la dottoressa Forleo, appena venuta a conoscenza di tale nota che in calce portava il nome del ten. Pasquale Ferrari - ufficiale preposto alla sua sicurezza in Puglia - chiamava lo stesso presso il suo ufficio chiedendogli spiegazioni su tali inerzie, prospettando l'immediata denuncia di quanto stava accadendo alle autorita' competenti. La dottoressa Forleo portava subito a conoscenza della chiamata in questione il superiore del tenente, col. Russo, dal quale il giorno seguente si recava depositando formalmente un esposto. Nel contempo il ten. Ferrari redigeva una relazione di servizio accusando la dottoressa Forleo anche di averlo pesantemente ingiuriato; tale relazione, come accertato casualmente dalla dottoressa Forleo nel corso del suo procedimento per incompatibilita' ambientale innescatosi ex articolo 2 L.G., venne iscritta a mod. 45 dall'allora capo della Procura brindisina, il quale ritenne in data 6 giugno 2007 di archiviare il caso per non sussistere estremi di reato, neppure perseguibili a querela di parte, e qualificando la telefonata della dottoressa Forleo come descritta in tale relazione di servizio, «mero sfogo telefonico»; nel frattempo pero' venne archiviato anche il caso sulle minacce ai genitori del giudice, sebbene il GIP avesse chiesto l'approfondimento delle indagini che di fatto non avvenne mai; quando la Forleo dichiaro' apertamente durante la trasmissione Annozero «tentativi di delegittimazione da soggetti istituzionali e forze dell'ordine» fu tacciata di essere una visionaria e addirittura di essersi inventata le minacce ai parenti; il 20 luglio 2007 il giudice chiese con ordinanza alle Camere l'autorizzazione per l'utilizzo delle intercettazioni relative alle inchieste sulle scalate bancarie, che vedevano coinvolti anche alcuni parlamentari, tra cui D'Alema e Fassino, ritenuti dalla stessa «consapevoli complici di un disegno criminoso di ampia portata»; dall'accusa di aver usato, nell'ordinanza di cui sopra, «accenti suggestivi e denigratori» in un «abnorme e non richiesto giudizio anticipato», la dottoressa Forleo fu assolta il 27 giugno 2008 dal Csm perche' «il fatto non costituisce illecito disciplinare»; il 14 agosto 2007, proprio durante il periodo di assenza del Procuratore di Brindisi dottor Giannuzzi, il tenente Ferrari presento' una denuncia contro la dottoressa Forleo sempre per l'esclamazione usata durante la telefonata sulle indagini relative ai genitori; il Pubblico Ministero dottor Negro, nonostante l'archiviazione del caso a lui ben nota, si assegnava il fascicolo in palese violazione dei criteri tabellari e iscriveva la vicenda a mod. 21 per i reati di minaccia a Pubblico Ufficiale ed ingiuria, precisando trattarsi dei medesimi fatti oggetto di tale archiviazione. In altri termini il Pubblico Ministero dottor Negro, di turno per atti urgenti, si assegnava indebitamente il fascicolo senza avvertire il Capo della Procura; i primi giorni di settembre la dottoressa Forleo veniva informata del forte rilievo mediatico dato alla vicenda dai quotidiani locali, mentre veniva notiziata da terzi - come da sue articolate denunce al riguardo - che il tenente si era determinato a presentare quell'atto sollecitato dal dottor Santacatterina, al fine di «dare una lezione» alla dottoressa Forleo, facendo in modo che l'atto medesimo pervenisse in Procura in un dato giorno, ossia quando era di turno il dottor Negro, amico di entrambi; l'intento del dottor Santacatterina era evidentemente motivato dall'esigenza di far fronte alle gravi accuse di omissione di atti di ufficio e di falso ideologico che lo potevano coinvolgere, atteso che nella richiesta di archiviazione presentata al GIP il 22 maggio 2007 (ossia lo stesso giorno in cui alla Procura perveniva l'esposto della dottoressa Forleo attraverso il vol. Russo) quel Pubblico Ministero scriveva falsamente che erano pervenuti alla Procura tutti i tabulati richiesti; che fosse effettivamente vero che era il dottor Negro - persona fino a quel momento completamente sconosciuta alla dottoressa Forleo - il titolare di tale procedimento, la predetta lo apprese il giorno in cui le pervenne