INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00682 presentata da PAROLO UGO (LEGA NORD PER L'INDIPENDENZA DELLA PADANIA) in data 19961003

Al Ministro dei lavori pubblici. - Per sapere - premesso che: nei giorni 18 e 19 luglio 1987, a seguito della rottura dell'argine destro del fiume Adda in comune di Berbenno (provincia di Sondrio) una massa idrica stimata in 21 milioni di mc. di acqua, nonche' di mc. 3,5 milioni di fango, hanno invaso, su una superficie di mq. 8.400.000, la piana cosiddetta della Selvetta ricompresa nel territorio dei comuni di Berbenno in Valtellina, Colorina, Buglio in Monte, Ardenno e Forcola; in tale catastrofico evento vi fu un danneggiamento grave di 600 abitazioni, 200 aziende agricole e 200 complessi produttivi dei settori secondari e terziari; agli atti in essere presso tutti gli uffici competenti, autorita' di bacino, regione Lombardia, Prefettura di Sondrio etc. risulta che grave ostacolo al deflusso di massa d'acqua fuoriuscita dagli argini dell'Adda e' costituito dall'esistente sbarramento, a scopi idroelettrici, di proprieta' ENEL in localita' Ardenno; e' quindi stata accertata la necessita' urgente ed indifferibile di provvedere alla realizzazione di una cosiddetta "via di fuga" che consenta il soprarichiamato facile deflusso; la legge n. 102 del 2 maggio 1990 (Gazzetta Ufficiale 5 maggio 1990 n. 013) che reca le "disposizioni per la ricostruzione e la rinascita della Valtellina e delle altre zone adiacenti delle province di Bergamo, Brescia e Como, nonche' della provincia di Novara, colpite dalle eccezionali avversita' atmosferiche dei mesi di luglio ed agosto 1987", ed in particolare l'articolo 8 comma 2, stabilisce che entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge il Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il Ministro dell'Ambiente, in attuazione dell'articolo 3, comma 1, lettere b) e c) della legge 18 maggio 1989 n. 183 determina gli interventi e le prescrizioni necessarie per garantire la sicurezza delle esondazioni ed il risanamento dell'impaludamento dei territori interessati dall'impianto ENEL di Monastero nei Comuni di Ardenno e uniti; al comma 3 del soprarichiamato articolo 8 legge n. 102 del 1990, si stabilisce che sino all'approvazione del piano di bacino del Po nei territori valtellinesi interessati dall'esondazione non possano essere rilasciate nuove concessioni di grandi derivazioni d'acqua per la produzione di energia elettrica; si interroga per sapere: le motivazioni per cui sino alla data odierna, nonostante i ripetuti solleciti inviati dagli Enti locali interessati, contenenti anche la soluzione definitiva al problema, nonche' dal parere espresso dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con voto n. 165 del 30 maggio 1991 e del parere del Ministero dell'Ambiente con nota del 27 marzo 1992, non sono ancora operanti le prescrizioni previste dal sopracitato articolo 8 comma 2 della legge n. 102 del 1990, in relazione soprattutto alla realizzazione del casale di scarico con funzione di via di fuga, che consentirebbe una evacuazione di circa 400 m/sec. in caso di esondazione dei territori soprarichiamati; quali determinazioni verranno prese in relazione alla utilizzazione idroelettrica del torrente Tartano, tributario dell'Adda, richiesta dell'ENEL, in considerazione anche che il bacino del torrente Tartano ricade fra quelli soggetti all'articolo 8, comma 3 e anche perche' il progetto ENEL prevede il nuovo scarico del 2^ salto, denominato Talamona II, a monte dello sbarramento di Ardenno e non, come e' ora, a valle, provocando cosi' un aumento di portata gravante sulla Piana di Selvetta e sicuramente impoverendo la portata a valle dello sbarramento, riducendo cosi' il corso dell'Adda sino a Morbegno come un fiume morto. (5-00682)