l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, dove le veniva contestato addirittura l'abuso della qualifica di magistrato, dal momento che la dottoressa Forleo, chiamando il ten. Ferrari, si era qualificata - come peraltro di consueto - dottoressa Forleo; va peraltro evidenziato, per lumeggiare il ruolo tenuto dal dottor Negro, che richiesta alla procura generale di Lecce l'avocazione del caso, il predetto magistrato si affrettava a chiudere l'indagine dopo soli quattro giorni, senza attendere l'esito di quell'istanza che dava atto del non luogo a provvedere data l'iniziativa del dottor Negro; per tali fatti il dottor Santacatterina e' stato rinviato a giudizio davanti al tribunale Collegiale di Potenza per omissione di atti di ufficio e per falso ideologico, mentre sia lo stesso magistrato che il dottor Negro e il tenente Ferrari sono allo stato indagati per abuso di ufficio davanti alla procura di Potenza; la dottoressa Forleo, a seguito del decreto di citazione a giudizio emesso dal dottor Negro, si trova imputata davanti al Tribunale di Brindisi per i reati di cui si e' detto, e cio' dopo aver reiteratamente rifiutato ogni tentativo di accettare la remissione di querela da parte del tenente Ferrari, che non e' mai riuscito a spiegare come fosse possibile «chiudere la vicenda» in tal modo attesa la contestazione di fatti procedibili di ufficio se non con l'avallo dello stesso dottor Negro; vale la pena evidenziare anche che i testi chiave dell'accusa, nel procedimento a carico della dottoressa Forleo, sono stati due Carabinieri, tali Galante e Montesardo, che avrebbero ascoltato con il sistema del viva-voce la parte finale della telefonata incriminata, affermando in udienza di non aver chiesto al tenente del perche' di quella telefonata e aggiungendo di non sapere che la dottoressa Forleo era sotto la protezione dell'Arma, cadendo infine in numerose contraddizioni anche circa la loro presenza in quegli uffici come peraltro dimostrato da atti di investigazione difensiva prodotti in quel dibattimento dalla difesa della dottoressa Forleo; nel 2007 e' stata recapitata direttamente sulla scrivania della dottoressa Forleo, una busta gialla contenente un proiettile calibro 38 e una foto della stessa con su apposta la scritta «maledetta stronza!»; il 20 aprile 2009 ha avuto inizio il processo ai Pubblico Ministero dottor Negro e dottor Santacatterina, e al ten. Ferrari da parte della procura di Potenza; il 21 aprile 2009 agenzie stampa riportano la notizia della decisione di revocare la scorta al magistrato dottoressa Forleo; le pressioni e le minacce che la dottoressa Forleo subisce con regolarita' non soltanto dimostrano che il magistrato necessita del sostegno dello Stato per preservare la sua incolumita' ma comprovano che l'attivita' della dottoressa Forleo ha il pregio di infastidire realmente pericolosi sistemi di potere; ad avviso dell'interrogante la scorta al magistrato dottoressa Forleo certamente non e' meno indispensabile di quella concessa a segretari nazionali di partiti o per esempio a vicepresidenti di autorita' indipendenti, soprattutto considerato che quando la dottoressa Forleo si reca in Puglia presso l'abitazione dei suoi genitori nel suo paese di origine, si ritrova in una realta' che nei fatti le e' assolutamente ostile; la dottoressa Forleo non sarebbe adeguatamente protetta dalle Istituzioni, dal momento che la persona addetta a tutelare il magistrato in Puglia e' proprio il tenente Ferrari, cioe' lo stesso che ad avviso della Procura lucana avrebbe intentato un complotto ai suoi danni -: quali siano le motivazioni della revoca della scorta al giudice dottoressa Forleo; come si giustifichi la revoca della protezione alla dottoressa Forleo rispetto alla tutela che continua ad essere garantita a persone come segretari nazionali di partito o come per esempio a vicepresidenti di autorita' indipendenti; se abbia valutato il fatto che per tutelare la propria sicurezza in eventuale caso di pericolo in Puglia, la dottoressa Forleo dovra' rivolgersi alla stessa persona che risulta aver dichiarato l'intenzione di darle «una lezione». (5-01410)
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